FIRENZE – “Nessuna riduzione di posti letto, ma invece il potenziamento, sia degli ospedali che della sanità territoriale. In questa zona, come del resto in tutta la Toscana, puntiamo alla valorizzazione della rete ospedaliera, che è composta da 41 ospedali, tutti importanti, compresi i 17 di piccole dimensioni”. L’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni ha partecipato stamani, a Orbetello, assieme al direttore generale della Asl di Grosseto Fausto Mariotti e alla direzione della Asl, alla firma dei Patti territoriali delle Colline dell’Albegna, che disegnano il futuro della sanità della zona-distretto (che comprende i comuni di Sorano, Pitigliano, Manciano, Capalbio, Orbetello, Monte Argentario, Isola del Giglio e Magliano in Toscana).
Hanno firmato tutti i sindaci, tranne il primo cittadino di Capalbio, che già nei giorni scorsi aveva manifestato il suo dissenso, anche con una lettera inviata all’assessore Marroni. “Questo firmato oggi è un accordo di grande valore operativo – ha sottolineato Marroni – La firma di oggi è un primo esempio di quello che avverrà successivamente in tutte le zone della Toscana. Per la gestione della sanità è fondamentale la collaborazione dei sindaci. E i Patti territoriali verranno inseriti nel nuovo Piano Sanitario Regionale”. Il Patto territoriale delle Colline dell’Albegna è giunto alla versione finale dopo un lungo lavoro di confronto, a volte anche piuttosto acceso, e condivisione tra i sindaci e la direzione aziendale della Asl 9.
La prima parte del Patto disegna le linee progettuali, quella successiva riporta nel dettaglio le previsioni per la riorganizzazione della sanità ospedaliera e territoriale della zona per i prossimi tre anni, con l’impegno dell’azienda a monitorare lo stato di attuazione e riferirne semestralmente all’Articolazione zonale della Conferenza dei sindaci. Il presidio unico delle Colline dell’Albegna è articolato in due stabilimenti, Orbetello e Pitigliano. Il Patto territoriale mantiene invariati i posti letto e prevede azioni per migliorare l’efficienza dei due ospedali e per aumentare l’appropriatezza di utilizzo (obiettivo, tasso di occupazione dell’85%).
In sintesi, si contraggono i posti letto per acuti, ma si aumentano quelli per le cure intermedie. Alcuni spazi ospedalieri, infatti, saranno riconvertiti per l’attivazione di 20 posti letto (10 a Pitigliano e 10 a Orbetello) per ospedale di comunità, hospice, riabilitazione. L’orientamento è verso due strutture rivolte alla medio-bassa complessità, inserite nella rete provinciale dei presidi ospedalieri, con una propria funzione specifica (focus hospital per la protesi d’anca, del ginocchio e per la colecistectomia laparoscopica) e una sempre maggiore integrazione dei servizi, qualità delle cure e sostenibilità del sistema.
Per l’ospedale di Pitigliano si conferma la vocazione della medicina integrata. Quanto alla sanità territoriale, oltre all’attivazione dei posti letto di cure intermedie, l’organizzazione prevista dal nuovo Patto territoriale valorizza il ruolo del medico di famiglia, incrementandone le prestazioni nelle Case della Salute (ne sono previste 3, a Orbetello, Manciano e Pitigliano), e mantenendo comunque invariato il numero degli ambulatori periferici sul territorio. Una novità importante riguarda l’attivazione del Percors0 nascita, che garantirà alle donne in gravidanza e ai loro bambini un percorso di assistenza integrata, territoriale e ospedaliera, dal concepimento ai primi mesi di vita del bambino. La rete dell’emergenza territoriale prevede la realizzazione di due elisuperfici, a Manciano e Monte Argentario, (che si aggiungono a quelle già esistenti, h24, di Giannutri, Giglio, Orbetello e Pitigliano) e l’inserimento nella dotazione dei mezzi di 2 auto di soccorso avanzato (a Orbetello e Pitigliano). Sono inoltre previsti investimenti in strumentazione diagnostica (Rmn osteoarticolare a Pitigliano) e strutturali, come la nuova Casa della salute di Orbetello, che inizialmente sarà ospitata all’interno dell’ospedale in attesa della costruzione di un nuovo edificio (un investimento di circa 5.700.000 euro, di cui 2.000.000 ottenuti dalla vendita del fabbricato ex Inam). Impegni chiari e tempi definiti.
