Un'economia Toscana ancora in chiaroscuro quella che emerge dalla rilevazione di IRES per conto di CGIL Toscana. I dati rilevati al terzo trimestre del 2013 segnalano infatti un tendenziale azzeramento della caduta della produzione industriale ( -0,1% sull’anno precedente) un’importante crescita, dopo molti trimestri, dello stock di occupati nel manifatturiero che crescono del 6% e soprattutto dell’industria in senso stretto che risale sopra i 305.000 addetti. Flettono di oltre l’1% gli addetti nel commercio e turismo e di quasi il 4% nei servizi.
Il dato complessivo degli occupati è stagnante ( -0,6%) rispetto al -0,5% del trimestre precedente, ma si colloca sopra il dato nazionale (-2,3%) e del centro Italia (-1,9%). Stabili rimangono gli inattivi. Il numero complessivo degli avviamenti risulta in calo del 9,8% a conferma della debolezza della domanda. La caduta del 7,1 dei contratti di apprendistato e la crescita dei tirocini (+24,6) lascia intravedere una possibile impropria attività sostitutiva da parte delle imprese. Il calo del lavoro intermittente e a progetto e la crescita dei contratti a tempo determinato (+3%) e a tempo indeterminato (+7,1%) rappresentano un’importante auspicabile inversione di tendenza nella qualità dell’occupazione che vede però di converso, anche una crescita del part-time involontario del 16,5%. Nelle province, Massa carrara con un calo di avviamenti del -19% e Prato con un -2% si collocano agli estremi della regione. La cassa integrazione si colloca su livelli record: i 55.599.000 ore del 2013 segnano il record di sempre: se conteggiassimo in aggiunta alle ore approvate ufficialmente dall’INPS, le ore di cassa in deroga bloccate in attesa del rifinanziamento il dato complessivo supererebbe addirittura i 63 milioni di ore.
Anche “depurato” dalle ore della deroga, la somma della cassa straordinaria con l’ordinaria rappresenta comunque il record di sempre con la straordinaria, che riguarda le crisi strutturale e le imprese più grandi, a oltre 27 milioni di ore. Pesa in questo dato probabilmente la crisi di alcuni grandi gruppi industriali e delle costruzioni. Qualche segnale di rallentamento si registra nel mese di Gennaio quando la somma di straordinaria e ordinaria con 3.297.606 ore segna un calo del 9,4% sul Gennaio 2013. Prosegue il calo dei consumi nel terzo trimestre 2013 sull’analogo periodo del 2012 (-5,1%) più accentuato negli elettrodomestici (-6,2) e nella piccola distribuzione (-7%). L’export segna un lieve arretramento (-2%) sul dato record positivo del 2012.
Cede il metalmeccanico (-13,9%) cresce ancora il tessile abbigliamento calzature e pelletteria (+5,4%) arretra l’agricoltura (-6,9%). Critica la situazione creditizia con le sofferenze che hanno superato in Toscana gli 11,5 miliardi, e gli impieghi in ulteriore contrazione in tutti i settori e soprattutto nell’industria. Secondo Fabio Giovagnoli, direttore di IRES Toscana “i dati presentati evidenziano una capacità delle imprese toscane di resistere ad una prolungata crisi economica.
Dimostrano altresì che la Toscana è in grado di intercettare i segnali di inversione del ciclo economico riuscendo a dare segnali positivi da 2 trimestri. La ripresa è ancora debole e non assorbe occupazione. Sarebbero necessari interventi massicci sul credito, sui consumi, sulle politiche industriali. Solo così si potrà attivare un nuovo moltiplicatore degli investimenti.” Per Daniele Quiriconi, responsabile attività produttive e mercato del Lavoro della segreteria CGIL Toscana, “ appaiono incoraggianti alcuni segnali di rafforzamento dei comparti industriali, ma in un quadro di complessiva fragilità soggetti a variabili di contesto di incerto esito.
