Il Comune di Pontassieve si è classificato al primo posto nel bando regionale per la realizzazione di residenze destinate all’emergenza abitativa dei cittadini. Il finanziamento ammonta a 1 milione e 300 mila euro ottenuti grazie ad un progetto che prevede di restaurare Casa Rossa (l’edificio all’ingresso di Pontassieve) realizzando nuovi alloggi temporanei per contrastare l’emergenza abitativa. “La scelta di partecipare a questo bando - spiega l'assessore alle politiche sociali e abitative Monica Marini – aveva lo scopo di contrastare le conseguenze dell'emergenza abitativa per quelle famiglie espulse dalla propria casa a causa degli sfratti per morosità.
La difficile crisi che stiamo attraversando, la perdita improvvisa dei posti di lavoro stanno mettendo in difficoltà molti cittadini che improvvisamente non riescono più a pagare l'affitto. Abbiamo partecipato a questo bando lo scorso anno per trovare i fondi necessari per ristrutturare Casa Rossa e realizzare alloggi temporanei. Gli alloggi sono progettati secondo la modalità del Co-housing, che prevede una serie di mini appartamenti (32 posti letto totali) con spazi comuni (come la cucina, il soggiorno, la lavanderia).
La nuova Casa Rossa darà così il tempo ai nuclei familiari di cercare un nuovo alloggio e i mezzi di sostentamento necessari a non perderlo." L'amministrazione ha scelto di affrontare la questione con una risposta nuova al problema, attraverso la quale restituire un tetto a coloro che si trovano in difficoltà. Il patrimonio immobiliare del Comune di Pontassieve è già costituito da 257 appartamenti, ma in questi ultimi anni dal 2010 al 2011 sono stati 13 gli sfratti per morosità. Per alcune situazioni si è cercato di trovare soluzione - come ad esempio - garantire un alloggio a carico dell'Amministrazione in strutture ricettive del territorio.
Ma nell'ultimo anno poi sono pendenti altri 21 sfratti per morosità. Tra gli immobili di proprietà del Comune di Pontassieve c'era il complesso denominato Casa Rossa, composto da un edificio più piccolo, la "capanna" (recentemente restaurata e adibita a sala espositiva), e da un edificio principale, un immobile costituito da due piani. Il progetto – premiato anche per la sua progettazione oltre che per i fini sociali a cui sarà destinato - prevede anche la riqualificazione dell'area verde adiacente all'immobile.
L'intervento si compone così di elementi che si presta no facilmente all'integrazione, allo scambio culturale e sociale, all'idea di interazione tra i utilizzatori della casa e i cittadini, con l'intenzione di non riprodurre modelli urbani che portano all'uso individuale dei luoghi con conseguenti circoscrizioni di ghetti isolati. Nell'ottica dell'efficienza energetica e dei criteri di bioedilizia e bioarchitettura propri del Bando, l'Amministrazione si è posta, inoltre, l'obbiettivo di portare l'edificio in Classe Energetica A.
E' privilegiato, infatti, il criterio di un restauro volto alla scelta di materiali di recupero e impianti a basso utilizzo di energia, a basso impatto ambientale, la raccolta delle acque meteoriche da impiegare poi per uso irriguo, la raccolta differenziata dei rifiuti ed il compostaggio.