“Mentre si susseguono le proteste per un servizio che lascia sempre più a desiderare e le carenze di organico sono ormai croniche, le Ferrovie toscane programmano altri tagli, annunciando 33 eccedenze. E’ una situazione paradossale e inaccettabile.” A dirlo è la Fit-Cisl toscana, con il segretario generale Stefano Boni e il segretario regionale Franco Fratini, dopo che nell’ultimo incontro la Dirigenza FS del Trasporto Regionale Toscana, ha proposto l’uscita dal ciclo produttivo di 33 ferrovieri di tutti i settori, sia dell’esercizio che degli uffici.
Ferrovieri che, nelle intenzioni, dovrebbero accedere ai benefici del ‘Fondo di sostegno al reddito’ del settore, in attesa di maturare i requisiti per la pensione. “E senza che vi sia traccia –dice Boni- di un piano riorganizzativo e tanto meno di un progetto di sviluppo per migliorare il servizio ferroviario per i cittadini toscani, le cui pecche ben conoscono i pendolari e quanti usano il treno per spostarsi.” “Nell’incontro –racconta Fratini- il gruppo dirigente non ha giustificato da dove scaturiscono le eccedenze presentate, né ha risposto in materia di assunzioni, predisposizione di piani industriali, investimenti infrastrutturali e sul materiale rotabile.
Insomma non ci hanno lasciato via di uscita, se non quella di prendere le distanze dalle esigenze aziendali di far uscire dei ferrovieri senza nessun progetto di miglioramento del servizio, anche per non renderci complici del peggioramento sia della qualità che della puntualità dei treni.” “Se le cose stanno così –rilancia provocatoriamente Boni- perché fermarsi a 33 ? Vista la mancanza di uno straccio di progetto aziendale e quindi anche di una prospettiva certa per il trasporto regionale, è comprensibile che in tanti nutrano preoccupazione per il proprio futuro e chiedano di accedere al Fondo e quindi alla pensione.
Per evitare discriminazioni occorre consentire di ricorrere al Fondo a tutti i ferrovieri che abbiano i requisiti e ne facciano richiesta.”