Sono questi, come ha ricordato l’Assessore alla Sanità, Maria Cristina Giglioli, i due presupposti su cui si è aperta da ieri sera una fase del tutto nuova per il futuro dell’Ospedale di Santa Verdiana di Castelfiorentino. Ammonta infatti a ben 13,5 milioni di euro l’impegno assunto dalla Regione Toscana (e già inseriti nel Piano di Investimenti per il 2015 come ha precisato l’Assessore regionale Luigi Marroni) per realizzare il nuovo ospedale, un presidio moderno e costruito secondo i parametri dell’edilizia bioecosostenibile, all’interno del quale sarà confermato quel modello della “medicina di continuità” che avrà Castelfiorentino come unico punto di riferimento per tutta l’ASL 11. Il progetto di realizzare il nuovo ospedale è il dato più significativo emerso al Consiglio Comunale aperto di ieri, che si è tenuto al Teatro del Popolo alla presenza di centinaia di cittadini.
Ma non è l’unico. C’è anche un’altra certezza, che riguarda la fase transitoria: sia i numerosi ambulatori di medicina che i servizi sanitari (come il Punto di Primo Soccorso, la Guardia Medica, Radiologia, Riabilitazione) non saranno trasferiti a Empoli, ma rimarranno a Castelfiorentino, mediante una ricollocazione negli edifici adiacenti alla struttura originaria, dalla quale saranno trasferiti in base ad un preciso cronoprogramma. I tempi saranno brevi: entro ottobre 2013 avverrà la ricollocazione del PPS, della Guardia Medica, del Front Office e degli spogliatoi, mentre per quanto riguarda Radiologia e Riabilitazione la sistemazione è prevista entro aprile 2014.
E non è tutto. Come ha ben spiegato il nuovo direttore dell’ASL 11, Monica Piovi, verrà contestualmente realizzato anche l’”hospice”, ovvero il servizio dedicato alla cura e all’assistenza dei malati terminali, inizialmente previsto al 4° piano della struttura più grande e che invece sarà collocato al 2° piano della palazzina “storica” dell’Ospedale, che sarà completamente ristrutturato. Il cantiere sarà aperto nella primavera 2014 e i lavori si concluderanno nel giro di un anno.
Il progetto, che peraltro ha già avuto il via libera dalla Conferenza dei Sindaci, consentirà al presidio ospedaliero di Castelfiorentino di avere l’unico servizio di “Hospice” a livello di area. La “medicina di continuità” troverà una più moderna collocazione nel nuovo Ospedale, per il quale si prevede un solo piano fuori terra (oltre a quello seminterrato) con una degenza di 32 posti letto - sistemati in camere a due letti con bagno – e dove troveranno spazio anche servizi importanti come il centro trasfusionale.
Il costo preventivato è appunto di 13 milioni di euro e i tempi di realizzazione sono stimati in 5 anni. “L’Ospedale non chiuderà – ha sottolineato l’Assessore Giglioli - Anzi, sarà rifatto più nuovo, più bello e più funzionale e accoglierà tutti i servizi contemplati nel progetto originario del 2008”. “Il presidio castellano – ha precisato Andrea Campinoti, presidente della Conferenza dei Sindaci – diventerà anche uno dei tre poli dell’ASL 11, insieme a San Miniato e Empoli, dove troveranno collocazione gli ambulatori specialistici di 2° livello”. Oltre all’assessore regionale Luigi Marroni, al Consiglio Comunale aperto di ieri sono intervenuti anche il Sindaco, Giovanni Occhipinti, rappresentanti delle forze politiche e sociali e molti cittadini.
L’Assessore Regionale Luigi Marroni ha promesso che tornerà entro fine anno a Castelfiorentino per fare il punto della situazione.