Matteo Renzi Presidente del Consiglio, è questione di ore. Fino a ieri si aspettavano le nuove elezioni, previa votazione dell'Italicum, la nuova legge elettorale italiana costruita in tempi record dal segretario del PD e dal leader dei moderati e della rinata Forza Italia, Silvio Berlusconi. Il Presidente Giorgio Napolitano non ha intenzione alcuna però di sciogliere le Camere, passaggio costituzionale fondamentale per poter tornare al voto, da qui la scalata del sindaco di Firenze verso Palazzo Chigi.
'Staffetta', così è stata chiamata questa "opportunità per l'Italia" di essere guidata da un nuovo Capo del Governo ed una nuova squadra di ministri e di parlamentari che restano gli stessi del 33% fisso. Ed Enrico Letta? Così scrive Letta l'8 febbraio su Facebook: "La settimana prossima dopo essermi consultato con il Capo dello Stato assumerò un'iniziativa per arrivare al nuovo patto sul programma". Non ha fatto in tempo, ha sbagliato il rigore? L'attenzione è sui movimenti di Renzi.
Renzi parla con Letta, Renzi parlerà con Napolitano, Renzi parlerà con i suoi e successivamente all'Italia. Il momento tanto atteso (due campagne elettorali e due corse per le Primarie di partito) è quasi arrivato. Matteo Renzi al termine dell'incontro: "Leggo tante ricostruzioni, ipotesi, idee sul futuro del Governo. Quello che devo dire io, lo dico a viso aperto, come sempre senza troppi giri di parole. Domani, in direzione, alle 15. Ovviamente in streaming" Tiziano Renzi padre di Matteo così posta su Facebook: "Ricevo, e devo dire con piacere, appassionati post che mi implorano di sconsigliare Matteo dall'accettare il trappolone.
Premesso che moltissimi ragionamenti sono condivisibili e logici, io non sono però in condizione di conoscere e quindi di consigliare alternative, vista l'opposizione di Napolitano alle elezioni anticipate. Vi devo anche confessare che Matteo ascolta tutti i consigli, ma poi decide di testa sua, aggiungerei per fortuna. Comunque, per onesta, anche se fossi ciecamente convinto che mio figlio stesse assumendosi un rischio elevatissimo di battere una boccata, mai e poi mai suggerirei di NON affrontare il rischio, e per dirla con le sue parole, mai e poi mai suggerirei di rifiutarsi di battere un calcio di rigore per paura di sbagliarlo.
Grazie dell'attenzione augh" Questo il commento che il presidente della Giunta toscana affida ai Social: "Napolitano aspetta il PD. Quindi il suo segretario Matteo Renzi. La scelta è chiara: o un governo Letta, fortemente sostenuto dal PD, con un programma nuovo e, almeno in parte, uomini e donne nuove, o un governo nuovo con Renzi presidente del consiglio. Tertium non datur. Io dico soltanto che bisogna decidere presto, che il segretario deve decidere. Il Paese e i suoi problemi non possono aspettare i nostri comodi e neppure le nostre incertezze" così Enrico Rossi. In tutto questo sullo sfondo c'è Firenze (fino a ieri in primo piano e per molti ci tornerà presto), con la corsa a Palazzo Vecchio che rischia di perdere il cavallo vincente.
Gli scommettitori sono in ansia. Stracciata la giocata sicura, cosa si fa? Chi non intendeva candidarsi perché senza chance adesso ci ripensa. Chi si è mosso per tempo rivendica il diritto di prelazione. Inoltre ci sono le piccole realtà che hanno iniziato ad affacciarsi nelle ultime settimane e pretendono adesso un posto nella contesa; sono la chiamata all'unione di tutti quei movimenti cittadini forti solo 5 anni fa e poi sfilacciatisi nel corso della legislatura Renzi. Chi infatti si è appoggiato alla nuova corrente PD, chi ha rinunciato per avanzati termini di età, chi ha preferito saltare un turno.
Ma la cenere è ancora calda, pare. Le Primarie del PD tornerebbero di moda: tempi stretti per Dario Nardella, Eugenio Giani e Stefania Saccardi. Il centrodestra indeciso che voleva le Primarie, ma mancavano i nomi da mandare alle urne (aspetto non trascurabile), adesso potrebbe recuperare in un attimo il terreno perso: tempi strettissimi. Achille Totaro, Guglielmo Picchi, Marco Stella e Mario Razzanelli sono pronti. C'è poi il Movimento 5 Stelle vivo ed attivo ed in cerca di un Leader alla Pizzarotti, scelto dalla gente, tra la gente, partitico ma civile.
Una figura spendibile con la presentazione di Beppe Grillo, ma libero, liberissimo di poter correre da solo: impresa difficile, ma non impossibile. Firenze sarà comunque il Feudo di Matteo Renzi Presidente, avrà quell'occhio di riguardo che in tanti aspettano dai tempi di Lamberto Dini con la velocità, il carisma, il 'Calore' della nuova era politica. Ma sarà una Firenze diversa, orfana di una guida che, amata oppure odiata, non passerà inosservata nella storia della città del giglio. Difficile per chi va via: Roma è diversa.
Difficile per chi resta. AntLen