La Toscana si ferma domani mercoledì 13 novembre, giorno scelto da Cgil-Cisl-Uil della Toscana per l'adesione allo sciopero generale indetto dai sindacati nazionali con l'obiettivo di modificare la Legge di Stabilità, che il governo sta varando, con interventi in direzione dell'equità, del lavoro e dello sviluppo. Tra le richieste al governo: meno tasse a lavoratori e pensionati, investimenti a sostegno dell'occupazione, rivalutazione delle pensioni, efficientamento della spesa pubblica e rinnovo del Contratto nazionale del pubblico impiego, rifinanziamento della Cassa integrazione, lotta all'evasione fiscale, correzione delle iniquità della nuova tassazione immobiliare. Oltre allo sciopero unitario, che sarà di quattro ore (la mattina, salvo diverse disposizioni dei territori o delle categorie), in ogni provincia della Toscana ci sarà un'iniziativa di Cgil-Cisl-Uil. “Questo sciopero è una iniziativa importante in un momento difficile.
Eppure proprio perché scioperare in una situazione così non è semplice, l’iniziativa unitaria assume una forza straordinaria - spiega il Segretario Generale di Cgil Toscana Alessio Gramolati -. Proprio questa forza oggi può cambiare il segno di una manovra che non ha equità e non sostiene la ripresa. Oggi in Parlamento sono in campo migliaia di emendamenti, spesso contraddittori. E come tali non danno un indirizzo, un’anima alla manovra finanziaria. La mobilitazione di questa settimana può fare la differenza: perché se il Paese reale si rimette in moto, il Paese delle chiacchiere si ritrae e noi abbiamo bisogno di fatti concreti non di discorsi.
E’ tempo di agire perché i problemi del Paese non possono più attendere. Non sprechiamo questa occasione: il 13 la Toscana che lavora faccia sentire la sua voce”. SEL Toscana aderisce allo sciopero indetto per domani da Cgil-Cisl-Uil per chiedere al governo profonde modifiche alla Legge di Stabilità, con interventi in direzione dell'equità, del lavoro e dello sviluppo: “Non ci siamo, non ci siamo per niente – commenta il coordinatore regionale di SEL Giuseppe Brogi – Le modalità con cui il Governo delle larghe intese si sta preparando a licenziare la Legge di Stabilità non solo non risolvono i problemi del Paese, ma anzi ne aggravano la situazione.
L'Italia non ha bisogno di una melassa inefficace e ingiusta, bensì di una serie di provvedimenti mirati che affrontino di petto i due corni fondamentali della crisi”. “Il primo – prosegue Brogi – è lo spostamento di ricchezza, gigantesco, vergognoso, dai salari verso le rendite avvenuto in questi anni, che ha creato forme di diseguaglianza e povertà insopportabili associate ad un inarrestabile avanzamento della precarietà. Il secondo, è la scomparsa di qualunque iniziativa politica volta a sostenere i settori fondamentali della produzione, dei servizi e della vita.
Il cuore del problema è tutto qui: recuperare risorse da chi ha di più, utilizzarle per promuovere nuova e buona occupazione e per salvaguardare lo stato sociale. Questa è la Legge di Stabilità che può portarci fuori dalla crisi”. “Sappiamo bene che questo approccio è ben distante dalla volontà del Governo Letta e della maggioranza che lo sostiene, come è ben distante dalle priorità fissate dall'Europa – dice ancora Brogi – Ma contrastare le disuguaglianze, promuovendo uno sviluppo diverso, valido socialmente ed ambientalmente è l'unica via possibile per disegnare un futuro più giusto.
Ecco perché SEL, domani, sarà in piazza con Cgil-Cisl-Uil. Ecco perchè SEL aderisce alla campagna attivata da Libera-Gruppo Abele contro la povertà. Ecco perché SEL intende combattere nelle aule parlamentari per cambiare radicalmente il segno ed i provvedimenti di una ingiusta ed inefficace Legge di stabilità”. Il Partito dei comunisti Italiani della Toscana aderisce con convinzione allo sciopero generale, proclamato da Cgil Cisl e Uil e previsto, in Toscana, per domani 13 novembre per protestare contro la Legge di Stabilità proposta dal governo.
