Firenze, 17 settembre 2013 - Gli uomini del Corpo forestale dello Stato di Firenze della Sezione di Polizia Giudiziaria hanno proceduto, su disposizione della Procura della Repubblica di Firenze, all'arresto del Presidente del CdA della consortile NODAVIA, aggiudicataria dei lavori Alta Velocità del nodo ferroviario di Firenze. L'indagine, partita nel 2010 grazie ad alcuni accertamenti svolti dal personale del Corpo forestale dello Stato di Firenze, ha fatto emergere un consistente traffico di rifiuti speciali, smaltiti illegalmente, nonché la truffa ai danni della Rete Ferroviaria Italiana.
Si tratta di rifiuti derivanti dalle perforazioni avvenute sullo snodo dei lavori dall'alta velocità nei pressi di Firenze, nel tratto interessato dagli interventi infrastrutturali previsti per la realizzazione della linea Alta Velocità/Alta Capacità Milano-Napoli. I reati contestati vanno dalla frode per omesso o carente monitoraggio rispetto agli obblighi di fornitura e alle prescrizioni, falso in atti pubblici per occultare l'omesso monitoraggio, frode nella riduzione delle frese da due a una, associazione per delinquere per compiere truffe ai danni della stazione appaltante.
Nonchè attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti e nello specifico gestione dei fanghi di scavo delle paratie come terre destinate all'agricoltura e trattamento degli stessi fanghi in siti non autorizzati con scarichi in falda e destinazione a siti non idonei, truffa ai danni di RFI per il pagamento dello smaltimento dei fanghi falsamente dichiarato conforme alla legge, tentativo di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti relativi ai fanghi di perforazione della fresa di scavo, associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e abuso di ufficio in ordine a ogni profilo di illegittimità nell'esecuzione dell'appalto, per aver attivato e messo in esercizio in concorso nr.7 scarichi di acque reflue industriali senza autorizzazione. «Non è elegante dire “noi l’avevamo detto”, ma questa volta non possiamo esimerci dal farlo.
Era il gennaio scorso quando, nella mia veste di portavoce dell’Opposizione, presentai un question time nel quale chiedevo al presidente Rossi di render conto all’aula del ritiro delle deleghe all’assessore Bramerini e dello spostamento ad altro incarico dell’architetto Zita. Una richiesta cui fece seguito una risposta insoddisfacente data dall’allora assessore Ceccobao, vista la strategica assenza di Rossi. A distanza di nove mesi, e alla luce dei fatti accaduti ieri, è ancor più necessario che la Giunta regionale faccia definitiva chiarezza su questa vicenda».
Così Stafania Fuscagni, portavoce dell’Opposizione, all’indomani delle misure cautelari adottate nei confronti di sei persone nell’ambito dell’inchiesta sul nodo fiorentino della Tav. «Nel question time presentato e discusso il 23 gennaio scorso oltre che chieder conto dei due aspetti “oscuri” evidenziai anche come dalle carte dell’inchiesta emergesse una “relazione pericolosa” tra le cooperative vincitrici dell’appalto e il partito democratico, impersonata, tra gli altri, dalla presidente di Italferr ed ex presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti.
Oggi più che mai servono risposte su questioni centrali di diretta competenza regionale e che riguardano scelte tutte politiche e direttamente legate al presidente Rossi», conclude Fuscagni. “Le recenti ordinanze di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta sul nodo fiorentino dell’Alta Velocità– dichiara il Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Mauro Romanelli – sembrano confermare tristemente l’ambiguo e opaco rapporto fra politica, pubblica amministrazione e mondo delle imprese.
Difficile, di fronte a questi eventi, pretendere che i cittadini non leggano male la difesa ad oltranza, da parte della politica, di opere insostenibili e indifendibili come l’alta velocità in Val di Susa, ormai accantonata dal Governo francese, e appunto l’inutile e pericoloso progetto del sottoattraversamento di Firenze, quando esisterebbero alternative più praticabili ed economiche”. “L'ideologia delle grandi opere, nonostante la crisi e nonostante i continui scandali, sopravvive e coinvolge le Giunte di ogni colore politico”. “Dispiace quindi, anche se sapevamo da inizio legislatura che su questo tema vi erano differenti vedute, dover prendere atto che il Presidente della Toscana Enrico Rossi, anche nel recente incontro con il Ministro Lupi, si sia limitato a elencare tutta una serie di richieste per opere infrastrutturali che a nostro giudizio, mio e di Sel Toscana, non sono assolutamente prioritarie, se non decisamente controproducenti, come, appunto lo sblocco dei lavori dell'Alta velocità a Firenze, l'Autostrada Tirennica quando si potrebbe risistemare l'attuale Aurelia, la terza corsia della Firenze Mare, gli Assi viari di Lucca e l'ampliamento dell’aeroporto di Peretola”. “Manca purtroppo un’analisi più lungimirante di cosa servirebbe realmente ai cittadini toscani per vivere e muoversi nella nostra regione”. “Credo quindi che sarebbe necessario un confronto politico dentro la maggioranza e con il Presidente Rossi, sia sui temi che ci dividono, dalla Tav alla terza Corsia, perché è sempre utile aggiornarsi anche se la si pensa diversamente, visti i recenti sviluppi, sia su quelli che almeno in teoria ci uniscono, ma ai quali va data assolutamente più forza e priorità, come il trasporto pubblico locale, partendo dai treni regionali, o il rifinanziamento urgente del fondo per la prevenzione del dissesto idrogeologico, che è stato assai ridotto, se non azzerato, dopo gli interventi urgenti per l’alluvione a Grosseto". "Infine, su opere come la Tirrenica è perlomeno necessario rafforzare il confronto e la condivisione coi territori, che fino ad oggi è stata carente, mentre a proposito degli assi viari di Lucca, in maggioranza non se ne è mai parlato, e forse sarebbe bene farlo presto” - conclude Romanelli