La situazione della crisi è sempre più pesante. Giorno dopo giorno si accumulano chiusure aziendali e perdite di posti di lavoro. Se da un lato servono interventi ed investimenti produttivi anche innovativi, dall'altro è urgente il sostegno al reddito attraverso gli ammortizzatori sociali. Uno degli Ammortizzatori maggiormente utilizzato è la Cassa Integrazione in Deroga che è in attesa di ulteriori finanziamenti da parte del governo per coprire tutto il 2013 (manca ancora 1,5 mld).
In compenso per avere i soldi in sede locale bisogna aspettare mesi. La Toscana, come molte Regioni ha esaurito le risorse assegnate dal ministero il 29 luglio e la Regione ha dovuto nuovamente sospendere le autorizzazioni, dopo aver coperto le richieste arrivate fino ai primi di aprile. Restano ancora in attesa oltre 20 mila lavoratori. Giovedì si è svolto in Palazzo Medici Riccardi l'incontro tra istituzioni, azienda e organizzazioni sindacali sulla situazione della Targetti Sankey, nel corso del quale la proprietà ha aggiornato la revisione del Piano Industriale comunicando che, in previsione del termine del contratto di solidarietà in essere (in scadenza il 6 novembre prossimo), saranno individuati 160 esuberi strutturali sui 250 dipendenti complessivi.
La Targetti Sankey è uno storico gruppo fondato a Firenze nel 1928, che è stato leader del settore dell'illuminazione a livello internazionale e che solo qualche anno fa contava oltre 360 dipendenti. Due anni fa l'azienda aveva annunciato 130 esuberi, temporaneamente "congelati" grazie al contratto di solidarietà attualmente in essere, e che solo lo scorso 25 giugno si era impegnata a presentare un piano industriale di rilancio. La Bertocci , storica fabbrica di via Petrosa che produce accessori per il bagno di altissima gamma, chiuderà i battenti a settembre; 39 i lavoratori che perdono il posto.
Dal venerdì 12 luglio si era tenuto un presidio dei lavoratori della Bertocci di Sesto Fiorentino, hanno protestato per le mancate retribuzioni e per la scelta dell'azienda di andare verso la liquidazione. Concordata al tavolo della Provincia di Firenze la cassa integrazione accolta fino al giugno 2014. Al via la campagna di trasformazione del pomodoro da industria in provincia di Livorno. Riapre nei prossimi giorni lo stabilimento di Venturina (Li) di Italian Food, per la lavorazione del pomodoro da industria.
Per Cia Livorno, il via della campagna di lavorazione del pomodoro, è “una notizia attesa e positiva”, dopo che – nelle settimane scorse - da parte dell’azienda era stata minacciata la chiusura dello stabilimento, in seguito a problemi connessi alle lavorazioni, alla depurazione delle acque, alla logistica dei trasporti e ad una situazione finanziaria ‘delicata’. Il polo di trasformazione industriale di Venturina rappresenta una certezza per le prospettive del settore agricolo e per i livelli occupazionali che garantisce sul territorio della Val di Cornia.
«Per quanto riguarda l’economia del territorio – aggiunge Pasquini – il ruolo di Italian Food rimane strategico, non solo per la Val di Cornia, ma per l’intera Toscana. Oltre a garantire il mantenimento di 300 posti di lavoro tra operai stagionali e fissi, garantisce al sistema agricolo un punto di riferimento per la collocazione del pomodoro (assicurando migliaia di posti di lavoro anche nella produzione agricola) ed una certezza di reddito in una congiuntura economica difficile per le aziende».
Per la Cia il rapporto con la produzione locale e con le organizzazioni di prodotto - ad iniziare da Asport (con sede a Cecina, Li), resta fondamentale, come lo è il puntuale pagamento della materia prima consegnata alla trasformazione, considerato che ad oggi non sono ancora stati del tutto saldati i conferimenti della campagna del 2012. Con la sottoscrizione dello scorso anno, del protocollo di intesa per tutelare il pomodoro da industria, tra enti pubblici (Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Campiglia Marittima), le aziende dell’acqua e dei rifiuti, le organizzazioni professionali agricole, le centrali cooperative, l’Organizzazione di Prodotto Asport e la stessa Italian Food regionale, «si è voluto garantire un giusto reddito per i produttori agricoli, l’occupazione, la tutela ambientale e una produzione locale che ha elevate caratteristiche qualitative» ribadisce la Cia livornese. È durata 5 ore la riunione in Prefettura tra i vertici della CTT Nord e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
Per l’Azienda erano presenti l’Amministratore Delegato Alberto Banci, il Presidente Alfredo Fontana, il Vice Presidente Mario Silvi, il Direttore dei Servizi Amministrativi Paolo Vannozzi e il Dirigente Relazioni Industriali Stefano Cianferoni, mentre per i sindacati hanno partecipato Antonio Mazza e Andrea Parra (FILT/CGIL), Riccardo Gennari e Nicola Da Sanmartino (FIT/CISL), Massimiliano Massai e Lorenzo Gasparotto (UILTrasporti), Fabrizio Genovesi e Maurizio Pazzaglia (FAISA/CISAL) e Massimo Biegi (UGL/TPL). La mediazione del Prefetto era stata richiesta dalle organizzazioni sindacali sperando in un accordo che scongiurasse la disdetta di quelli integrativi di secondo livello e che favorisse l’armonizzazione dei trattamenti normativi ed economici nell’Azienda.
Al termine di un lungo confronto le parti hanno accettato la proposta del Prefetto Tagliente, condividendo l’opportunità di aprire un ulteriore tavolo negoziale in sede aziendale per verificare la possibilità di raggiungere un nuovo accordo unico. La CTT Nord si è dichiarata disponibile a posticipare al 30 settembre 2013 gli effetti normativi ed economici della già intervenuta disdetta degli accordi ex CPT ed ex ATL. La decisione dell’azienda di non procedere con i licenziamenti annunciati e la notizia dell’omologa del concordato preventivo sono il risultato dell’incontro su Floramiata spa, convocato ieri in Regione dall’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini.
All’incontro hanno partecipato i vertici dell’azienda, l’assessore al lavoro della Provincia di Siena Simonetta Pellegrini, il sindaco di Abbadia San Salvatore Lorenzo Avanzati, le organizzazioni sindacali. Non meno importante la volontà espressa dall’azienda di ritirare la procedura di mobilità dopo il mancato accordo di alcuni giorni fa e di non dare corso ai licenziamenti annunciati, riaprendo il confronto con le organizzazioni sindacali. La Filt CGIL Regionale Toscana e la Filt CGIL della Provincia di Livorno ribadiscono le forti preoccupazioni per la tenuta dell’intero comparto economico portuale di Livorno e più ancora dell'intera offerta logistica Toscana, rispetto alle ultime decisioni del Ministero dell'Ambiente che impediscono il passaggio delle aree SIN ad aree SIR (esclusivamente per il porto di Livorno), ostacolando di fatto la velocizzazione degli iter per gli adeguamenti infrastrutturali già programmati.