Parteciperemo alle manifestazioni che si terranno in ogni provincia per ribadire la nostra contrarietà alla legge di Stabilità ed alla politica che esprime, quella per cui i lavoratori - ed in particolar modo i lavoratori dipendenti - sono coloro chiamati continuamente a fare sacrifici. Ancora una volta non si va verso una redistribuzione della ricchezza, principio peraltro stabilito dalla Costituzione, e neppure verso una ‘redistribuzione’ dei sacrifici, in un momento in cui i salari da lavoro dipendente già non garantiscono un'esistenza dignitosa.
Siamo convinti che sia necessario diminuire le tasse sul lavoro dipendente e sulle pensioni. L'impoverimento progressivo del paese è la dimostrazione palese che le politiche restrittive dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni - con continui aumenti dell’età pensionabile, dell'Iva e delle tasse - hanno peggiorato una situazione già difficile e allargato il divario tra poveri e ricchi. Vogliamo un governo che attui una politica industriale seria, che intervenga nei settori strategici come i trasporti , le banche e la metallurgia e che metta fine alle privatizzazioni. Per queste ragioni saremo in piazza al fianco dei lavoratori a chiedere che si inverta la rotta e che si costruisca un'Italia più giusta e più vivibile per tutti" Lucia Mango Segretario regionale Comunisti Italiani "Lo sciopero non è solo per la difesa dei lavoratori e dei pensionati, ma per salvare il Paese".
Questa le parole con cui il segretario generale della Uil Firenze, Vito Marchiani. "Anche questa legge di stabilità, come altre in passato, impoverisce lavoratori e famiglie distruggendo l'economia. Occorrerebbe fare l'opposto di quanto fa il governo Letta, cioè non tassare ma dare soldi alle famiglie così da stimolare i consumi. Non c'è alternativa". "Questo livello di tassazione è diventato insopportabile. Come si può chiedere alle persone di vivere con 700 euro al mese mentre la politica non è in grado di fare sacrifici anche minimi? - continua Marchiani -.
Dal 2007 al 2012 la pressione fiscale sulle famiglie è cresciuta passando dal 35,7 al 38,3%. Nel resto dell'Europa è invece diminuita dello 0,2%. Sul fronte occupazionale oggi abbiamo 1,2 milioni di disoccupati a cui, alla fine del 2013, si aggiungeranno ulteriori 800 mila cassa integrati che sicuramente non torneranno a lavorare. Non solo, nei prossimi tre anni il governo toglierà 4,1 miliardi sulle pensioni. Insomma, la situazione è drammatica e la ricetta non può essere nuove tasse". "Tutti i governi di questi ultimi anni, da Berlusconi a Letta, hanno fatto azioni contrarie al rilancio dell'Italia.
E non lo diciamo solo noi, ma anche organismi come la Bce e il FMI, i quali sostengono come non ci sia via d'uscita all'abbassamento della pressione fiscale per le famiglie e per i lavoratori. Cioè il contrario di quanto previsto nella legge di stabilità". Domani la FNS CISL Toscana aderisce allo SCIOPERO GENERALE di 4 ore proclamato dalle Confederazioni CGIL CISL e UIL della Toscana, "perché adesso il Parlamento ed il Governo decideranno il nostro futuro e quindi adesso serve che Tutte le Persone sostengano e partecipino attivamente alle iniziative che ovunque nella nostra regione saranno organizzate per domani.
Non c’è stata Assemblea, riunione od altra occasione d’incontro con Colleghe e Colleghi, nella quale non ci veniva chiesto se e quando fosse possibile scendere in piazza, per manifestare il dissenso e la diffusa non condivisione di quanto ci accade, come Lavoratrici e Lavoratori, ma anche e soprattutto come Cittadini. Premesso ciò e tenuto conto di quanto avviene nell’ultimo periodo, al fine di evitare di chiedere ulteriori sacrifici d’impegno ad ognuno dei Colleghi, abbiamo atteso la valutazione politico sindacale delle Confederazioni Sindacali ed in particolare della Nostra, la CISL.
