Il Presidente del Senato ha dichiarato ufficialmente la prossima sostituzione dell'ormai ex senatore Silvio Berlusconi secondo il voto espresso dal collegio della Regione Molise presso il quale il Cavaliere era stato eletto. Venute meno le condizioni che garantiscono l'eleggibilità a senatore. Dopo 19 anni Berlusconi decade da una carica istituzionale e resta fuori dal Parlamento. Una riflessione che non è sfuggita in queste ore è la seguente: fuori dal Parlamento italiano sono anche Beppe Grillo e Matteo Renzi, altri due leader carismatici, l'uno della sinistra e l'altro dell'antipolitica, una situazione che esprime nel bene e nel male la condizione politica dell'Italia. Reazioni e riflessioni sulla decadenza di Berlusconi arrivano anche dalla Toscana.
Anche da Firenze sono partiti autobus organizzati per le manifestazioni previste a Roma in occasione del voto atteso entro la giornata di oggi. Silvio Berlusconi tiene un comizio davanti a Palazzo Grazioli durante le dichiarazioni di voto, sventolano bandiere di Forza Italia, mentre in altre parti di Roma si festeggia la "Liberazione". "Oggi si vota la decadenza di Berlusconi. E ieri si è votata la legge di stabilità. Forza italia non sostiene più il governo. Chi accusava il PD, Letta e Napolitano di tenere in piedi il governo di necessità per salvare Berlusconi, ora, se fosse galantuomo, dovrebbe dire che si è sbagliato.
Non dico che i grillini, il Fatto Quotidiano e pure parte di Repubblica dovrebbero chiedere scusa, ma almeno dire che non avevano capito e che avevano sottovalutato il rispetto della legge e il rigore democratico del PD, di Letta e di Napolitano. È ovvio, anche a me il governo di necessità non piace e non voglio che si faccia di necessità virtù. Ora attenzione ai proclami eversivi del Caimano e massima vigilanza democratica" così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. "La decadenza di Silvio Berlusconi è la normale conseguenza dell'applicazione della legge Severino, voluta e votata dallo stesso centro-destra.
Si riconosce che la legge è uguale per tutti". E' quanto ha dichiarato la senatrice fiorentina del Pd Rosa Maria Di Giorgi, a margine del dibattito sulla decadenza di Silvio Berlusconi a Palazzo Madama. "Dopo tre gradi di giudizio - conclude la senatrice Di Giorgi -, correttezza avrebbe voluto che fosse lo stesso Berlusconi a fare un passo indietro, senza attendere il voto dell'aula. Non si elimina un avversario, ma si applica la legge, principio valido in ogni Stato di diritto, senza che nessuno invochi l'intervento della piazza.
In quanto all'agibilità politica, voglio citare gli esempi di Vendola, Grillo e Renzi, tre leader che non sono in Parlamento, ma che non mi sembra siano esclusi dall'agone politico nazionale". “Massima solidarietà umana e politica nei confronti del Presidente Berlusconi. Il voto sulla decadenza è frutto di un’evidente ed inutile forzatura giuridica e di un grave errore politico da parte del PD e della sinistra. Non si è voluto attendere l’esaurimento della vicenda giudiziaria, che invece è ancora aperta a livello delle Corti o europee e, prevedibilmente, in sede di revisione del processo" così Alberto Magnolfi Presidente Gruppo regionale NCD. "Con lo stesso pervicace atteggiamento si erano lesi, nella commissione parlamentare, i diritti della difesa, rifiutando di dare ingresso al ricorso alla Consulta sul tema controverso tra i giuristi dell’applicazione retroattiva della legge “Severino”. Tutto ciò è stato tenacemente perseguito senza considerare le gravi ripercussioni di carattere politico generale e nonostante l’imminenza della decisione giudiziaria, che determinerà comunque un periodo d’interdizione dai pubblici uffici per il Presidente Berlusconi, quale pena accessoria della sentenza penale divenuta definitiva. Un accanimento inutile ed inusitato, che corona in maniera amara ed imbarazzante un lungo periodo di lotta politica condotto, dalla sinistra in un clima di esasperazione estraneo al costume delle democrazie più avanzate” "Il Parlamento non è chiamato a fare una valutazione di merito - scrive su Facebook il consigliere regionale Mauro Romanelli - a valutare delle prove o la fondatezza di un'inchiesta.
Non è come la richiesta di un'autorizzazione a procedere. Il Parlamento è chiamato a PRENDERE ATTO di una condanna definitiva, che prevede la decadenza immediata dal ruolo. Il Civit, l'organismo indipendente che sovrintende all'applicazione della Legge anticorruzione (Legge votata anche da Berlusconi), ha precisato che non si tratta di applicazione retroattiva, poichè Berlusconi al momento della candidatura si trovava in uno stato di procedimento aperto che poteva portare alla sua decadenza, quindi in qualche maniera la sua candidatura e la sua elezione erano comunque valide sub-iudice. L'automatismo della decadenza è tale che alcuni giuristi hanno addirittura ipotizzato che anche qualora il Parlamento votasse contro, rifiutandosi di "prendere atto" della decadenza, probabilmente Berlusconi sarebbe da considerarsi comunque decaduto.
Perciò, non si scappa. Non c'è alcun colpo di Stato in atto, nessuna faziosità. Solo il fatto che per una volta la Legge è uguale per tutti".