"Se fossi stato il segretario del Pd, avrei chiesto le dimissioni del Ministro Cancellieri. Non indigna la telefonata in cui si preoccupa di Giulia Ligresti, perche' se riceve una segnalazione di un problema reale, il problema non si pone. Mi scandalizza che il ministro della Giustizia dica alla compagna dell'arrestato che l'arresto non è giusto, non va bene'' così Matteo Renzi, ospite della trasmissione ''Servizio pubblico'' di Michele Santoro su La7.
Incalzato sull'argomento dagli altri ospiti in studio, Marco Travaglio e Maurizio Belpietro, il sindaco candidato Segretario risponde sulle dimissioni. La replica è immediata da parte del conduttore: "Si tratta di una affermazione importante, perché ora dobbiamo vedere cosa fanno i suoi in Parlamento, se non votano come dice lei allora lei conta poco". Sul ruolo del Segretario e del Premier si torna più volte: agli ospiti, compreso Massimo Cacciari in collegamento esterno, non torna il modello di PD che si verrebbe a creare.
"Un PD che non è mai nato - afferma amaramente Cacciari - nonostante anche io abbia contribuito a suo tempo per allevarlo. Se fossi Renzi starei molto attento alla cruna dell'ago attraverso cui passare: se diventasse Segretario non deve scendere a compromessi altrimenti verrebbe meno la carica del cambiamento e risulterebbe poco credibile, se invece ci va giù duro perché vorrebbe fare il Premier e dunque si impegna per far cadere Letta, insieme a Letta cadrebbe pure Renzi. L'Italia non può permettersi una crisi di Governo".
Più pesante Travaglio che definisce il PD come un insieme di "Clan e bande rivali". Matteo Renzi è chiamato a difendere l'onore del partito con l'onere del Segretario che dovrebbe imporre le linee politiche, quando sembra ancora una volta proporre una vera e propria rottura usando più volte il termine "Rottamazione". "Non ci sono riusciti in 25 anni, adesso lasciate provare noi", salvo poi essere ripreso da Belpietro e Travaglio che si scaldano sulla sedia e tuonano "Ma se sono saliti tutti sul carro, la vecchia nomenclatura è seduta attorno a te.
Non rischia di essere un abbraccio mortale?" Italia in bilico? ''Andare a elezioni anticipate non sarebbe una catastrofe ma non credo che avverrà, non credo sia il caso. Il 2014 è l'anno in cui capiamo se in Parlamento c'è il bluff: si è parlato per anni di riforme, il Pd ha una maggioranza schiacciante alla Camera e relativa al Senato: se ha gli attributi, incalzi la maggioranza parlamentare per vedere se le cose si fanno o no''. Altri temi trattati sono stati l'emergenza carceraria: ''Affrontarla partendo solo dall'amnistia e dall'indulto è inaccettabile perché la politica carceraria non si fa liberando con uno spot demagogico per un anno le persone ma riformando la Bossi-Fini o la Fini-Giovanardi''.
Legge elettorale: ''Il governo doveva fare la riforma della legge elettorale, sono tre anni, anche quando c'era Monti, che dicono sia urgentissima. Ora i gruppi in Parlamento hanno l'occasione di fare una legge elettorale dove chi arriva primo vince e al massimo per decidere chi vince si fa il ballottaggio, senza fare inciuci''. Pensioni d'oro: un intervento in studio da parte di un pensionato da 7mila euro lordi al mese mette in discussione il sistema ponendo l'attenzione su qualità e quantità dell'aspetto contributivo.
Renzi: "Se lei passa a 6500 euro vive comunque, io mi preoccupo di quelli che con 650 euro non ce la fanno". Ospiti in studio replicano che la contribuzione effettuata non è sempre proporzionale, eccezione poi vi sarebbe nell'evasione contributiva. L'accusa? "Non è tutto così semplice come lo farebbe apparire Renzi". Poi una promessa di attenzione particolare al sud. Come Silvio Berlusconi che nel 2008 organizzò un Consiglio dei Ministri alla Prefettura di Napoli? ''Se eletto alla segreteria del Pd - promette Renzi - la settimana successiva alle primarie il primo appuntamento sarà una visita nella Terra dei fuochi per dire che noi non stiamo nei nostri circoli ma affrontiamo i problemi reali". Caos tesseramenti: Il Pd ha proposto con metodo del silenzio-assenso una modifica del regolamento congressuale che prevede la sospensione del tesseramento dei nuovi iscritti dall'11 al 24 novembre, giorno della Convenzione nazionale.
Gianni Cuperlo si è detto d'accordo con questa proposta: ''Sospendere il tesseramento non vuol dire comprimere la partecipazione ma evitare altri fenomeni che non fanno il bene del Pd''. Renzi in linea con Cuperlo. Pippo Civati e Gianni Pittella non hanno accolto con entusiasmo la proposta. AntLen