Scioperiamo perché gli effetti della legge di stabilità che ci propongono avranno pesanti ricadute sui servizi fondamentali da assicurare ai Cittadini, per quanto attiene alla sicurezza ed al soccorso pubblico. L'incoerenza manifestata dal Governo è palese, con scelte che da un lato non dimostrano volontà d’investire sulla crescita e sulla riduzione dei costi del lavoro, mentre dall'altro vengono messi in ginocchio i servizi del soccorso e della sicurezza con tagli di bilancio e non consentendo la copertura del turn-over dopo gli avvenuti ed i prossimi programmabili pensionamenti.
Tutto questo, in relazione all'emergenze idrogeologiche, sismiche e ambientali ed a quella esplosiva del sovraffollamento delle carceri italiane, che rende incomprensibile per una Organizzazione come la nostra – la FNS CISL – che organizza il Personale del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, del Corpo Forestale dello Stato e del Corpo di Polizia Penitenziaria, le misure proposte, come ad esempio il blocco del rinnovo dei contratti, degli automatismi legati ai processi di avanzamento di carriera, oltre a quelli della retribuzione compreso il lavoro straordinario obbligatoriamente imposto, mortificando gli Addetti e minando il profondo senso di appartenenza del Personale ai Corpi dello Stato ed al dovere.
Anche per tali ragioni – oltre a quelle più generali che ci riguardano quali Cittadini - e ben espresse dalle Confederazioni CGIL CISL e UIL, le nostre Colleghe ed i Nostri Colleghi parteciperanno alle iniziative messe in campo in Toscana, così come faremo in ogni regione, confidando che il Parlamento correggerà il testo del provvedimento sulla Legge di Stabilità, restituendo certezze ai Cittadini, almeno sul versante della sicurezza e del soccorso pubblico" Fabrizio Ciuffini “La legge di stabilità così com’è non va, perché con essa non si danno risposte all’emergenza attuale che è quella del lavoro e della pressione fiscale abnorme, e si lasciano insoluti i grandi nodi italiani, a cominciare dalla riforma istituzionale e della pubblica amministrazione, con i suoi sprechi e le sue inefficienze.
Per questo saremo in piazza domani in Toscana.” E’ la dichiarazione del segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza, alla vigilia dello sciopero di 4 ore, proclamato dai sindacati confederali nazionali e che in Toscana verrà effettuato domani, con iniziative articolate a livello territoriali. Cerza domani concluderà il comizio in programma a Buonconvento (Siena), dove i sindacati senesi hanno deciso di tenere la manifestazione come segno di solidarietà a questo territorio recentemente colpito da un’alluvione che ha fatto pesanti danni anche al tessuto produttivo della zona.
“Ancora una volta –dice Cerza- si è scelto di non scegliere; si è preferito non scontentare nessuno, evitando così di aggredire il problema ed anzi rafforzando il partito della spesa pubblica, che ha i suoi sponsor nella rendita e nella burocrazia che negli ultimi 20 anni hanno bloccato l’Italia, provocando danno ai cittadini onesti e alle aziende di questo Paese.” “Chiediamo al Governo –conclude Cerza- di cambiare la legge di stabilità mettendo a disposizione più risorse per il lavoro e le pensioni, alleggerendo la pressione fiscale su lavoratori dipendenti, pensionati e aziende che investono e creano buona occupazione, per far ripartire il mercato interno.
Dove trovare le risorse ? Basta avere il coraggio di affrontare finalmente i nodi che bloccano questo Paese: sprechi e rendite.” Sulle Autostrade in Toscana domani saranno garantiti i servizi di assistenza e il funzionamento degli impianti per il pagamento del pedaggio.
