Firenze rischia di perdere un altro pezzo di attività produttiva

Stamani il presidio dei lavoratori in coincidenza con il cda dell’azienda. In ballo 600 posti di lavoro nel capoluogo toscano.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 settembre 2013 16:23
Firenze rischia di perdere un altro pezzo di attività produttiva

“Con Infogroup si rischia di perdere un altro pezzo di attività produttiva importante sul territorio e quel che è più grave senza che ce ne siano i presupposti né imprenditoriali né economici.” Lo ha detto il segretario generale della Cisl di Firenze, Roberto Pistonina, che questa mattina ha partecipato al presidio che oltre 200 lavoratori hanno attuato davanti al palazzo della Cassa di Risparmio di Firenze, in viale Guidoni, dov’era in programma il Cda di Infogroup, l’azienda che si occupa di gestione informatica e software, passata al Gruppo Intesa-SanPaolo insieme alla Cassa di Risparmio di Firenze.

I lavoratori hanno scioperato dalle 10 alle 11 per la prima del pacchetto di 11 ore deciso dall’Assemblea di ieri. Sul piano occupazionale Infogroup significa a Firenze 400 dipendenti diretti e 200 consulenti.“ La crisi del sistema bancario è ormai sotto gli occhi di tutti – ha detto ancora Pistonina -. Una gestione imprenditoriale deprecabile, un sistema che non risponde alle esigenze delle imprese. Qui la proprietà, Intesa-SanPaolo, ha deciso di esternalizzare una fetta importante di attività sul territorio, Infogroup appunto, che è un’azienda che va bene, con 3 milioni di utile, che non ha nessun problema di carattere imprenditoriale né economico.

Non se ne capisce il motivo e dalla proprietà non abbiamo alcuna risposta. Rischiamo di avere un altro pezzo di attività che viene portato all’esterno dal sistema produttivo di questo territorio probabilmente anche con ricadute occupazionali e in termini di tenuta del salario.” Anche in Agosto, mese per i settori manifatturieri coincidente in parte con l’utilizzo delle ferie, la cassa integrazione è cresciuta in rapporto al corrispettivo mese del 2012. Con 4.703.230 ore nel 2013 contro le 3.236.476 dell’agosto 2012 infatti, si registra un +45,32% e addirittura un + 77,37% se il confronto è con il 2011. Nel periodo Gennaio Agosto ( primi 8 mesi) siamo a 34.672.438 ore approvate, in crescita del 5,10% sul gennaio-agosto 2012 ma solo in virtù del blocco della cassa in deroga che dopo l’ultimo decreto di 500 milioni di euro ( una trentina di milioni per la Toscana) dovrebbe garantire in tempi auspicabilmente relativamente brevi la copertura di gran parte delle domande avanzate. Se considerassimo le oltre 7,5 milioni di ore di cassa richiesta e per la quale i lavoratori non hanno percepito comunque reddito, il totale delle ore di cassa in Toscana nei primi 8 mesi dell’anno sarebbe pari a 42.105.363 contro i 32.991.195 del 2012.

( + 27,63%). I territori che registrano una maggiore incidenza dell’aumento della cassa approvata, sono Pisa con un +45,51%, Siena, Lucca e Grosseto con aumenti di poco più del 24%. Tra i settori, l’edilizia con un +35,83% nei primi 8 mesi dell’anno appare ancora il settore più in difficoltà. Male anche commercio (+10,10%) e trasporti comunicazioni e servizi (+ 22,62%). Questi ultimi dati non considerano la cassa in deroga “sospesa” con la quale la crescita sarebbe ancor più esponenziale. Secondo Daniele Quiriconi della segreteria regionale della CGIL con delega al mercato del lavoro, “sia pure in presenza di un rallentamento della crescita rispetto ad inizio anno, la cassa stabilirà quest’anno in Toscana il record di sempre come numero di ore richieste. I mesi autunnali saranno decisivi per misurare il carattere della eventuale ripresa sulla quale, dal nostro osservatorio, rimaniamo assai scettici. Soprattutto riteniamo che un eventuale aumento del PIL di qualche decimale, sia assolutamente ininfluente rispetto all’occupazione, ragione per la quale è indispensabile attrezzarsi a gestire una lunga fase con alti livelli di disoccupazione attraverso riforme strutturali degli ammortizzatori che garantiscano coperture universali e intervenire su quegli elementi, come la riduzione della tassazione sulle buste paga, in grado di dare una frustata ai consumi e rilanciare tutta l’economia”. “Per riaprire un tavolo di confronto che guardi in positivo al futuro della Targetti, serve che l’azienda ritiri i 160 licenziamenti annunciati nei giorni scorsi.

