«Rossi restituisca di tasca propria i 400.000 euro di soldi pubblici che ha sprecato nel tentativo di convincere i Rom a lasciare la Toscana. Quelli di Quaracchi non se ne erano mai andati da Firenze, e sono passati dalla Romania solo per ritirare i soldi. E’ l’ennesimo fallimento della politica della sinistra in tema di immigrazione». Lo afferma il Consigliere regionale del Pdl Giovanni Donzelli che – insieme al Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai e agli altri suoi colleghi fiorentini del Pdl Stefania Fuscagni (Portavoce opposizione), Paolo Marcheschi, Nicola Nascosti e Tommaso Villa – interviene oggi sul caso dei rimpatri beffa dei rom sgomberati prima dell’estate dal campo di Quaracchi, alle porte di Firenze, ma anche di tutti gli altri rom con i quali la Regione ha tentato senza successo la via del rimpatrio assistito. «Leggiamo dalla stampa – affermano Donzelli e i suoi colleghi – che quando i rom sono stati avvertiti che arrivava a Bucarest la seconda tranche, questi sono partiti in pullman e hanno fatto un viaggio di andata e ritorno.
L’unica tappa? Naturalmente Bucarest, dove erano diretti per incassare dagli emissari della Caritas i soldi erogati dalla Regione per il rimpatrio. Ora dormono sulle panchine, incrementando ulteriormente il degrado di Firenze. E’ evidente che queste persone non hanno mai pensato di tornare in Romania, hanno solo intascato i soldi pubblici sprecati così da Rossi». E proprio per Rossi arriva la stoccata «Il Presidente della Toscana piagniucola sempre contro i tagli del Governo, arrivando persino a dire che se verranno tagliati i mezzi di trasporto, gli asili e i servizi sanitari ciò avverrà per colpa della manovra economica in approvazione.
Oggi scopriamo che sono stati spesi centinaia di migliaiai di euro per far finta di rimpatriare i Rom. Allora, ecco la verità: per migliorare servizi, asili e trasporti basterebbe che Rossi e la sinistra smettessero di sprecare soldi con la scusa di una presunta solidarietà o di tante iniziative pseudo-culturali». Marcello Zuinisi, Presidente e Legale Rappresentante dell'Opera Nomadi Toscana invita Rossi e l'assessore Salvatore Allocca all’incontro per l’inclusione sociale della Popolazione Rom promosso dal Consiglio d’Europa che si terrà il 22 settembre 2011 a Strasburgo (Francia) "Le comunità Rom continuano a vivere in condizioni di estrema marginalità, sono perseguitate e subiscono spesso politiche di Apartheid in numerosi Comuni Italiani. I Sindaci, le Province e la Regione sono a norma di legge responsabili della vita dei cittadini presenti nei territori da loro amministrati ed è per questo che l’incontro promosso dal Consiglio d’Europa assume una valenza importantissima per permettere alla strategia dell’Ue e del Consiglio d’Europa la piena e coerente applicazione nella vita quotidiana in tutta la Toscana. La Popolazione Rom è vittima di discriminazioni, pregiudizio e razzismo da centinaia di anni ma è negli anni 30’ e 40’ che le politiche di Apartheid fanno un salto di qualità diventando sterminio ed olocausto: il Porrajmos (Shoa).
Sotto il Fascismo ed il Nazismo le famiglie Rom vengono decimate. In ogni famiglia Rom ci sono parenti e familiari morti nei campi, nei lager, nelle camere a gas. Il Porrajmos al contrario della Shoa non è mai stato processato da nessun tribunale internazionale ed i crimini anti-rom sono restati impuniti. Le famiglie Rom non hanno mai ottenuto nessun risarcimento. Da allora molti, vivono una condizione di estrema marginalità ed isolamento dalla popolazione maggioritaria. Solo recentemente, grazie al lavoro ed alla lotta per la dignità delle famiglie rom, di intellettuali ed artisti di valore mondiale la denuncia di questa verità storica inizia a riaffiorare ed essere ricordata e riconosciuta. In Italia vi è un ritardo storico, politico e culturale che deve essere affrontato.
Non si potrà costruire nessuna vera politica sociale e di ricchezza economica se si continua ad escludere, emarginare, perseguitare la principale minoranza etnica dell’Ue, la popolazione Rom. La drammatica condizione di esclusione sociale della popolazione rom in Italia, è stata affrontata con risultati ancora parziali rispetto alle famiglie di lungo insediamento, insoddisfacenti rispetto alle famiglie proveniente dai paesi balcanici ed è esplosa con l’arrivo delle famiglie rom provenienti dalla Romania. Negli ultimi 4 anni sono purtroppo tanti i bambini morti nei campi e ripari di fortuna dove vivono numerose famiglie rom.
