PISTOIA– ”Questo è un grande momento di festa per la sanità toscana, ed è normale provare emozione. Abbiamo dovuto lottare per arrivare a questo. In questo Paese quando ci si muove per fare qualcosa di buono e di bello si trovano sempre ostacoli, tranelli, intoppi. Ringrazio tutti i direttori generali che si sono avvicendati, e che hanno subito anche processi per questo ospedale. Il cavallo della sanità è pulito, forte e corre bene”. Queste le prime parole pronunciate dal presidente della Regione Enrico Rossi, durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo ospedale di Pistoia, il primo dei quattro nuovi ospedali a tagliare il traguardo.
Una festa alla quale, con il presidente della Regione, hanno partecipato l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, il direttore generale della Asl 3 di Pistoia Roberto Abati, con il direttore sanitario Lucia Turco e il direttore amministrativo Luca Cei, il prefetto di Pistoia Mauro Lubatti, il sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli e la presidente della Provincia di Pistoia Federica Fratoni, i sindaci dei 22 comuni che fanno parte della provincia di Pistoia, Edoardo Majno, attuale presidente del Sior (Sistema integrato ospedali regionali), insieme a tutti i precedenti direttori (Mauro Pallini, Vairo Contini e Bruno Cravedi), Stefano Cerri di Sat, il consorzio concessionario dei servizi di supporto per i nuovi ospedali.
Alla cerimonia è intervenuto anche il vescovo di Pistoia Mansueto Bianchi, che ha impartito la benedizione al nuovo ospedale, dedicato a San Jacopo. “Questa struttura conferma un valore a cui teniamo tantissimo”, ha detto ancora Rossi. “In questo Paese e in questa Regione siamo convinti che la sanità deve essere pubblica, un bene comune, un bene di tutti. Il fatto di essere pubblica deve essere una garanzia. Se introduci il profitto in sanità, la deviazione dall’obiettivo salute è inevitabile.
E vogliamo anche una sanità di qualità , oltre che pubblica. Stiamo costruendo ospedali proprio quando si parla di de-ospedalizzazione, può sembrare una contraddizione, invece non è così. L’ospedale diventa risorsa estrema, proprio quando non se ne può fare a meno, e quindi deve essere moderno, efficiente e tecnologico. Mai abbandonare l’obiettivo di innovare e cambiare. Noi abbiamo sempre l’ambizione di acquisire le migliori pratiche del mondo. Le cure cambiano continuamente, e la sanità se sta ferma retrocede”. Rossi ha concluso con un appello agli operatori.
“So quanto cambia la percezione della qualità del servizio da parte del cittadino. Fate in modo che il cittadino si senta preso in carico, curato, accudito, che percepisca una sanità di altissimo valore”. E con l’impegno a salvaguardare la sanità pubblica, una conquista da cui non vogliamo tornare indietro”. “Questo ospedale è una grande opera, parte di un progetto poderoso, quello dei quattro nuovi ospedali, che alla fine, tra strutture e attrezzature, costerà oltre 600 milioni di euro”, ha detto l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni.
“Oggi abbiamo una rete di ospedali efficace ed efficiente, con strutture moderne. I quattro nuovi ospedali si innestano in questo grande disegno di modernità e riorganizzazione”. Il sindaco Samuele Bertinelli ha parlato di “momento storico per Pistoia”: la cerimonia di inaugurazione si è trasformata in una festa della città, alla quale hanno preso parte tantissimi cittadini pistoiesi. Infine, l’assessore Marroni ha riferito di avere incontrato, poco prima della cerimonia di inaugurazione, una delegazione di lavoratori che operano nei servizi di supporto alle attività ospedaliere negli ospedali di Massa, Lucca, Prato e Pistoia e che verranno trasferiti nei quattro nuovi ospedali.
