Entro giugno sarebbe dovuta arrivare la decisione definitiva sulla località, o meglio il porto attrezzato, che avrebbe provveduto allo smantellamento e smaltimento della Costa Concordia affondata davanti all'Isola del Giglio. E' un relitto, e tale lo valutiamo, non dimenticandoci mai cosa ha significato per centinaia di persone e quale monito sarà sempre per chi solca le onde del mare. Perché non Piombino? E' la destinazione più vicina e porterebbe lavoro in una regione che ha subito il maggior danno economico e di immagine a seguito del naufragio più seguito e discusso degli ultimi anni.
Il processo si svolge a Grosseto, ma le location della Giustizia sono diverse dalla burocrazia che invece è impazzita attorno alla ex nave del capitano Francesco Schettino. Il Prefetto di Grosseto Anna Maria Manzone sarà mercoledì 4 settembre in visita ufficiale all'Isola del Giglio. Ricevuta e accompagnata dal Sindaco Sergio Ortelli e dalla Giunta comunale il Prefetto visiterà il cantiere dei lavori di rimozione della Costa Concordia "Sarà anche l'occasione per una ricognizione nell'area di cantiere della Costa Concordia in vista dei lavori di rotazione della nave" fa sapere Sergio Ortelli sindaco dell'Isola del Giglio. Enrico Rossi, governatore toscano si era esposto direttamente per trattenere il relitto nei confini regionali e l'allora ministro Clini si era mosso assieme all'esecutivo di Mario Monti per non disattendere le aspettative della Comunità Europea la quale detta che lo smaltimento dei relitti debba avvenire nel luogo più vicino al naufragio: buon senso europeo.
La decisione della Costa Crociere non è mai arrivata. Passati luglio ed anche agosto si aspetta adesso che il relitto venga raddrizzato, solo successivamente si potrà indire una gara di appalto per lo smantellamento. Tutti la vogliono: dopo Civitavecchia, caldeggiata dal governatore Zingaretti, si è mossa e si sta muovendo la Sicilia che vorrebbe la Concordia a Palermo. Una beffa per i toscani? Così intervengono i consiglieri regionali del Popolo della Libertà Nicola Nascosti e Marco Taradash: "In occasione dell’ultimo Consiglio regionale fu approvato il nuovo piano regolatore del Porto di Piombino, passaggio essenziale in vista del possibile ed auspicato arrivo del relitto della Costa Concordia.
Un intervento che avrebbe un indotto economico di 1,2 miliardi di euro per il territorio. A ciò si aggiungano le rassicurazioni del Presidente Rossi e del ministero dell’Ambiente circa la scelta di Piombino. Nel mese di agosto sono accaduti fatti a noi sconosciuti? E’ pur vero che la scelta del porto di smaltimento del relitto spetterà a Costa Crociere, ma le rassicurazioni di Rossi e lo stanziamento di 130 milioni di euro lasciavano confidare in una soluzione positiva per Piombino e la Toscana.
Chiediamo al Presidente Rossi di fare definitiva chiarezza su una vicenda che rischia di finire con una beffa per la Toscana, dopo il danno inferto al Giglio». Il governo di Enrico Letta ha predisposto un aiuto per permettere a Piombino di mettersi in regola e farsi trovare pronto per primavera 2014 ovvero entro i tempi che ad oggi sembrerebbero buoni per rivedere in mare la Concordia. Ma per i politici siciliani che si sono rivolti ad esperti del settore, Piombino non potrà mai farcela in così poco tempo ad arrivare ai livelli di Civitavecchia o Palermo. Fuori dall'Italia? Non tramonta la possibilità che la Concordia scontenti tutti e finisca in Turchia, scelta che vede il Ministero contrario poiché un rifiuto speciale inviato in un paese del mediterraneo non è proprio come un piatto del buonricordo.
Restando ferme le scelte che spettano a Costa Crociere una soluzione 'soft' potrebbe essere lo smantellamento in Sicilia e lo smaltimento in Turchia. Per la Toscana che nel frattempo ha convissuto con il relitto a suo rischio e pericolo, sarebbe comunque una sconfitta. Antonio Lenoci