Il complesso di Sant'Orsola potrebbe diventare area residenziale con abitazioni pubbliche e private e con alberghi e ristoranti. Questa sarebbe la svolta imposta dal Comune di Firenze ed accettata di buon grado dalla Provincia di Firenze con l'appoggio della Regione Toscana pronta ad attingere anche ai fondi europei previsti per la programmazione dei prossimi 5 anni. L'incontro che avrebbe dovuto tenersi a fine dicembre 2013 è slittato e sarebbe imminente. Fa seguito al tavolo urbanistico del 19 dicembre scorso con 250 partecipanti addetti ai lavori che ancora non sapevano che il paventato auditorium sarebbe diventato un ingresso, soggiorno con angolo cottura. Una "concessione" che permetta al privato di investire con utilità e proporre un progetto capace di incidere sulla destinazione d'uso. Questa l'idea praticata al momento.
Tra Cultura e cultura insomma ci sarebbe di mezzo il profitto. Il privato non lavora per la gloria del pubblico. Un vero e proprio progetto non esiste ancora, Matteo Renzi nelle settimane scorse (inaugurazione Eataly) ha parlato di fine Marzo. Se avessi una casa nel centro storico di Firenze, in piena area Unesco e la lasciassi nel totale abbandono esposta alle intemperie qualcuno mi verrebbe ad intimare di provvedere in maniera urgente al gravoso danno d'immagine. Non solo.
Anche l'amico più antipatico mi avrebbe messo in guardia dal lasciare andare in malora un bene in area vincolata con il rischio di vedere quotidianamente aumentare il costo dell'opera di recupero. Più tempo passa, più aumentano i danni, più sarà difficile tornare allo stato originale. Infine, se avessi un immobile in centro a Firenze che ospita chiostri e vecchie sagrestie, collegate da porticati e completato da una chiesa e cripte rinascimentali e non lo condividessi con nessuno sarei un nemico dell'umanità. Sant'Orsola è stata un Convento fino all'800 poi, mantendendo alcune aree intatte, è diventata Manifattura Tabacchi e successivamente stabile adibito al ricovero di esuli ed emigrati.
San Lorenzo, il quartiere, è il cuore pulsante di Firenze, tra commercio, religione e palazzi del potere: la Basilica della famiglia Medici con tombe e strutture disegnate da Michelangelo, il Palazzo nuovo dei nobili fiorentini con la Cavalcata dei Magi di Benozzo Gozzoli, il Mercato Centrale ed il Mercato ambulante più famoso d'Italia. In via Taddea è nato Carlo Lorenzini, l'autore di Pinocchio il libro più tradotto dopo la Sacra Bibbia. In Sant'Orsola si presume vi sia sepolta Lisa Gherardini del Giocondo, la più accreditata modella del quadro di Leonardo che vale da solo il prestigio di tutto il Museo del Louvre. Non parliamo propriamente di un posto come tanti. Sant'Orsola, una struttura di quasi 20mila metri quadrati e di 60mila metri cubi è stata chiusa.
Bene, con i mattoni e le inferriate. Murata, nascosta al mondo come si nascondono i bambini che sollevano una tenda troppo corta che lascia intravedere i piedi. Regione Toscana, Provincia di Firenze e Comune di Firenze hanno assistito al decadimento strutturale senza muovere un dito. Hanno guardato, forse, voltando spesso le spalle a ciò che piano piano è accaduto. Non sono bastati i tentativi esterni, come quello della Guardia di Finanza, di restituire un senso al cubo magico.
Sant'Orsola non può essere una caserma si è detto e neppure un ufficio pubblico. Sant'Orsola è di Firenze e deve essere restituita ai fiorentini. Come? Neppure l'Amministrazione Renzi a Palazzo Medici ha saputo trovare una soluzione producendo solo atti burocratici ed un lascito, una sorta di legato testamentario utile alla bisogna, che la nuova Amministrazione ha più volte dichiarato di non aver trovato. La nuova presidenza con Andrea Barducci ha realizzato un Project con l'idea di creare spazi letterari, aree tematiche, un auditorium, e forse un museo sfruttando l'opera del Comitato per la Valorizzazione dei Beni Culturali che con il professor Silvano Vinceti ha compiuto scavi archeologici per la ricerca di Lisa Gherardini. Il project, 30 milioni, non ha incuriosito né stimolato alcun imprenditore.
A questo punto il Comune è tornato alla carica e Matteo Renzi ha chiesto la concessione del bene dalla Provincia per poter seguire altre strade. I tre soggetti istituzionali Regione, Provincia e Comune sono dunque decisi a correre ai ripari prima che un crollo strutturale segua quello sociale e della credibilità istituzionale di Firenze. Perché diciamolo, se avessi un immobile in centro storico che necessita di opere di restauro, lo scarso buon esempio offertomi da chi governa il territorio, mi farebbe voltare le spalle senza troppi rimorsi. Antonio Lenoci