FIRENZE- Vito Riggio, presidente dell'Enac ha ribadito anche oggi che il cambio di Peretola avverrà con una pista da 2400 metri. "Trovo sorprendente che da parte del presidente di Enac si insista sui 2400 metri e mi domando cosa possa esserci dietro questo tentativo di mettere in discussione il processo di ammodernamento dell'aeroporto di Firenze". Il presidente della Regione Enrico Rossi replica così alle dichiarazioni odierne di Vito Riggio sull'allungamento della pista dello scalo fiorentino.
"Nel febbraio 2012 – prosegue Rossi - Enac ci ha inviato una documentazione che prevedeva una pista di 2000 metri: perché adesso cambia posizione? Non io, ma questo territorio aspetta una risposta. La nuova pista - insiste - sarà di 2000 metri e senza pista di rullaggio o non sarà. Si tratta di scelte che attengono al governo del territorio e non certo ad un ente che si occupa della sicurezza dei voli. Noi – sottolinea ancora il presidente - andremo avanti per la nostra strada: la Toscana avrà una holding tra i due aeroporti e Firenze, una pista ben orientata, più sicura, più lunga di quella attuale e con un minore impatto sulla popolazione.
Una volta fatte queste scelte, che ci competono, sarà compito dell'Enac decidere quali tipi di aeromobili potranno essere autorizzati ad atterrare a Firenze. Se qualcuno pensa di fare di Firenze un aeroporto da 7 milioni di passeggeri – è la conclusione di Rossi - non ha ben compreso il lavoro che abbiamo fatto e gli obiettivi che vogliamo raggiungere". “Lo stop allo sviluppo dell’aeroporto di Peretola per 400 metri in più necessari rispetto al progetto inserito nel Pit della Regione non sia l’estrema beffa della sinistra toscana”.
Lo dichiarano il capogruppo PdL-FI in Palazzo Vecchio insieme al coordinatore cittadino del partito Gabriele Toccafondi. “Fino a ieri, dopo 20 anni di dibattiti e veti, sembrava che la politica avesse finalmente deciso: sì alla nuova pista e sviluppo dell’aeroporto di Firenze per renderlo in grado di collegarsi con Istanbul e Mosca. Ma ora sembra che per 400 metri da aggiungersi ai 2 chilometri previsti, indispensabili ma misteriosamente non calcolati dai tecnici nel progetto, tutto si debba arenare ancora una volta.
400 metri: la lunghezza di un giro di una pista di atletica… Noi non abbiamo mai preteso che quello di Firenze diventasse un aeroporto intercontinentale, ma non ci stiamo neppure a vederlo ridotto a poco più di un aeroclub. Qui si tratta di garantire lo sviluppo del nostro territorio e di tutelare gli abitanti di Peretola e Quaracchi: basta essere presi in giro, la sinistra che governa Regione, Provincia e Comune trovi una soluzione” afferma Stella. “Sentire oggi il governatore Rossi dire che dei 400 metri in più ne farà un campo di patate ci fa pensare che il Pci non sia mai morto.
40 anni fa proprio il Pci decise che l’aeroporto non dovesse essere realizzato a San Giorgio a Colonica ma a Peretola; oggi i suoi eredi ne bloccano lo sviluppo per 400 metri. Non scherziamo: se il problema è tecnico, allora i tecnici di Regione, Enac e Adf ci spieghino come risolverlo. Ciò che in nessun caso deve accadere è che si pronunci l’ennesimo ‘no’ alla città di Firenze” sottolinea Toccafondi. “Oggi come ieri, a noi sta a cuore lo sviluppo del territorio e dell’economia di Firenze e della Toscana.
Facciamo un appello alla politica e in particolare alla sinistra al governo nella nostra regione: fate come vi pare, ma date alla nostra città un aeroporto che ci consenta di essere competitivi – concludono Stella e Toccafondi –. In tutta questa vicenda, registriamo l’assenza del sindaco Renzi. Colui che a quanto afferma dovrebbe asfaltarci a livello nazionale è lo stesso che non riesce a far asfaltare 2 chilometri e mezzo nella città che amministra”. La Provincia di Prato ha consegnato lunedì scorso le proprie osservazioni sulla Variante al Pit regionale, evidenziando anzitutto la carenza di elementi conoscitivi e valutativi sugli effetti del potenziamento dell'aeroporto di Peretola. Quest'oggi a palazzo Buonamici il presidente della Provincia Lamberto Gestri insieme all'assessore al Territorio Alessio Beltrame ha presentato le osservazioni supportate sia dalle indicazioni preliminari che il CNR ha già inviato riguardo allo studio di impatto affidatogli dalle Province e dai Comuni della piana, sia dalle osservazioni che l'associazione parco agricolo della piana ha inviato autonomamente alla Regione.
Ancora a supporto della proprie valutazioni la Provincia dispone poi dei contributi dell'Ordine degli ingegneri della Provincia di Prato e del professor Lorenzo Domenichini, ordinario di Costruzioni, Strade Ferrovie e Aeroporti alla Facoltà di Ingegneria di Firenze. “Dati insufficienti e valutazioni superficiali sull'impatto del potenziamento dell'aeroporto. E' questo ciò che abbiamo riscontrato nei documenti regionali. Anzitutto chiediamo le integrazioni, gli studi necessari e una valutazione scientifica e rigorosa – ha detto Gestri – Chiederemo anche di essere ascoltati dalle Commissioni regionali competenti.