Le iniziative toscane provincia per provincia: FIRENZE: concentramento alle 9,30 in piazza Cavalleggeri a Firenze, corteo e comizio conclusivo in piazza Ognissanti (parlerà Domenico Proietti, segretario nazionale Uil) BUONCONVENTO (SIENA): alle ore 9 concentramento in piazzale Garibaldi.In occasione dello sciopero nazionale indetto per il 13 novembre, il Consorzio di Bonifica avvisa che alcuni uffici potrebbero essere chiusi, ma che grazie ad un accordo sindacale, tutti i servizi essenziali di sorveglianza del territorio saranno garantiti. Sesto Fiorentino, 12 novembre 2013 Mercoledì 13 novembre a causa dello sciopero generale indetto da Cgil, Cisl e Uil non sarà effettuato il servizio di refezione scolastica per le scuole primarie, d’infanzia e nidi.Ore 9,30 partenza del corteo, ore 10 arrivo in piazza Matteotti e interventi dal palco. Ore 11 conclusione LUCCA: presidio in piazza Napoleone, dalle ore 9. Comizio dei tre segretari generali provinciali Cgil, Cisl e Uil Franco Chiriaco, Massimo Bani e Antonio Malacarne PISA: concentramento ore 8,30 in piazza Vittorio Emanuele II, corteo per le vie cittadine e comizio conclusivo in piazza Mazzini (davanti alla Prefettura) PISTOIA: piazza del Duomo (lato Prefettura), presidio dalle 9 alle 13 LIVORNO: presidio in piazza Unità d'Italia di fronte alla Prefettura dalle 9 alle 11 PIOMBINO: ore 9-11 presidio in piazza Caduti del lavoro, poi “catena umana” con comizio conclusivo in piazza Verdi.
Interventi di uno studente e del segretario generale Uil Toscana Vito Marchiani MASSA-CARRARA: a Massa concentramento ore 10 in piazza Garibaldi, corteo e comizio in piazza Mercurio con intervento conclusivo di Nicola Nicolosi (segretario nazionale Cgil) GROSSETO: in piazza della Vasca presidio permanente dalle 10 alle 22 AREZZO: presidio dalle 10 in piazza San Jacopo PRATO: presidio in via Cairoli (davanti alla Prefettura), ore 10-12,30 Le modalità dello sciopero nei diversi settori: SCUOLA e AFAM: un'ora (la prima o l'ultima di servizio o lezione) per scuola statale, non statale e formazione professionale UNIVERSITA' e RICERCA: quattro ore TPL: Arezzo, Siena, Grosseto, Livorno: TIEMME, dalle 8,30 alle 12,30.
Impianti fissi e impiegati ultime 4 ore del turno di mattina, Funicolare dalle 8,30 alle 12,30, Controllori dalle 9 alle 12, Verificatori dalle 8,30 alle 12,30, Biglietterie dalle 8,30 alle 12,30, Centralino 1° turno dalle 11,30 alle 13,30 e 2° turno dalle 9.30 alle 11,30 Firenze: ATAF gestioni e LI-NEA, dalle ore 22 al termine del servizio; GEST, dalle ore 22 al termine del servizio; AUTOLINEE TOSCANE, dalle ore 17,15 al termine del servizio; BUSITALIA SITANORD, dalle ore 18,15 al termine del servizio Massa: ATN dalle 10,30 alle 14,30 viaggiante impianti e officine, impiegati ultime 4 ore del turno Pisa, Lucca, Livorno: CTT NORD.
Pisa: dalle 8,59 alle 12,59 officine ed uffici 4 ore fine turno. Livorno: dalle 17,20 alle 21,20 sottoposto a restrizioni, restante personale 4 ore fine turno; Lucca dalle 17,00 alle 21,00 sottoposto a restrizioni, restante personale 4 ore fine turno Prato: CAP, dalle ore 19,30 a fine turno Pistoia: COPIT compresi scuolabus e TOSCANA TRASPORTI, viaggiante dalle 17,30 a fine turno, impianti fissi ultime 4 ore della giornata lavorativa. FS - Trasporto Regionale e appalti: dalle 14 alle 17,59 impianti fissi prime 4 ore prestazione lavorativa. Le segreterie Regionali di FILT-FIT-UILT in adesione allo sciopero generale di tutte le categorie della Regione Toscana, hanno proclamato uno sciopero del personale del Gruppo Ferrovie dello Stato della Toscana, dalle 14.00 alle 18.00 di mercoledì 13 novembre. Non sono previste modifiche alla circolazione delle Frecce e dei treni di media e lunga percorrenza. Per i treni Regionali, potranno verificarsi cancellazioni o variazioni. INDUSTRIA: quattro ore PUBBLICO IMPIEGO: sciopero nelle prime quattro ore per chi non lavora in turno, e nelle prime o nelle ultime quattro ore (a seconda delle disposizioni territoriali) per chi ha il turno.
