Il prossimo 30 novembre in tutta la Regione Toscana si svolgeranno le elezioni per la nomina dei consigli di amministrazione dei 6 Consorzi di Bonifica istituiti a livello regionale. La Regione Toscana, pur non essendo tenuta a farlo, ha concordato con tutti i soggetti istituzionali una campagna d'informazione su radio, tv locali e siti web, al fine di informare al meglio i cittadini e di garantire una maggiore partecipazione alle prossime elezioni. Il costo complessivo di questa tornata elettorale è stimato in oltre 1 milione di euro che verranno così distolti dalle opere di manutenzione. In una regione dove 280 comuni sono in zone a rischio idrogeologico, e dove 10 dei 7 capoluoghi presenti - Firenze, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Prato e Pistoia - presentano addirittura il 100% dei comuni a rischio, la riforma dei consorzi è un momento storico ed essenziale per contribuire a rendere la Toscana più sicura grazie anche alla possibilità di affidare alle imprese agricole parte della manutenzione del territorio.
Complessivamente sono 1.441.770 gli aventi diritto al voto (proprietari di terreni ed immobili) che voteranno nei 349 seggi regionali aperti dalla 8 alle 20. "Rimane alquanto difficile partecipare a questa giornata di alto esercizio di democrazia, considerando come la Regione Toscana -interviene l'RSU della Provincia di Firenze-, auspichi da tempo che nessun Consiglio Provinciale o Presidente di Provincia debba essere rinnovato, prevedendo addirittura l'eliminazione dell'istituzione PROVINCIA, perche' inutile e costosa.
Rimane difficile consolarsi di fronte a questo strano senso civico, in cui liste e candidati sono gli stessi che proclamano di voler chiudere i Consorzi, eliminare le Province e ridurre burocrazia e Carrozzoni. Come è impossibile rimanere in silenzio di fronte alla contraddizione che è uno spreco far eleggere i rappresentanti delle Province mentre è alto senso democratico impegnarsi nelle elezioni dirette di un gruppo ristretto di elettori (pari al 2-3% di cittadini), eletti per casta, reddito e addirittura per delega , magari con liste di candidati di parte, o che il giorno prima hanno fatto ricorsi legali proprio contro i Consorzi stessi.
Difficile non ricordare a tutti i cittadini come le PROVINCE svolgano già questo compito su fossi maggiori e canali diversi, e che sarebbe più semplice assegnare loro anche le competenze di questi nuovi Enti, da subito e con il personale proprio oltre a quello dei consorzi; in questo modo si eviterebbe di spendere il 30% circa del contributo dei cittadini in nuovi apparati, stipendi ai Presidenti, costi dei consigli, sedi etc.. Sarebbe sufficiente impiegare parte del contributo insieme alle risorse della difesa del suolo per garantire una maggiore e piu' efficace presenza sul territorio e investimenti pubblici ed evitando nuovi doppioni.
Il 30 Novembre la Toscana mentre DEVE procedere a garantire, per le proprie antiche radici democratiche, questo esercizio di partecipazione, rimane invece indifferente e inerme di fronte allo svuotamento e prossima soppressione di una vera ISTITUZIONE prevista dalla Costituzione. Noi come dipendenti e lavoratori delle Province non possiamo rimanere indifferenti davanti a una Regione così poco sensibile e incurante dell'evidente peggioramento dei servizi e dell'aumento dei costi per i cittadini dovuto al proliferare di Enti e carrozzoni che, anche con le nuove Unioni dei Comuni, si stanno creando in sostituzione delle Province". I lavoratori delle Province, ormai da due anni, sono coinvolti in processi di riordino volti alla soppressione delle Province e di gran parte dei servizi erogati.
La RSU della Provincia di Arezzo ritiene inaccettabile e sbagliata la scelta della Regione Toscana di destinare ingenti risorse, oltre 1 milione di euro, per garantire e auspicare la massima partecipazione popolare a questa tornata elettorale nel mentre, istituzioni e partiti, sono concordi ed impegnati ad eliminare dalla costituzione e dalla organizzazione dello Stato locale le Province Enti istituzionali previste nella Carta costituzionale: "Denunciano che mentre si sta con urgenza svuotando le Province di funzioni e attività, in raioni di riordini e semplificazioni, con i Consorzi ma anche con le future nuove Unioni dei Comuni, si favoriscono duplicazioni di nuovi Enti e doppioni di comptenze che finiscono per aumentare costi dei servizi, spese di gestione oltre che aumentare la burocrazioa e distrarre le risorse necessarie per gli investimenti.
I lavoratori della Provincia ricordano come già le province svolgano funzioni simili e che, la vera riforma è quella che riduce i doppioni, evita nuovi Enti intermedi e riporta i compiti dipsersi in mille rivoli all'interno delle Province( come ad esempio la Difesa del Suolo), così da ottenere veri e concreti risparmio ed evitando la sistematica e drammatica riduzione dei servizi e risorse destinati al territorio che invece sono annunciati con il Disegno di Legge del Ministro del Rio ma anche con la fantomatica parziale e confusa Riforma Costituzionale". Meglio i contadini che i politici.
Solo il 3% affiderebbe ad un rappresentante del mondo della politica la gestione della manutenzione e della messa in sicurezza del territorio. Consenso unanime per gli agricoltori: l’80% li vorrebbe in prima linea nella governance dei futuri Consorzi di Bonifica. Consensi misurati per gli ambientalisti (6%) mentre l’11% si fiderebbe di comitati cittadini o locali. E’ il risultato finale di un sondaggio realizzato da Coldiretti in vista dell’appuntamento, sabato 30 novembre, con le votazioni degli organi consortili dei nuovi consorzi di bonifica regionali.
Per 8 toscani su 10 la figura dell’agricoltore è la più adatta, vista anche la natura pratica dell’esperienza che ogni giorno dedicano alla gestione del territorio, per contribuire a stabilire le regole che governeranno i futuri interventi di ordinaria manutenzione e di prevenzione. Attraverso lo strumento delle elezioni gli agricoltori sono intenzionati a riconquistare il riconoscimento di “custodi e sentinelle” del territorio, a tutela e difesa della biodiversità, all’interno delle assemblea consortili dei 6 nuovi consorzi (Toscana Nord, Alto Valdarno, Medio Valdarno, Basso Valdarno, Toscana Costa, Toscana Sud).
Ed è proprio attorno alla figura dell’agricoltore-custode che Coldiretti ha costruito il percorso con cui ha scelto gli imprenditori agricoli chiamati a rappresentare, all’interno delle liste e delle sezioni, il mondo dell’agricoltura e delle imprese agricole. Quello che Coldiretti vuole portare all’interno delle assemblee consortili è un mondo fatto di competenze, esperienza, conoscenza quotidiana del territorio e di presidio costante, passione e di tutela improntata alla necessità di garantire attraverso il reddito agricolo la propria permanenza in quei territori strategici come montagne, colline e aree rurali marginali.
“L’agricoltura non può essere esclusa dalla gestione del territorio; – spiega Coldiretti invitando a partecipare alle votazioni per i nuovi Consorzi di Bonifica – l’espressione di questo voto sarà di fondamentale importanza per la pianificazione di tutti gli interventi di ordinaria manutenzione e di messa in sicurezza di una regione fragile, più volte ferita, dove spesso la scarsa cura è stata causa di morte, dolore, devastazione, disagi e danni”.