FIRENZE - Cento anni e non dimostrarli. Il Museo Civico Archeologico di Fiesole si presenta all’importante ricorrenza con tre iniziative che dimostrano la sua dinamicità, e lo stretto rapporto che mantiene con il territorio. Amena cittadina, Fiesole, incastonata come una gemma sui colli fiorentini, ricca di storia e di fascino, che conserva le testimonianze di Etruschi, Romani e Longobardi, un variegato sedimento storico che ci parla attraverso steli funerarie, fregi marmorei, sculture e statuette votive, conservate appunto nelle prestigiose sale del Museo.
Al quale, per il suo centenario, rende omaggio l’elegante volume edito da Polistampa, arricchito da un bell’apparato fotografico, curato da Marco De Marco, conservatore dei musei fiesolani, e raccoglie testi di Carlo Salvianti, Mario Cantini, del Soprintendente per la Toscana Andrea Pessina, e del Funzionario Archeologico Carlotta Cianferoni. Fra le sua pagine, si ripercorre la storia di questa importante istituzione culturale cittadina, guidati da una cronologia introduttiva che dalle prime campagne di scavi, giunge sino al presente, riportando alla luce quelle personalità, laiche ed ecclesiastiche, che hanno dato il loro contributo alla riscoperta della città antica.
Mano a mano che i reperti si accumulavano, ed essendo consapevole della loro importanza storico-artistica, nel 1878 il Comune di Fiesole approvò la costituzione di un apposito museo, ospitato al primo piano del Palazzo Pretorio. Racchiuso in sole due sale, e gestito con piglio dilettantesco, ma non per questo insincero, questo museo era una curiosa mescolanza di esposizione d’arte antica, e documentazione storico-topografica. Riuscì tuttavia a interessare un pubblico che per l’epoca era abbastanza numeroso.
Parallelamente alla città che cambia, andando incontro al progresso industriale, anche il Museo Civico conosce una nuova fesa, trasferendosi, nel 1914, nel nuovo edificio appostimene costruito su progetto di Ezio Cerpi, ingegnere della Soprintendenza, il quale si ispirò, nelle forme, all’architettura monumentale prussiana di stampo neoclassico. Una scelta che conferì solennità all’edificio, assieme a una freddezza che poco ha a che fare con la tradizione toscana. Comunque sia, attraverso la storia del Museo e delle campagne di scavi, scorre davanti agli occhi del lettore, la storia della stessa Fiesole, città ad obbligata vocazione culturale, inserita in un paesaggio di amena bellezza.
A completare il volume, un ampio catalogo illustrativo di una selezione dei tanti tesori conservati nel Museo. Il volume sarà presentato al pubblico con una cerimonia che si terrà domenica 22 dicembre nella Sala Costantini del Museo Archeologico. Ad arricchire il centenario, anche una mostra, che si terrà dal 9 aprile al 30 ottobre prossimi, Fiesole e i Longobardi, realizzata in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Artistici della Toscana e dedicata alla presenza di questo popolo sui colli fiorentini.
Un evento importante, perché prevede l’esposizione, per la prima volta in assoluto, dei corredi funerari longobardi, rivenuti nei dintorni di Fiesole. Questa, infatti, fu cittadella fortificata di notevole importanza strategica lungo la via per l’Appennino, e al momento sono state rinvenute oltre quaranta tumuli sepolcrali. Infine, a suggellare le celebrazioni per il centenario del Museo, un’iniziativa di carattere estetico, ovvero la realizzazione di un’apposita fragranza dedicata alla città di Fiesole, realizzata dall’Antica Officina del Farmacista, casa profumiera artigiana locale.
Un modo per coinvolgere quell’artigianato artistico che, assieme ai reperti del passato, è patrimonio importante del territorio fiesolano. L’attività a Fiesole non si ferma qui, poiché proseguono gli scavi nell’area archeologica di Via Garibaldi, accompagnati da numerosi studi sia sui reperti di recente scoperta, sia su quelli di acquisizione più antica, che sono oggetto di nuove interpretazioni in funzione delle maggiori conoscenze conquistate negli ultimi tempi. Di particolare interesse fra gli archeologi, la cosiddetta Lupa di Fiesole (nella foto), statua bronzea etrusca della quale s’ignora la collocazione e lo scopo. Ma il Museo continua il dialogo fra il presente e il passato, per tenere vive quelle radici storiche dalle quali discendiamo.
Niccolò Lucarelli