Prato - Saranno possibili rallentamenti nello svolgimento dei servizi e per questo motivo l’azienda si scusa preventivamente con tutti i cittadini. ASM garantisce i servizi minimi essenziali, così come previsto dalla legge. Per quanto riguarda le raccolte porta a porta, i cittadini sono invitati ad esporre regolarmente i rifiuti per i quali è previsto il ritiro nella giornata del mercoledì e nel caso il servizio non venga svolto, ad esporli nuovamente nel primo giorno utile successivo indicato per la specifica tipologia. In occasione dello sciopero generale indetto da CGIL, CISL e UIL per mercoledì prossimo 13 novembre 2013 potrebbero verificarsi disservizi agli sportelli e uffici del Comune di Pontassieve, in particolare (lo sciopero è indetto per le ultime quattro ore di ogni turno di lavoro) nella fascia oraria dalle 9,30 alle 13,30 Queste le iniziative in programma in Toscana
FIRENZE – Corteo in centro (dalle 9,30) e comizio conclusivo in piazza Ognissanti.Si è svolto questa mattina a Palazzo Medici Riccardi il tavolo dell’Unità di Crisi per Renault Retail Group Italia (RRG) tra istituzioni e sindacati, presieduto dal Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci.Conclude Domenico Proietti, della Segreteria Nazionale UIL PISTOIA - Presidio sotto la Prefettura dalle ore 9.00 alle ore 13.00 GROSSETO – Presidio sotto la Prefettura dalle ore 10.00 alle ore 22.00~ LIVORNO – Presidio sotto la Prefettura dalle ore 9.00 alle ore 11.00 e manifestazione a Piombino con comizio conclusivo di Vito Marchiani, Segretario Regionale UIL PRATO – Presidio sotto la Prefettura nella mattinata. MASSA CARRARA – Corteo in mattinata nel centro cittadino e comizio in piazza Mercurio.
Conclude Nicola Nicolosi, della Segreteria Nazionale CGIL SIENA – Corteo dalle 9,30 a Buonconvento, colpita dalla recente alluvione, con comizio conclusivo in piazza Matteotti di Riccardo Cerza, Segretario Generale CISL Toscana PISA – Corteo e comizio finale davanti alla Prefettura. AREZZO – Presidio sotto la Prefettura dalle ore 10.00 alle ore 12.00 LUCCA – Presidio sotto la Prefettura dalle ore 9.00 alle ore 11.00
Le OO.SS. lamentano la mancata ricollocazione della maggior parte dei lavoratori che operavano nella filiale fiorentina dell’azienda. Su 45 addetti, attualmente in CIGS fino a maggio 2014, solo 11 avrebbero una soluzione occupazionale all’interno della nuova concessionaria Renault di proprietà di Nuova Comauto a Sesto Fiorentino. Le istituzioni si sono dichiarate estremamente preoccupate per la situazione. Allo scopo di ottenere chiarimenti in merito, Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze si rivolgeranno con una lettera all’amministratore delegato (CEO) di Renault SA.
I sindacati resteranno in attesa degli sviluppi e, se non giungeranno notizie positive, daranno vita ad una mobilitazione pubblica per denunciare l’atteggiamento di RRG e Renault Italia “Per garantire il futuro di Telecom e ridare prospettive di sviluppo a un’azienda che può giocare un ruolo strategico nello sviluppo del Paese è necessario difendere i contenuti dell’accordo del 27 marzo scorso, l’unico che garantisca l’unicità dell’azienda”. Lo ha detto il presidente della commissione Emergenza occupazionale del Consiglio regionale, Paolo Marini (FdS-Verdi), nel corso dell’incontro con le organizzazioni sindacali regionali di Telecom.