Servono politiche di sostegno nazionali ed europee improntate alla crescita. In questo chiediamo discontinuità e un vero e proprio Piano del Lavoro.. Se prevarrà il “mantra” del rigore e del puro continuismo, ci vorranno anni per assistere ( forse) ad apprezzabili risultati sul piano della crescita e dell’occupazione.” La Regione riconferma anche per il 2014 l'impegno per l'integrazione del reddito per i lavoratori che usufruiscono dei contratti di solidarietà nelle aziende che rientrano nel regime di Cassa integrazione straordinaria (ovvero le aziende sopra i 15 dipendenti). E' questo il contenuto della delibera approvata oggi dalla giunta e che l'assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini ha illustrato nel pomeriggio ai segretari di Cgil, Cisl e Uil fiorentine nel corso dell'incontro richiesto dalle organizzazioni sindacali per fare il punto sugli ammortizzatori sociali. Governo taglia, Regione integra.
Con la legge finanziaria 2014, l'integrazione a carico del ministero è stata ridotta dall'80 al 70% della retribuzione persa. Per attutire la perdita, la Regione, con uno stanziamento iniziale di circa 6 milioni, ha deciso di corrispondere una integrazione pari al 15% del trattamento perso, rendendo così invariata la somma erogata dalla Regione. I lavoratori toscani potranno così raggiungere, nonostante la riduzione a livello nazionale, circa l'80% della retribuzione. "A fronte di un governo che taglia – annuncia Simoncini – la Regione ha deciso invece di mantenere l'impegno a sostegno del reddito dei lavoratori che utilizzano i contratti di solidarietà.
Come Regione siamo convinti che questo strumento debba essere incentivato, a discapito di forme meno efficaci come la cassa integrazione o la mobilità, anche nelle more di una riforma degli ammortizzatori sociali che veda il superamento della cassa in deroga, per andare verso un sussidio universalistico". Dal 2009 ad oggi i lavoratori per i quali sono state erogate integrazioni al reddito sono stati circa 16 mila. Per la Regione ciò ha comportato una spesa di circa 19 milioni di euro. Domande in aumento. "Ma il numero delle domande è in continuo aumento e per questo abbiamo pensato fosse doveroso - dice Simoncini - in una fase che resta di vera e propria emergenza sociale, mantenere invariato l'impegno della Regione per incentivare l'uso di uno strumento che si rivela particolarmente efficace per mantenere sul mercato aziende e posti di lavoro ed evitare la dispersione di importanti pezzi del sistema produttivo toscano".
Per quanto riguarda le aziende che non rientrano in regime di Cigs, la finanziaria non ha apportato modifiche e resta invariata la quota a carico della Regione che, come per le aziende artigiane, si pone l'obiettivo di concorrere a raggiungere circa il 70% della retribuzione persa. Cassa integrazione in deroga. L'assessore ha poi fatto il punto anche sugli altri ammortizzatori sociali, in particolare sulla Cassa integrazione e la mobilità in deroga. "Abbiamo autorizzato tutte le domande del 2013 che potevamo autorizzare con le ultime risorse assegnateci dal ministero – avverte Simoncini – siamo così arrivati a dare risposta a circa 2400 domande di cassa integrazione e a 40 di mobilità in deroga, tutte presentate nel 2013, per un totale di 9.800 lavoratori.
Purtroppo non riusciamo nemmeno ad esaurire tutto il 2013, arrivando a malapena a coprire il mese di luglio e fino al 20 di agosto. Per il resto aspettiamo ancora le risorse e giriamo la domanda al nuovo governo che si sta formando, facendo presente la drammaticità della situazione". Restano ancora prive di copertura 6.950 domande, per oltre 19 mila lavoratori, per far fronte alle quali sarebbero necessari ancora altri 40 milioni di euro. "Questi numeri - osserva Simoncini - rispecchiano situazioni difficilissime, di migliaia di lavoratori senza reddito che, da mesi, aspettano di poter ricevere la copertura cui hanno diritto.
Una situazione che continua a profilarsi come un'emergenza sociale che non può essere ignorata". Ammortizzatori in Toscana. Nel gennaio 2014 le ore di Cassa integrazione sono diminuite complessivamente del -22,6% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. In calo sono soprattutto le ore di Cassa ordinaria, mentre restano analoghe quelle di Cigs e in calo quelle della cassa in deroga. Quest'ultimo dato è falsato, però, dal blocco delle autorizzazioni legato all'esaurimento dei fondi.
