Il Tribunale di Arezzo ha assolto Walter De Benedetto dall’accusa di aver violato la legge sugli stupefacenti. Aveva coltivato cannabis per alleviare la sua malattia: soffre infatti di artrite reumatoide.
"La cannabis terapeutica è legale ma la disponibilità del prodotto è al lumicino, per questo De Benedetto era stato costretto alla coltivazione. Una grande mobilitazione, promossa dai radicali e dall’Associazione Luca Coscioni, ha sostenuto il coraggioso paziente, e il magistrato non ha potuto altro che prendere atto della realtà: il fatto non sussiste" commenta Vincenzo Donvito, presidente dell'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori.
"Già precedenti sentenze avevano assolto persone nella stessa condizione di De Benedetto, e chissà quante altre ce ne saranno ancora. Tutti iter giudiziari civilmente penosi e giuridicamente discutibili. Imputati già di fatto condannati con mesi e anni di tortura civile, intasamento dei tribunali ed energie che lo Stato avrebbe potuto dedicare a colmare i deficit delle leggi in materia. Chi pagherà oggi per le torture subite da tutti i De Benedetto?" domanda Donvito, presidente Aduc.
"La bella notizia dell'assoluzione di Walter De Benedetto sia un appello per il Parlamento -interviene Enzo Brogi, già consigliere regionale, promotore della prima legge regionale in Italia sull'uso terapeutico della cannabis- Il processo che da malato affetto da una rara forma di artrite reumatoide, lo ha visto al centro di una lunga battaglia per aver coltivato cannabis da utilizzare a scopo terapeutico, che il sistema sanitario non riusciva a garantirgli a sufficienza, si è concluso positivamente.
Leggeremo la sentenza ma adesso è il momento che in Italia si approvi una legge che faccia un passo avanti sui temi della legalizzazione della cannabis e sulla possibilità di auto-coltivarla a scopo medico.
Il segretario del mio partito, Enrico Letta, si faccia portavoce di questa battaglia stimolando i nostri parlamentari e garantendo al nostro paese una nuova visione sui diritti a partire da tutti coloro che come Walter soffrono e che non si rivolgono, alimentandolo, al mercato dell'illegalità".
“La Regione Toscana è stata la prima a legiferare sulla cannabis terapeutica. Si tratta però di un settore in cui c’è ancora molto da fare, puntando rapidamente alla possibilità di auto-coltivazione. Lo attesta la storia di Walter De Benedetto, che abbiamo riportato anche all’interno di una risoluzione – spiegano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – che confidiamo venga votata prima possibile, per permettere al Comune di Firenze di esprimere la propria vicinanza e solidarietà a una persona colpevole di volersi curare e lenire il dolore legato alla sua malattia.
Tutelare le proprie condizioni di salute è un diritto, che questa pandemia dovrebbe aver reso ancora più evidente. Leggiamo – concludono Palagi e Bundu – che c’è un dibattito in corso nel mondo politico, ma come gruppi consiliari abbiamo una funzione istituzionale che deve evitare in ogni modo di sottrarsi dal merito delle questioni e delle vicende. Il dolore non aspetta, la vita neanche”.