Per sostenere “questa prospettiva”, ha aggiunto Marini, “la commissione presenterà al Consiglio regionale una mozione con la quale sottolineare che l’unicità aziendale è l’unica strada per la salvaguardia dell’occupazione, il mantenimento della qualità dei servizi e lo sviluppo”. I rappresentanti delle organizzazioni sindacali, spiegando che incontri simili a quello di oggi si stanno svolgendo in tutte le istituzioni regionali d’Italia, hanno chiesto che le Regioni si facciano promotrici nei confronti del governo affinché “si eviti la soluzione dello spezzatino”.
Il problema principale, hanno detto, non il riassetto azionario o l’ingresso della spagnola Telefonica. Il problema è mantenere l’unicità aziendale, perché “un’azienda di telecomunicazione ha bisogno di tenere insieme la rete, i call center, la progettazione e l’informatica”. L’idea di scorporare la rete, come da più parti ventilato, sarebbe “un danno enorme” per Telecom e per il paese. Nel complesso della vicenda Telecom, i consiglieri Nicola Nascosti (Pdl) e Ivan Ferrucci (Pd) hanno considerato positivamente il fatto che il Parlamento stia procedendo alla riforma delle regole sulle Opa (Offerte pubbliche di acquisto), la cui non regolamentazione è stata finora alla base di operazioni per cui, anche un socio minoritario ha potuto assumere il controllo dell’azienda.
“Temo però”, ha aggiunto Ferrucci, “che una volta fatte le regole gli operatori stranieri siano più attrezzati degli italiani a concludere operazioni di acquisto di pacchetti azionari”. Il consigliere Rudi Russo (Cd) ha chiesto invece chiarimenti sull’opposizione allo scorporo della rete, “cosa che avvenuta in altri settori dei servizi pubblici, come nel caso del servizio idrico o di quello ferroviario”. I rappresentanti sindacali hanno risposto che in nessun paese straniero si è proceduto allo scorporo della rete, perché ogni azienda ha la necessità di un sistema infrastrutturale per la trasmissione dei propri bit voce o dati e che questo impone anche di tenere, all’interno delle aziende, le attività di progettazione e di informatica. “Abbiamo ascoltato e condividiamo le preoccupazioni che le organizzazioni sindacali del Monte dei Paschi di Siena hanno espresso per la tenuta occupazionale dei dipendenti del gruppo Mps e per le possibili ricadute negative sul territorio toscano.
La commissione Emergenza occupazionale si muoverà perciò verso il presidente della Giunta regionale affinché la Regione assuma un ruolo forte nella vicenda Mps esercitando tutte le azioni possibili per la tutela dell’occupazione e per la difesa del ruolo di banca di riferimento per lo sviluppo della Toscana”. Lo ha dichiarato il presidente della commissione consiliare, Paolo Marini (Fds-Verdi), a margine dell’incontro con le organizzazione sindacali e una rappresentanza dei lavoratori del gruppo Mps della provincia di Firenze.
Secondo quanto riferito dai sindacati, la riorganizzazione prevista dal piano industriale di Mps prevede, su un totale di oltre 28 mila lavoratori, circa 8 mila esuberi. In Toscana, Mps occupa, nella banca e nelle società controllate, 7 mila persone, di cui oltre 2 mila in provincia di Firenze. I sindacati hanno sottolineato che gran parte degli esuberi riguarderanno proprio la Toscana, perché qui sono presenti molte delle società controllate non più considerate strategiche e le strutture centrali del gruppo.
Gli effetti dei tagli all’occupazione, inoltre, avrebbero come riflesso pesanti ricadute sul sistema economico toscano. Il consigliere Nicola Nascosti (Pdl) ha chiesto che la commissione interessi il Consiglio regionale e solleciti “indirizzi forti al rappresentante che il Consiglio esprime all’interno della Fondazione Mps, che controlla il 35% delle azioni della banca”. Marco Spinelli (Pd) ha dichiarato che dalla difesa di Mps passa “la difesa dell’occupazione ma anche quella del sistema economico regionale, perché un territorio privo di una banca di riferimento è un territorio che rischia pesanti arretramenti”.