Nel corso del 2013 la Cassa integrazione è aumentata del 3,2% rispetto al 2012, a fronte del -1,4% italiano. La straordinaria aumenta di +22,1%,l'ordinaria del +16,9%. In termini assoluti le ore sono state 55 milioni e 600 mila, equivalenti a circa 32.700 posti di lavoro a tempo pieno. A livello territoriale, le province in cui si sono registrati aumenti sono Pisa, Siena, Firenze e Grosseto. In diminuzione Massa Carrara, Arezzo, Pistoia e Livorno e stabili Lucca e Prato. Nel 2013 le ore di cassa integrazione autorizzate alle imprese della provincia di Firenze ammontano a 15.729.833 ore con un incremento di oltre 1.730.
733 pari al +12,4 per cento. Il Presidente della Provincia di Firenze e assessore al Lavoro Andrea Barducci, svolgendo una comunicazione sul tema In Consiglio avverte che scomponendo il dato per le singole tipologie si registra una crescita rispetto al 2012. La cassa integrazione straordinaria passa dai 6,6 milioni di ore del 2012 a 8,2 milioni del 2013 con un incremento percentuale del 24,3 per cento; la cassa ordinaria registra nel 2013 una richiesta di oltre 3 milioni di ore con una crescita del +22 per cento.
La cassa in deroga evidenzia d'altra parte una leggera flessione pari al 9 per cento pur rimanendo rispetto all'anno precedente su valori non trascurabili: 4,4 milioni. Si nota dunque una massiccia richiesta di cassa straordinaria dovuta ad eventi strutturali e quindi con maggiori preoccupazioni sulla tenuta occupazionale delle aziende coinvolte in processi di crisi e, per la prima volta, una leggera riduzione della cassa in deroga. Le ore di cassa integrazione nel solo mese di dicembre 2013 mettono in rilievo una forte contrazione di oltre 933 mila ore, passando da 1,950 milioni di ore del dicembre 2012 a 1,010 milioni di ore del 2013.
E' evidente che questo dato, certamente positivo, deve trovare conferma nell'analisi dei prossimi mesi. Se invece analizziamo le ore di cassa integrazione nel periodo compreso tra il 2007 (data di inizio della crisi finanziaria) ed il 2013 le ore complessive risultano essere state oltre 67 milioni. Considerando che le ore lavorabili in un anno sono 1670 è come se in questi sette anni non avessero mai lavorato oltre 40 mila persone. "I dati non dicono - commenta Marco Cordone per la Lega Nord - che dietro i numeri ci sono esseri umani e le loro famiglie.
Le crisi aziendali riguardano ben 120 mila lavoratori". La crisi, rileva Andrea Calò, "è dura e persistente l'attenuazione registrata non dissipa la necessità di promuovere strumenti di sostegno per i lavoratori. In attesa della legge sul reddito minimo, non si possono e non si devono abbandonare gli ammortizzatori sociali". Per Salvatore Barillari (Gruppo Misto) "gli ammortizzatori non possono diventare uno status. Ci sono responsabilità oggettive, da affrontare ascoltando i lavoratori e gli imprenditori, partendo da Confindustia, Confartigianto, Confedilizia e sindacati.
Difficile dare garanzie sul lavoro se alle imprese non vengono offerte prospettive". Il capogruppo del Pd Stefano Prosperi ha messo l'accento sulle attività condotte dall'Ente per cogliere le occasioni di confronto e di azione nelle vertenze, ringraziando la giunta provinciale: "Per porta nostra continueremo ad essere attenti e a monitorare le situazioni occupazionali fino all'ultimo giorno di legislatura". Il negozio Leroy Marlin a I GIGLI, attività presente fino dall'apertura del centro commerciale, ha provveduto a licenziare un lavoratore in malattia per il superamento del periodo di comporto.
"Un atto che non si era mai verificato in questa azienda che ha sempre ricercato soluzioni ai problemi. Questa volta invece ha proceduto celermente al licenziamento nel momento di maggiore difficoltà di questo lavoratore, ovvero durante una malattia particolarmente importante e prolungata. Di fronte a questa decisione, che lede la dignità del lavoratore e che ha generato molto sconcerto tra i colleghi abbiamo chiesto all'azienda di ritirare il provvedimento e ricercare soluzioni alternative. La ricerca di una soluzione alternativa al licenziamento infatti sarebbe una scelta di buon senso e di sensibilità umana che ripristinerebbe serenità in una azienda che non ha visto mai, fino ad oggi, comportamenti così radicali.
Una scelta diversa da parte aziendale ci porterebbe a mettere in campo tutte le azioni volte a fermare questo atto insensato" FILCAMS CGIL Firenze.