“C’era qualche preoccupazione da parte loro sul mantenimento dei livelli occupazionali – ha sottolineato Marroni – ma ieri abbiamo firmato un accordo e il problema è stato risolto. Il nostro impegno è quello di non perdere nessun posto di lavoro. Nella fase transitoria può darsi che qualche compenso sia leggermente più basso, ma a regime tutto tornerà come prima. Un giorno di festa come questo non deve essere un giorno di preoccupazione per qualcuno”. La questione relativa al trasferimento del personale dipendente dalle imprese di servizi degli ospedali di Massa, Lucca, Prato e Pistoia nei nuovi ospedali del Sior – Sistema integrato ospedali toscani, l’associazione che gestisce il progetto dei quattro nuovi ospedali – è stata al centro di un tavolo di confronto che si è svolto nel pomeriggio di ieri presso l’assessorato alla salute della Regione Toscana.
Dall’incontro, per favorire la soluzione delle problematiche insorgenti, è scaturita la firma di un accordo tra la Regione (assessorati alla salute e al lavoro), il concessionario della gestione Sat, i sindacati confederali Cglil, Cisl e Uil regionali e di Pistoia, Filcams, Fisascat, Ultucs e Uiltrasporti regionali e di Pistoia, le aziende sanitarie locali di Massa, Lucca, Prato e Pistoia. Nel pomeriggio di oggi, alle 15.30, in occasione dell’inaugurazione del nuovo ospedale di Pistoia, l’assessore Marroni incontrerà una delegazione di lavoratori. “Una iniziativa più spericolata che sperimentale”.
Il responsabile Salute di SEL Toscana, Mauro Valiani, definisce così la decisione della ASL 7 di Siena di affidare alcuni servizi ad una cooperativa di medici, esternalizzandoli “secondo il criterio del ribasso dei costi”. “Si tratta di un precedente che ci lascia perplessi e ci preoccupa – spiega Valiani – perché rappresenta un passo in avanti verso una sorta di privatizzazione strisciante del servizio sanitario, già da tempo vittima di tagli lineari e penalizzato dall'aumento del ticket”.
“Rivolgersi al servizio pubblico – prosegue Valiani – è diventato in molti casi non conveniente, dal momento che l’importo dello stesso ticket supera il costo effettivo della prestazione. Di fatto, laboratori e centri medici privati, con politiche calcolate, fanno coincidere i loro prezzi con quanto il cittadino dovrebbe pagare nella struttura pubblica. E così, nel giro di sette anni, è triplicato il numero di pazienti che ha effettuato esami di diagnostica per immagini in strutture private, mentre al pubblico continuano a rivolgersi soltanto i cittadini con esenzione totale, aggravando i conti della nostra sanità”.
In questo quadro, l'iniziativa della ASL 7 pone in essere una esternalizzazione che ha per protagonisti i medici di medicina generale. “Stiamo parlando dei medici di famiglia – sottolinea Valiani – gli stessi che pur non essendo dipendenti delle ASL, dalle ASL ricevono il 90% dei loro introiti e che in questo caso si propongono come imprenditori al loro quasi-datore-di-lavoro”. “Il medico di famiglia è la base portante di tutto il sistema sanitario – prosegue l'esponente di SEL – e questa iniziativa ci sembra inopportuna e in contrasto con i più recenti indirizzi regionali di riordino della sanità.
La stessa ASL di Siena, nei suoi atti, scrive testualmente che tale accordo si propone anche di contribuire ad arginare il rischio di una privatizzazione diffusa e selvaggia delle prestazioni sanitarie. E per evitare questo, è giusto, è utile, introdurre una privatizzazione soft a piccole dosi? Secondo noi no”. “Auspichiamo – conclude Valiani – un passo indietro da parte dell'Azienda Sanitaria, ma ancor di più speriamo che questo argomento possa presto diventare materia di discussione politica, intesa non solo come dibattito fra i partiti, ma anche come ampio confronto fra i cittadini, le associazioni, le istituzioni”.