Mentre in Italia la vita per le industrie farmaceutiche appare in salita, con il Governo centrale intenzionato a puntare tutto il servizio sanitario sul farmaco detto "generico" facendo del principio attivo la prioritaria ed unica componente decisionale nella scelta del farmaco, esistono in Europa luoghi in cui le aziende contano su facilitazioni burocratiche ed economiche che diano respiro agli investimenti, alla ricerca, allo sviluppo di nuove figure professionali. Il Parlamento italiano a distanza di sei mesi è tornato sulla disciplina del settore medico farmacologico con un emendamento al decreto sulla Spending Review, che imporrebbe al dottore di inserire in ricetta il mero principio attivo che sta alla base del farmaco e non il nome del farmaco stesso, demandando così al farmacista la possibilità di proporre al paziente le opzioni equivalenti sulla base di conoscenze personali, scorte, prezzo, ecc.
"Una scelta insensata" l'ha definita la federazione dell'industria farmaceutica, che "esautora la figura del medico di famiglia" che attraverso l'attività degli informatori si tiene aggiornato sui prodotti in commercio ed è terminale per l'industria farmaceutica fornendo indicazioni per lo sviluppo dei medicinali stessi.
Germania paese amato ed odiato, meta di emigrazione per gli italiani e ruolo chiave sulla scena storica e politica mondiale. Qui hanno sede Berlin-Chemie e Menarini Von Heyden, nello specifico a Berlino e Dresda dove la casa italiana è giunta rilevando stabilimenti già presenti ed operativi durante la Guerra e successivamente nel periodo precedente la caduta del muro e mantenendone le connotazioni storiche, ha avviato un piano di investimenti mirato alla produzione monomarca che sostituisse i medicinali già in produzione.
Berlino Azienda farmaceutica di ricerca situata nell’area di Berlino-Adlershof. Fondata nel 1890 come «industria chimica farmaceutica Kahlbaum». Dal 1937 al 1948, proprietà della Schering AG e per la Prima grande Guerra distributrice di elementi chimici per l'industria bellica, ad esempio il gas delle granate. A seguito della Seconda Guerra Mondiale, la Schering venne espropriata dall’amministrazione militare sovietica. L’ex-sito che, seppur decadente, ancora mantiene intatto l'aspetto dell'epoca poiché nulla è stato toccato neppure per una ristrutturazione superficiale, fu inizialmente denominato VEB Schering-Adlershof ed in seguito, nel 1956, VEB Berlin-Chemie.
All’epoca si realizzavano prodotti chimici e farmaceutici, e l’azienda si sviluppó fino a diventare una delle tre principali realtá industriali del settore nell’ex Germania dell’Est. Nel 1989 circa 2.800 persone vi erano impiegate. Dopo la caduta del muro, nel giugno 1990, la Treuhandanstalt, ente federale incaricato di privatizzare l’industria dell’ex-DDR, rinominò l’azienda in BERLIN-CHEMIE AG. Nel Maggio 1992 il Governo Federale Tedesco accettò l’offerta d’acquisto di Menarini che presentò il piano più convincente per lo sviluppo dell’azienda con la formazione ed aggiornamento professionale continuativo del personale. Radicale la ristrutturazione dell’azienda e la focalizzazione sul core business farmaceutico, un processo necessariamente associato a dolorosi tagli del personale.
Al termine di questa fase di sviluppo (era il 1995), disponeva ancora di 1.033 collaboratori. Da quel momento è iniziato un periodo, che tuttora continua, di forte accelerazione negli investimenti sul mercato e di un ritmo di crescita ben sopra la media. Nel 2011 un fatturato di 1.350 milioni di euro, scomposto in 452 milioni di vendite domestiche, 853 milioni di euro dal business internazionale e 45 milioni di euro derivanti principalmente da servizi prestati a terzi e ad altre aziende del Gruppo.