Solo così sarà possibile riaprire un tavolo di trattativa all’Unità di crisi presso l’assessorato regionale al lavoro”. Lo ha detto il presidente della commissione Emergenza occupazionale, Paolo Marini (FdS-Verdi), concludendo l’incontro con le organizzazioni sindacali e le Rsu aziendali della Targetti, azienda storica fiorentina che opera nel campo dell’illuminutecnica. “Per aiutare questo processo”, ha aggiunto Marini, “la commissione presenterà un ordine del giorno al Consiglio regionale con il quale chiedere il ritiro dei licenziamenti quale condizione essenziale per riaprire il confronto con l’azienda e con gli istituti bancari che controllano la compagine azionaria della Targetti”. Le OO.SS.

E le R.S.U. di Firenze Fiera "rimangono esterrefatte dei contenuti dell'intervista del presidente Brotini comparsa sulla stampa cittadina. Evidenziano che le trattative su un argomento così delicato, come il futuro di 13 famiglie e così importante come il rilancio di Firenze Fiera, biglietto da visita della nostra città e volano importante per tanta parte dell'economia Fiorentina, si debbano fare nei luoghi deputati e non sulla stampa anticipando analisi e conclusioni sbagliate e non accettabili. Ritengono infondate le dichiarazioni che indicano una mancanza di professionalità adeguate in Firenze Fiera, si mette alla berlina lavoratori che invece hanno sempre surrogato con impegno e capacità la mancanza di proposte e di assunzioni di responsabilità da parte della Presidenza e della Direzione. Ribadiscono che i licenziamenti minacciati sono inaccettabili e che occorre per il rilancio di Firenze Fiera un vero piano industriale nell'ambito di una condivisa strategia dentro una appropriata discussione. Alla Vivaterra SPA [www.vivaterra.it], azienda del cottto di Greve in Chianti, tutto il settore attraversa una crisi pesante, sono già partite 32 lettere di lecenziamento su 64 addetti in totale.

Per domani, in provincia a Firenze, inizio previsto ore 14.00, è in programma in incontro al tavolo dell'unità di crisi. Per l'occasione è stato organizzato un presidio dalle ore 14 alle 15 e 30 in via Cavour a Firenze “Gruppo Alimentare in Toscana” forte preoccupazione per 90 dipendenti in esubero. Questa mattina il Sindaco di Reggello Cristiano Benucci ha incontrato la RSU dell’azienda “Gruppo Alimentare in Toscana” che ha sede nella frazione di Leccio. La rappresentanza di lavoratori ha spiegato al primo cittadino il piano industriale, proposto dalla dirigenza dell’azienda, che prevede 5-6 milioni di investimenti da parte della proprietà, per riportare in pareggio il bilancio, dopo tre anni di pesante passivo.

Questo porterà però , in previsione, a circa 90 esuberi che si assommeranno ai 33 dipendenti già “usciti” in questi due anni. “Voglio esprimere la mia forte preoccupazione – afferma il Sindaco di Reggello Cristiano Benucci - sia per lo stato di salute dell'azienda, sia per l'impatto che un numero così alto di esuberi, che di fatto dimezza la forza lavoro dell'azienda, potrà avere sui lavoratori e sul territorio”. Il Sindaco ha chiesto un incontro alla proprietà per esaminare la situazione.

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