L’assessore regionale al diritto alla salute Luigi Marroni in commissione riferisce su riorganizzazione della rete ospedaliera, società della salute, governance del settore, piano sociosanitario integrato e tutto quanto fa riassetto dell’universo sanitario toscano. Le aspettative – per l’audizione che oltre a Marroni ha visto protagonista l'assessore con delega al welfare Salvatore Allocca – erano alte dopo che, due settimane fa, lo stesso presidente della Commissione Marco Remaschi (Pd) aveva preso carta e penna per manifestare tutto il disagio suo e dell’organismo per una condotta di giunta basata su singole delibere prive di cornice strategica e per di più annunciate a mezzo stampa anziché per canali istituzionali.
E anche oggi la Commissione non ha mancato di richiamare Marroni alle risposte puntuali che gli erano richieste e che l’ordine del giorno prevedeva. «Qui è tutto vacante – hanno replicato in parecchi – e neppure sappiamo se in Commissione ci sarà sottoposto preventivamente qualche atto né in che tempi». Soprattutto sulle questioni ‘calde’, come ha sottolineato il Vicepresidente della Commissione Stefano Mugnai (Pdl) scaldandosi pure lui stesso: «Ancora una volta ci vengono prospettati indirizzi generici e in quanto tali condivisibili – ha attaccato – senza però declinarli nel concreto e nello specifico.
Questo vale per la riorganizzazione degli ospedali quanto per le società della salute, su cui sono stati firmati dei documenti di preaccordo, rispettivamente con i medici e con l’Anci, bypassando Commissione e territori. Questo non siamo disponibili ad accettarlo più. Così come le promesse e la pratica dei rimandi all’infinito e dei tranelli semantici. Sul taglio alla governance e a un apparato che non ci possiamo più permettere lo stesso governatore aveva promesso una bozza di pianificazione entro giugno; tra poco è agosto e l’assessore oggi è venuto a dirci che intende “superare l’aziendalizzazione ma non le aziende”, evitando quello che sarebbe un naturale nesso logico.
Invece servono scelte coraggiose; per la politica è il momento di arretrare. In Lazio il governatore Zingaretti, Pd, ha scelto di individuare i direttori generali per meritocrazia, abbandonando le logiche della lottizzazione e di un apparato politicamente fidelizzato. Mi farebbe piacere – ha affermato Mugnai – se qualcosa di simile si facesse anche in Toscana». Il timore di Mugnai è che coi tagli alle poltrone la giunta si sia adagiata sugli allori dei risparmi dovuti al taglio dei posti letto ospedalieri: «Mi sono fatto fornire dalla Asl 10 il costo giornaliero di un posto letto», ha illustrato Mugnai.
«Ebbene: un posto letto ordinario costa 588 euro al giorno, mentre uno in day surgery 741 euro al giorno. Se prendo la cifra più bassa e la moltiplico per 365 quanti sono i giorni dell’anno e poi per 1800 quanti sono i posti letto che la giunta si propone di eliminare, rilevo un risparmio annuo che si aggira sui 400 milioni. Non vorrei che individuate le risorse si potesse pensare di mantenere intatta la rete elefantiaca di strapuntini e posti-chiave. Con il fine solito di sempre: fare della sanità anche un formidabile strumento di costruzione del consenso politico.
Costi quel che costi… Buco presso la Asl 1 di Massa docet». "Esprimo totale condivisione e piena soddisfazione per l'Audizione che ha tenuto questa mattina in Commissione Sanità l'Assessore alla Salute della Regione Toscana, Luigi Marroni". Lo dichiara, in una nota, Maria Luisa Chincarini, Capogruppo di Centro Democratico e Segretaria della IV Commissione Sanità e Politiche Sociali del Consiglio regionale della Toscana, a proposito della comunicazione tenuta stamani da Marroni sulla Delibera 1235 del 2012 sulla Riorganizzazione del Sistema Sanitario Regionale per quanto riguarda, in particolare, le strutture ospedaliere. "Stiamo finalmente imprimendo un cambiamento epocale al Sistema Sanitario Regionale.
Gli obiettivi principali della riorganizzazione del sistema sanitario sono legati a tre aspetti principali", spiega Chincarini. "La riorganizzazione delle reti per processi, la digitalizzazione e il rafforzamento del diritto di cittadinanza. Ciò significa che, con questa riforma, si cerca di realizzare una sanità che esce dal modello aziendalistico legato alle sole esigenze di bilancio delle undici aziende sanitarie. Questo dovrò comportare, a mio avviso, anche la riduzione del numero di ASL toscane, che non hanno dato i risultati sperati, anche perché i direttori sono stati spesso individuati non tra i migliori curricula presenti nel Paese ma tra i soliti funzionari e dirigenti regionali.
Si inizia a creare un sistema di rete per ottenere risultati concreti in materia di accuratezza delle prestazioni al cittadino, un'omogeneizzazione dei trattamenti e quindi dei processi di diagnosi e cura, puntando molto sull'informazione tecnologica, perché non ci sarà più un singolo paziente, ma una pluralità di pazienti che afferiranno alla stessa rete dei servizi sanitari". "Con questa riforma, la Regione dà la possibilità ai cittadini di interagire direttamente con il SSR, sia a livello di prestazioni sia di feedback, offre la possibilità di avere una rete clinica che migliora la qualità delle cure e una interconnessione delle specialità mediche e diagnostiche, realizzando così una rete orizzontale e funzionale degli ospedali.
Così avremo, finalmente, una rete ospedaliera composta da quarantuno presidi che operano come se fossero un unico ospedale", continua la Capogruppo di Centro Democratico. "In queste strutture il cittadino avrà la possibilità non soltanto di interagire direttamente con il sistema, a partire dalle prenotazioni online, ma anche di partecipare alle scelte strategiche della Regione, rafforzando così i propri diritti di cittadinanza, come avviene nel Nord Europa, e realizzando di fatto una medicina personalizzata a misura del cittadino.
Vorrei anche sottolineare che avremo il superamento delle Società della Salute, ennesimo carrozzone regionale, e infine, dato non secondario in questo periodo di tagli indiscriminati da parte del governo centrale, con la riforma si vuole porre nuova e particolare attenzione ai percorsi di ricerca e sviluppo, coinvolgendo anche le università". "La Toscana così facendo esce dai confini di una provincializzazione della sanità e si spinge verso un orizzonte maggiormente europeo", conclude Chincarini.
"Analizzare i processi e i percorsi di cura permetterà di non guardare più soltanto agli obiettivi di budget della singola azienda sanitaria, ma soprattutto agli obiettivi di salute, passando, pur in un'ottica di contenimento ed efficientamento della spesa, dal mero dato numerico alla valorizzazione della persona".