Non si tratta solo di incidenti, attentati incendiari razzisti hanno determinato queste morti. Le parole rivolte recentemente all’Italia dal Segretario Generale sulle Questioni Rom del Consiglio d’Europa Thomas Hammargerg sono chiare ed inequivocabili. Molti politici sono razzisti nei confronti dei rom, i giornali amplificano il razzismo, l’Italia deve cambiare. Nel mentre, a Pisa, solo tre giorni fa l'ennesima aggressione sessuale ad una minore rom da parte di un automobilista pisano nell'indifferenza dei passanti.
Nessuna parola di sostegno, di solidarietà alla giovane rom aggredita, di denuncia della violenza anti rom da parte della politica. Si continua a proporre progetti e strategia che sono già fallite dimostrando l'ennefficacia delle politiche sino ad ora adottate sulla questione rom. Non vengono fatti bilanci delle esperienze, dei loro ingenti costi e degli scarsi risultati ottenuti. Si continua ad ignorare la rappresentanza politica della popolazione rom. Ma la vita dei Rom quale è? "Lungo i binari delle ferrovie, sotto i ponti delle città, a ridosso delle discariche, vivono migliaia di esseri umani.
Vere e proprie favelas, dove le condizioni di vita sono medioevali: non c’è acqua, luce, impianti e servizi igienici. Le baracche sono di legno e cartoni. Questo insediamenti sono costantemente sgombrati senza che le amministrazioni comunali forniscano una alternativa. Intere famiglie vivono in tende e ricostruiscono le baracche quando vengono abbattute dalle ruspe. Ogni volta si riparte da zero, si ricostruisce anche a poche decine di metri dal precedente campo. La realtà è evidente e per non vederla bisogna letteralmente chiudere gli occhi o far finta di niente. Si sono infine applicate politiche di rimpatri assistiti che violano il principio di libera circolazione e non risolvono niente.
Le famiglie che ricevono fondi pubblici per tornare in Romania ritornano poi nuovamente in Italia ed in Toscana visto che le condizioni di emarginazione dalle quali sono scappati sono rimaste immutate. L'esempio di Quaracchi a Sesto Fiorentino è emblematico e rappresenta il fallimento delle politiche di esclusione sociale. Le famiglie rom sono rimaste sul territorio, chi è partito è gia tornato o si prepara farlo. Opera Nomadi Toscana è una organizzazione rom che condivide, collaborando da tempo con il Consiglio d’Europa la ricerca ed applicazione delle politiche di inclusione sociale.
La Regione Toscana non può ignorare questa opportunità e possibilità. Le Province ed i Comuni sono chiamati ad un atto di responsabilità. Siamo in Europa, costruiamo comunemente cittadinanza attiva ed inclusione. L'Unione Europea ha messo a disposizione 43 miliardi di euro per affrontare la questione rom. Le leggi impediscono alle organizzazioni rom di accedere direttamente ai fondi sociali europei ed ai fondi strutturali. Per permettere una progettazione inclusiva si deve cercare la fattiva collaborazione degli enti locali, provinciali, regionali e nazionali.
Questo è quello che vogliamo costruire: una progettazione per permettere la piena inclusione sociale per tutti. Queste le motivazioni che ci spingono a chiedervi un incontro per condividere questi contenuti ed il nostro invito a partecipare all’incontro di Strasburgo. Condividere la strategia e l’impegno per l’inclusione sociale della Popolazione Rom. Inclusione sociale, diritti, non discriminazione, cooperazione, educazione alla cittadinanza attiva senza escludere nessuno, questo è l’impegno che chiediamo.
Una strategia in Toscana sulla questione rom non può essere affrontata ed avviata concretamente senza l'effettiva partecipazione delle famiglie rom e delle loro organizzazioni. E’ possibile superare il razzismo, la povertà, l’esclusione, la marginalità. E’ un impegno che vogliamo assumerci responsabilmente. Alla stessa responsabilità chiamiamo la Regione, le Province i Sindaci, le Amministrazioni, le Associazioni ed ogni cittadino presente in questo paese. E' un impegno che vogliamo condividere con i cittadini italiani per superare insieme l'esclusione sociale"