Firenze– Trentacinque milioni di euro per sostenere le famiglie e i lavoratori in difficoltà. È quanto la Regione Toscana ha deciso di stanziare con una proposta di legge, per approvare la quale si è riunito questa mattina in seduta urgente il Consiglio regionale. Al presidente della Giunta regionale Enrico Rossi il compito di illustrare all’aula il provvedimento, che prevede un pacchetto di misure sperimentali per tre anni, fino al 2015. Il pacchetto, ha spiegato il presidente, prevede varie misure che rispondono a un obiettivo: quello di “perseguire un’idea di eguaglianza, solidarietà e coesione sociale, in un momento di grave crisi in cui la diseguaglianza è aumentata a dismisura e si sono persi anche il senso di appartenenza alla comunità e la cultura della solidarietà”.
Per intercettare il disagio la Regione Toscana non solo fa ricorso alla mutualità del territorio, ma riafferma la centralità della famiglia, “che è anche soggetto economico e di sviluppo, ammortizzatore sociale, fattore di redistribuzione economica e che ha l’importantissima funzione di allevare il capitale umano della società”. Via libera dunque al microcredito per lavoratori in difficoltà: oltre 19 mila persone in Toscana non riscuotono da più di due mesi lo stipendio, pur avendo magari riconosciuta la cassa integrazione in deroga o qualche altro ammortizzatore sociale, non ancora riscossi.
Questi lavoratori potranno, rivolgendosi ai sindacati, ottenere prestiti fino a 3 mila euro, i cui interessi saranno pagati dalla Regione. Per questa voce la Regione stanzierà 5 milioni di euro. Via libera anche agli aiuti alle famiglie, prima di tutto alle famiglie numerose che sono le più esposte al rischio di povertà. La Regione garantirà un sostegno di 700 euro, per ogni anno da qui al 2015, per chi ha almeno quattro figli a carico: altri 170 si aggiungeranno per ogni figlio oltre il quarto.
Non si dovrà però superare il tetto Isee di 24 mila euro. Sono circa 3 mila 100 le famiglie che in Toscana si trovano nella situazione di poter chiedere il contributo. Ancora, per le famiglie che hanno un figlio gravemente disabile sono previsti 600 euro l’anno, sempre con il tetto di 24 mila euro l’anno di Isee. La spesa prevista è 5 milioni. Arriva un contributo per i nuovi nati, visto che con la crisi, ha detto ancora Rossi, la Toscana ha registrato un nuovo calo delle nascite: nel 2008 se ne erano registrate 33mila 610, nel 2012 sono state 31mila 126.
Per tutti i nuovi nati la Regione staccherà un assegno da 700 euro, a patto che la famiglia abbia un reddito Isee non superiore a 24 mila euro. Infine, la proposta di legge prevede un sostegno alle famiglie che rischiano di perdere la casa perché non riescono più a pagare il mutuo. La Regione ha fatto un accordo con la Fondazione toscana per la lotta all’usura, creando un fondo vincolato per il rilascio di garanzie finanziarie a favore di famiglie in gravi difficoltà, che possono così contrarre mutui per estinguere passività pregresse fino a un massimo di 50 mila euro. “Siamo convinti che in una situazione di crisi del genere occorra fare, occorra intervenire, anche con idee innovative – ha concluso Rossi -.
E siamo convinti che dalla crisi non si esce se non si riesce a riaffermare il concetto di solidarietà. Una regione più solidale e coesa può essere anche più competitiva dal punto di vista economico”. «Colgo in questo provvedimento elementi di grande novità -interviene in aula il Vicepres. della Commissione IV (Sanità) Stefano Mugnai (Pdl)- la novità è che tante volte qualcuno, segnatamente il centrodestra, ha tentato di mettere al centro delle politiche regionali questi temi, famiglia in primis, senza essere ascoltato, con una maggioranza che fino ad oggi non ha dimostrato sensibilità sulla materia.
Poi si compie un salto di qualità nel modello di erogazione: qui si mettono i soldi in tasca alle famiglie senza finalizzare la spesa ed creare soggetti intermedi per l’erogazione. Si ha così un passaggio anche culturale da cittadini visti come da mettere sotto tutela vincolando le erogazioni a azioni specifiche, a un toscani cui si dà fiducia». «Io credo che una regione senza figli sia una regione senza futuro, ma la crisi demografica la Toscana se la trascina da tempo: siamo la seconda regione per popolazione anziana e la terz’ultima per tasso di fecondità.
Tutto questo non è il portato del caso o del destino cinico e baro, ma dipende invece dalla scarsità di politiche per la famiglia attuate finora. Oggi salutiamo con interesse questo provvedimento e vogliamo contribuire a migliorarlo. Migliore informazione, soprattutto riconoscere il bonus bebè non solo ai genitori naturali ma anche a quelli adottivi o che hanno bimbi in affidamento pre-adozione. Inoltre, abbiamo ottenuto che tra sei mesi il Consiglio valuti nuovamente la possibilità di estendere gli interventi a sostegno delle famiglie numerose anche a quelle con tre figli a carico.
Su questo punto, certo, la giunta avrebbe potuto fare di più sin da subito». «Resta però la novità che finalmente anche la sinistra in Toscana ha capito che la famiglia è la cellula pulsante e primaria della società, che fare politiche in favore della famiglia e della natalità significa investire sul futuro della nostra regione. Infine dato che l’assessore ha motivato il contingentamento dei tempi di esame di questa legge con la necessità di fare in fretta a dare i soldi alle famiglie, lo abbiamo preso in parola e lo abbiamo aiutato.
La lettera da inviare alle famiglie gliel’abbiamo già trovata noi: basta che cambi l’intestazione da Consiglio dei Ministri in Regione Toscana, l’importo da 1000 a 700 euro e la firma da Silvio Berlusconi in Enrico Rossi e ce l’avrà già pronta». «È giusto votare a favore di questi interventi e sono soddisfatto che sia stato accolto il nostro emendamento che fissa un requisito temporale di residenza in Toscana per poter accedere agli aiuti. Così si premia chi ha contribuito attivamente alla crescita della nostra regione».
È quanto sostiene il consigliere regionale di Più Toscana, Gian Luca Lazzeri, dopo il voto sulla proposta di legge “Interventi di sostegno finanziario in favore delle famiglie e dei lavoratori in difficoltà per la coesione e per il contrasto al disagio sociale”. Proposta che è stata votata favorevolmente anche da Più Toscana. «L’emendamento presentato dal nostro gruppo – spiega l’esponente di Più Toscana – chiedeva inizialmente di fissare un requisito di almeno tre anni, ma siamo soddisfatti che comunque sia stato accettato perlomeno un termine temporale di un anno per poter accedere ai contributi.
Abbiamo presentato questo atto perché per noi bisogna puntare a chi decide di mettere le proprie radici in Toscana e di entrare nella nostra comunità, evitando così che determinati aiuti vadano a persone e aziende che vedono nella nostra regione solo una semplice terra di passaggio. D’altronde – conclude Lazzeri –, questi contributi sono stati possibili grazie alle tasse versate dai toscani».