PISTOIA - Come da gradita consuetudine, il Teatro Manzoni di Pistoia presenta al pubblico la nuova stagione di prosa, e lo fa nella cornice più appropriata: la platea. Rodolfo Sacchettini, Presidente dell’Associazione Teatrale Pistoiese, e Saverio Barsanti, Direttore del teatro, hanno incontrato il pubblico per illustrare il cartellone 2013-2014, un cartellone non sovraccarico, non troppo lungo ma interessante, vero e proprio livre de chevet del teatro del Novecento, con una puntata nel XIX Secolo e due riletture contemporanee di altrettanti classici della tradizione drammaturgica.
Ai dieci appuntamenti del cartellone principale si affiancano i quattro della rassegna fuori abbonamento Altri linguaggi, dedicata alle nuove tipologie di espressione teatrale, e alla connessione con altre forme d’arte, ed espressamente rivolta a un pubblico più sensibile alle novità. Sarà proprio uno di questi quattro spettacoli, L’occhio del lupo di Daniel Pennac, ad aprire la stagione sabato 26 ottobre. Clara Bauer porta i scena il testo dell’estroso scrittore francese, dedicato al tema dell’incontro-confronto fra realtà molto diverse. Tornando al cartellone principale, prenderà ufficialmente il via il 1 novembre con il classico cechoviano Zio Vanja, per la regia di Belloccio e con, fra gli altri, Sergio Rubini, attore fra i meno etichettabili e per questo fra i più interessanti in Italia.
Prestigioso appuntamento, questo, per i suoi elementi drammturgici di catastrofe concettuale, che hanno anticipato tanto teatro del Novecento. Si prosegue con La torre d’avorio, che fotografa la Germania nazista dopo la capitolazione, nel crudele momento della “resa dei conti”. Un momento doloroso di storia recente, riletto da Ronald Harwood con la regia di Luca Zingaretti. Interessanti i nuovi approcci drammaturgici sul Don Giovanni e Re Lear, rispettivamente di Filippo Timi e Gianfranco Pedullà; un Don Giovanni che insegue la morte, dandy volubile e indifferente apparentabile al Florizel de Il Club dei suicidi; interessante drammaturgia dai profondi risvolti concettuali, che dà valore alla vita proprio in grazia dell’esistenza della morte.
Pedullà, da parte sua, affronta il delicato tema dell’avvicendamento fra generazioni, anche in chiave di gestione del potere, in un allestimento dalla forte valenza contemporanea. Idealmente legato al Re Lear, è Servo di scena, altra pièce di Harwood in cartellone, dedicata ai complessi equilibri del dietro le quinte; i rapporti fra gli attori di una compagnia, le invidie e le ipocrisie, il rapporto con il pubblico. Curiosamente, uno dei personaggi è interpreta appunto Re Lear. Ambientato a Londra nel 1940, pone l’accento sulla capacità del teatro di saper resistere alle peggiori catastrofi, chiara allegoria la teatro italiano continuamente vessato dai tagli ministeriali.
E ancora, spazio al teatro di tradizione con Le voci di dentro, superba pièce di Eduardo De Filippo allestita da Toni Servillo e sospesa fra realtà e illusione, e scritta sull’urgenza dell’amarezza seguita al disfacimento sociale portato dalla Seconda Guerra Mondiale. Gran finale con Non si sa come, capolavoro di Pirandello portato in scena da Federico Tiezzi e che vanta fra gli interpreti la bella Elena Ghiaurov. Da segnalare, tre spettacoli di teatro contemporaneo, Un comico fatto di sangue di Benvenuti, Week-end, di Ruccello, e Oscura immensità, che vede il ritorno a Pistoia da regista di Alessandro Gassman, dopo il successo del Riccardo III. Una stagione incentrata sul teatro di regia, aperta a nuove interpretazioni, nella logica secondo cui il teatro è una forma d’arte universale, che può e deve continuamente essere rinnovata e attualizzata, per continuare a parlare della società, alla società.
Un cartellone non così facile come può sembrare a prima vista, che pone domande, anche scomode, sulla contemporaneità, sugli errori del Novecento dei quali ancora oggi paghiamo le conseguenze. L’Associazione Teatrale Pistoiese festeggia al meglio il suo trentesimo anno d’attività, con una stagione concepita sotto il segno dell’apertura, una risposta alle difficoltà che attraversa il teatro italiano. Ogni spettacolo è una sorta d’investimento sul territorio, per portarvi nuovi nomi o riportarvi artisti già conosciuti.
In controtendenza rispetto all’andamento generale, a Pistoia il Comune e la Provincia non fanno mancare il loro sostegno economico al teatro, permettendo alla città di mantenere un importante tassello della propria cultura. Perché la rinascita di un Paese passa anche da qui. Tutte le informazioni su date, orari e biglietti, al sito www.teatridipistoia.it. Niccolò Lucarelli