Nel corso degli ultimi 10 anni quasi quintuplicato il fatturato e creati oltre 2.800 nuovi posti di lavoro in Germania e all’estero. Le principali aree terapeutiche dell’azienda sono rappresentate da farmaci cardiovascolari e antidiabetici. In Germania oltre la metà del fatturato é realizzata con farmaci nuovi ed innovativi. Il 'sistema Menarini' si basa principalmente nel realizzare una squadra di lavoro che opera in sinergia e sia intercambiabile con figure precise nei diversi settori aziendali.
Una delle poche aziende a mantenere un «reparto protetto», nel quale 39 persone diversamente abili vengono curate e integrate nel processo produttivo. Dresda Lo stabilimento acquisito nel 2006 aveva una rilevanza ben più forte rispetto alla stessa Berlino, il sito nasce dal lavoro del dottor Von Heyden che dal 1874 inizia la produzione, dopo averlo sintetizzato, dell'acido acetil salicilico. L'azienda tedesca diventa così per anni produttrice e distributrice unica in Germania dell'aspirina.
Menarini arriva quando l'azienda conta 250 dipendenti e decide di effettuare un investimento di 30 milioni che arriverà a completamento nel 2013. I dipendenti ad oggi sono 325 tra i quali alcuni pendolari italiani che hanno compiuto una scelta di vita che consigliano e non cambierebbero. Il sito, di vasta dimensione, mantiene inalterata la sua parte storica con i vecchi laboratori raggiunti, al tempo, dai binari della Ferrovia. Gli ambienti sono stati volutamente lasciati intatti (cassetti aperti, vetri infranti, camici abbandonati sui tavoli) per trasmettere il senso della dismissione.
La parte dedicata alla produzione può contare invece su macchinari (per lo più italiani) in grado di lavorare secondo i massimi standard richiesti per elevate quantità di materiale. "Più è alta la qualità, più è alto il numero dei pezzi prodotti - spiega il responsabile produzione dell'azienda - più il prezzo ne risente in positivo. Paradossalmente se facessimo meno compresse, queste all'utente finale, costerebbero molto di più". Formazione Professionale: attualmente si concentra sulle seguenti professioni: tecnici di laboratorio chimico, operai farmaceutici specializzati, operatori meccatronici, meccanici industriali, impiegati in diversi reparti amministrativi e specialisti informatici.
"Servono gli ingegneri" spiegano i dirigenti di Menarini. Ma qual è il trattamento economico? "Sono capaci di sostenersi autonomamente". Una confessione futuristica ed eccessivamente ottimistica per l'Italia. Dal 1996 sono arrivati i laureati in economia aziendale secondo il «sistema duale» (combinazione di studio e lavoro) presso l’Accademia delle Professioni. Il numero degli apprendisti aumenta costantemente e pertanto l'azienda contribuisce in modo importante al programma di formazione promosso dal Governo Federale Tedesco.
La formazione e qualificazione del personale sono requisiti assoluti per il futuro dell’azienda. Inizialmente si tratta di accettare un contratto di 24 mesi. In Italia il contratto a breve durata scoraggia i dipendenti realmente validi che, dopo aver lungamente studiato, sperano in un cambiamento netto. "In Germania è la mentalità ad essere diversa - spiegano dai reparti operativi di Menarini - perché la paura non è quella che qualcuno arrivi e subentri al nostro posto. L'azienda ha investito sul giovane nel momento stesso in cui lo ha accolto, sarebbe controproducente lasciarlo andare e ripartire nuovamente con un soggetto diverso".
Al dottor Stefano Fabbri, cesenate che in Menarini Dresda si occupa di finanza e management il compito di lanciare un messaggio verso l'Italia che sul piano della collaborazione tra governi locali e industria e tra investimenti e banche continua ad arrancare: "Mi sento di poter dire in tutta sincerità che non occorrono investimenti maestosi. Non si deve frenare perché si pensa di non poter crescere. Bastano anche piccoli investimenti, ma mirati, rivolti verso i giovani e verso una maggiore produttività.
Solo inserendo giovani in un contesto competitivo si può immaginare di tornare a crescere". AntLen