Firenze 22.10.2013.- Le famiglie hanno meno soldi in tasca e di conseguenza hanno modificato i propri consumi. Si rinuncia ad alcuni beni, se ne comprano altri di minor costo, si va meno fuori la sera (cena, cinema, teatro). E per il futuro non ci si aspetta molto di meglio, anche se forse i comportamenti più virtuosi ci salveranno. Sono questi, schematicamente, i risultati del questionario promosso da Federconsumatori “Cambiamento degli stili di vita e dei consumi in tempo di crisi”, progetto cofinanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Il report è stato presentato oggi a Firenze alla Sala delle Feste di Palazzo Bastogi, in via Cavour.
Sono intervenuti Giuseppe Minigrilli, Presidente Federconsumatori Toscana; Alessio Gramolati, Segretario Generale Cgil Toscana; Ivan Malevolti, Consulente Federconsumatori; Claudio Vanni, Unicoop Firenze; Salvatore Allocca, Assessore Regionale; Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori. Lo studio si basa su un campione di 2.464 risposte, 1.240 maschi e 1.224 femmine: il 10,8% ha tra i 16 e i 30 anni, il 31% ha più di 60 anni, il 57,5% ha tra 31 e 60 anni. Di tutti questi, la metà è laureata o diplomata.
Il campione comprende gran parte del mondo delle professioni (studenti, disoccupati, casalinghe, dipendenti privati o pubblici, autonomi, professionisti, pensionati). I RISULTATI Per il 75% in questi anni il tenore di vita e il potere d'acquisto della propria famiglia è peggiorato. Di conseguenza, più dell'80% ha modificato anche di molto i propri consumi. Come? Più del 50% rinunciando all'acquisto di alcuni beni e servizi o acquistando prodotti di minor costo e non di marca. Con la conseguenza che una famiglia su tre ha modificato sensibilmente i consumi alimentari e che tre su quattro hanno ridotto le spese per ristoranti e pizzerie, mentre il 56% ha rinunciato a libri, cinema e teatro e il 67% ha diminuito gli esborsi per vacanze e divertimenti.
Altri effetti collaterali: il 72% si è buttato sulla grande distribuzione a discapito dei negozi tradizionali, e il 34% ha iniziato ad acquistare direttamente dal produttore. C'è anche un 12% che in diversa misura ha fatto ricorso ad aiuti sociali (mense e distribuzione di prodotti alimentari). Capitolo Internet: il 58% non fa acquisti online, mentre un 14% lo fa oltre sei volte l'anno (con una soddisfazione dell'affare del 68%). Prospettive: per il 62% le condizioni economiche in futuro peggioreranno ulteriormente, mentre quasi il 70% ha dovuto ricorrere (spesso o qualche volta) ai suoi risparmi anche per spese non importanti, sotto la retribuzione mensile. Uno su cinque ha poi dovuto chiedere prestiti per tirare avanti, e uno su quattro si fa aiutare significativamente dai famigliari.
Ma la crisi può essere un'occasione per ridurre gli sprechi e stimolare comportamenti più consapevoli e meno consumistici? Il 50% risponde di “sì” (“totalmente” o “abbastanza”), l'altro 50% di “no” o “poco”. Infine, la partecipazione: partecipare a progetti o gruppi per il territorio può essere un antidoto alla crisi? Per il 44% “no”, per il resto “molto” o “in parte”.