Davanti a Palazzo Vecchio si è tenuta l’Assemblea Generale dei lavoratori del Comune di Firenze, ma Matteo Renzi aveva affittato l'ippodromo del Visarno per l'evento, location rifiutata dai dimostranti per una mera questione di "visibilità". Il primo cittadino è intervenuto in consiglio comunale per prendere la parola contro quella che ha definito "Una pagliacciata". Un’Assemblea che nonostante il maltempo è stata partecipata da oltre 1500 lavoratori, per dire no alle lettere di messa in mora inviate ai dipendenti, per rivendicare la riapertura del confronto sul contratto decentrato, per la costituzione del fondo da parte dell’ Amministrazione.
In quella sede la RSU ha fatto nuovamente presente lo stato di forte difficoltà e disagio che i lavoratori dell’Ente stanno vivendo, chiedendo che la politica cittadina faccia un passo avanti. I capi gruppo si sono impegnati ad elaborare ed intervenire sulla materia. Nel pomeriggio poi non sono mancate le reazioni “isteriche” del nostro Datore di lavoro pro tempore, che ha definito l’assemblea dei lavoratori una pagliacciata che ha provocato un danno alla città, invitando nel contempo i lavoratori a seguire quei sindacati collaborativi che operano per il bene dei lavoratori ( qualcun altro ha già pronunciato in un recente passato queste frasi).
Per concludere, crediamo che la giornata di ieri, nonostante il nubifragio, rappresenti un momento importante, e viste le reazioni abbia anche colpito nel segno. Naturalmente la mobilitazione continua così pure le iniziative, come preannunciato ieri nei prossimi giorni verrà organizzato un incontro fra i legali e i lavoratori che hanno ricevuto le lettere di messa in mora". “I 1500 dipendenti che ieri hanno partecipato all’ assemblea generale in Palazzo Vecchio sono gli stessi che il Sindaco solo poche settimane fa ha elogiato per il lavoro svolto in occasione dei mondiali di ciclismo ; non si può osannare il loro lavoro quando si tratta di contesti in cui la città e l’Amministrazione hanno fatto bella figura e poi “dimenticarsi “di loro quando fanno delle richieste legittime come quelle di avere una sede decente per svolgere la loro assemblea generale.” – afferma il Consigliere comunale Tommaso Grassi “Assemblea generale quella di ieri, perché di questo si è trattato, dove si è parlato delle lettere di messa in mora di molti dipendenti nonché della contrattazione del salario accessorio 213 sulla cui entità da parte dell’Amministrazione manca ancora chiarezza, tutti argomenti che hanno creato una situazione conflittuale e che l’Amministrazione tutta, ma in prima istanza il Sindaco anche in qualità di Assessore al Personale non dovrebbero voler esasperare ulteriormente.” “Invece ieri, come altre volte, il Sindaco sembra non aver compreso, o meglio è sembrato non voler comprendere, che i dipendenti sono il braccio e spesso anche la mente e la faccia di questa città e che è proprio il loro lavoro che la presenta a cittadini residenti e turisti.
Sono gli stessi dipendenti del Comune di Firenze che cercando di svolgere il loro lavoro nel migliore dei modi (vedi mondiali di ciclismo), si vedono invece bistrattati da questo Sindaco che, prima li chiama con epiteti da macchietta cinematografica, poi vicino a scadenze elettorali, cerca di irretirli con ordini di servizio da burla carnevalesca, e infine con la dichiarazione di ieri in Consiglio comunale osanna sindacati collaborativi con modalità descrivibile solo come di “Marchionnesca” memoria.” “E non continui il Sindaco a sottolineare che la messa in mora viene da motivazioni lontane non create da questa amministrazione: il Sindaco pro-tempore di un Comune come Firenze ha il dovere di difendere il lavoro dei propri dipendenti in ogni sede ed ad ogni livello portando i problemi davanti a livelli istituzionali più importanti in modo da trovare in queste sedi le soluzioni giuste.
– conclude Grassi - L’attuale Amministrazione è stata incapace di difendere l’operato della Amministrazione Comunale davanti al MEF e alla Corte dei Conti inviando relazioni nelle quali si avvallava quando da questi sostenuto invece che sostenere altre tesi. Poco conta se le relazioni non erano firmate da politici perché di fatto redatte da dirigenti e direttori assunti, nominati e voluti dal Sindaco stesso. Adesso non si può più fingere che il Sindaco non abbia responsabilità: fare il Sindaco, amministrare una città, e gestire l’azienda Comune, non è solo inaugurare cantieri che peraltro non vedono mai una fine, tagliare nastri, abbattere edifici, andare in TV e scrivere sui programmi quanto è bello amministrare Firenze, ma è anche assumersi le responsabilità amministrative necessarie, cosa quest’ultima che crediamo che questo Sindaco sia incapace di fare.”