Si tratta di questioni importanti che vogliamo illustrare a chi dovrà prendere una delle decisioni più rilevanti per il futuro di questo territorio degli ultimi anni”. Beltrame ha aggiunto che oltre ai rilievi puntuali sulla VAS, la Provincia ha inviato alla Regione anche un'osservazione alla variante al PIT, che riguarda il conflitto con il progetto del parco della piana. “Regione, Province e Comuni lavorano da anni al parco della piana, un progetto qualificante dal punto di vista ambientale ed economico per il territorio, che la variante mette seriamente a rischio”, ha concluso Beltrame.
Le osservazioni della Provincia infatti si riferiscono alla documentazione contenuta nella VAS (Valutazione ambientale strategica) preliminare alla Variante al Pit, e alla Variante stessa. I punti critici individuati sono molti e di diverso ambito, ma in estrema sintesi ciò che emerge è l'insufficiente documentazione dal punto di vista scientifico e ambientale. Vediamo i vari punti in cui si articolano le OSSERVAZIONI ALLA VAS: IMPATTO SANITARIO – Si chiede che la fase decisionale sia preceduta da un valutazione di impatto sanitario anche attraverso un percorso partecipativo in cui coinvolgere i cittadini.
E' palese nel rapporto ambientale la mancanza di risposte adeguate in termini di salvaguardia della salute degli abitanti e dei lavoratori dell’area in questione. IMPATTO ACUSTICO, INQUINAMENTO ATMOSFERICO - Nell’analisi ambientale vengono completamente omesse in modo del tutto ingiustificato le valutazioni, ai fini dell’impatto acustico, degli effetti delle procedure di atterraggio che coinvolgono il territorio pratese. Si chiede dunque che tali valutazioni siano estese alla fascia di territorio pratese interessata dalle traiettorie di avvicinamento degli aeromobili all’aeroporto.
Anche per l'inquinamento atmosferico è stata trascurata qualunque valutazione degli effetti delle procedure di atterraggio e completamente omesse le ripercussioni delle ricadute sulla popolazione degli ossidi di azoto, monossido di carbonio, biossido di zolfo, idrocarburi incombusti e polveri fini. INQUINAMENTO FALDA - Il rapporto 2010 di Arpat sulla qualità delle acque sotterranee dell’area Firenze-Prato-Pistoia aveva rilevato contaminazione da tetracloroetilene estesa a tutte e tre le Province.
Dati confermati anche dal rapporto Arpat 2012. Siamo di fronte quindi a una forma di inquinamento diffuso da organoalogenati che interessa anche l’area dell’aeroporto. La Regione Toscana ha quindi l'obbligo di inserire il sito nell'elenco degli ambiti da bonificare. Non solo, tale inserimento determina un vincolo all'utilizzazione dell'area che impedisce ogni destinazione d'uso futura fino all'avvenuta bonifica e l'utilizzo della stessa area nel piano regionale di gestione dei rifiuti è consentita solo in conformità a quanto previsto nell'atto di certificazione di avvenuta bonifica o messa in sicurezza rilasciato dalla Provincia competente per territorio. RISCHIO IDRAULICO – Numerose sono le criticità a livello idraulico e di interferenze con le infrastrutture.
La Provincia chiede un adeguamento del quadro conoscitivo, in particolare riguardo all'analisi tecnico-economica di maggior attendibilità, al fine di comprendere la reale fattibilità dell’intervento alla luce di una valutazione costi-benefici. Oltre alle problematiche del deflusso delle acque lungo il tracciato (vi sono diversi corsi d'acqua da deviare e ricostruire compreso il Fosso Reale), vi sono infatti chiari problemi di ingombro dell’opera idraulica nello spazio di risulta fra la nuova pista di progetto e l’autostrada A11, senza peraltro tenere in considerazione eventuali ipotesi di allargamento della stessa.
Inoltre il tracciato aeroportuale presenta un impatto rilevante, sia dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, sia da quello economico, del tutto sottostimato nel documento ENAC. LUNGHEZZA PISTA A CLASSIFICAZIONE SCALO - La lunghezza di pista massima fissata dalla delibera regionale è di 2.000 metri, ma la classe ICAO del futuro aeroporto definita nel documento ENAC è 4D. Ora, il codice numerico corrispondente a una lunghezza di pista “di riferimento” di 1.700 metri è 3 e non 4.
Per essere di classe 4 la pista parallela convergente dovrebbe avere una lunghezza di almeno 2.100 metri, in contrasto con le prescrizioni della Regione Toscana. La questione è rilevante: se il codice è 3, la tipologia degli aeromobili che potrà fare scalo sul futuro aeroporto è la stessa di quella che attualmente opera nell’aeroporto esistente. Non si raggiungerebbe pertanto l’obiettivo strategico di accogliere in futuro aeromobili di maggiori dimensioni per far fronte all’incremento della domanda di traffico senza impegnare la capacità dei diversi elementi infrastrutturali.
Il costo e la redditività degli investimenti è influenzata ovviamente in modo rilevante da questo aspetto. La Provincia dunque chiede che siano identificati i potenziali rischi per la popolazione, che sia ampliato il quadro conoscitivo degli impatti estendendolo ai territori (per esempio la provincia di Prato) che in maniera illogica e immotivata sono stati esclusi, e sia effettuata una valutazione scientifica rigorosa e completa. Riguardo alla VARIANTE AL PIT, la Provincia, ritenendo che il potenziamento dell'aeroporto potrebbe essere in conflitto con il progetto di parco, chiede che la Regione estenda la VAS anche alla valutazione delle eventuali ricadute che il potenziamento dell'aeroporto avrebbe sui contenuti e sulle funzioni del parco stesso.