“Il balzello di 10 euro sugli esami diagnostici è immorale, per questo abbiamo deciso di alzare il tiro della protesta e di portarla direttamente dentro i presidii ospedalieri della Toscana”. E’ quanto dichiarano i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli e Paolo Marcheschi, impegnati questa mattina insieme alla collega Marina Staccioli (Gruppo Misto) in un’operazione di volantinaggio dentro al complesso di Careggi, a Firenze. “Non bastavano le tasse, i ticket e i balzelli già conosciuti – recita il volantino – per coprire i buchi nei bilanci, gli sprechi, le spese pazze e i costi dei carrozzoni inutili delle Società della Salute, la Regione Toscana costringe tutti quelli che devono farsi un esame diagnostico a pagare ulteriori 10 euro”. “Dopo aver sollevato il problema in Aula – dichiarano i consiglieri – abbiamo deciso di affrontarlo direttamente sul campo: continueremo a fare volantinaggio negli ospedali di tutta la Toscana”.
Sul volantino la foto di Enrico Rossi sormontata dalla scritta “La sanità in Toscana nuoce 10 euro di ticket ai cittadini” e un breve sunto delle puntate precedenti: dal buco dell’Asl di Massa (quasi 500 milioni di euro), a quello ipotizzato a Siena (altri 50 milioni), fino al finanziamento del consultorio per transgender a Viareggio (240mila euro). Immediata la replica dell'assessore alla Sanità Luigi Marroni – “Voglio ricordare che siamo stati obbligati a introdurre nuovi ticket, nell’estate 2011, dalla manovra del governo Berlusconi (D.L.
6 luglio 2011 n.98, convertito dalla legge n.111 del 15 luglio 2011). Abbiamo scelto comunque il male minore e, nella rimodulazione dei ticket in Toscana ci siamo fatti guidare, come sempre, dal principio di equità, cercando di continuare a tutelare le fasce più deboli e chiedendo di più a chi ha di più. Ci rendiamo conto delle difficoiltà dei cittadini, e non possiamo permettere che si faccia speculazione politica su un argomento importante come questo e in una situazione così delicata, proprio da parte di chi ha introdotto i ticket”.
“Obiettivo della rimodulazione dei livelli di compartecipazione ai costi delle prestazioni sanitarie – chiarisce ancora l’assessore – è quello di continuare a garantire, in una fase di forte riduzione del finanziamento al Fondo sanitario voluta dal governo, il diritto alla salute per tutti i cittadini. Questo significa offrire la possibilità di ricevere un’assistenza sanitaria pubblica di qualità, efficace ed efficiente”. L’assessore ricorda anche che una serie di categorie (invalidi di guerra, civili e del lavoro, ciechi, disoccupati e altri) sono esenti dal contributo per la digitalizzazione.
Che per molte patologie (per esempio, i tumori) la diagnostica viene fatta all’interno di un percorso ospedaliero, e quindi, anche in questo caso, il contributo non è dovuto. E che per questo contributo la Regione ha fissato un tetto annuo di 30 euro, per contenere la spesa di chi per la propria patologia è costretto a fare molti esami l’anno: i pazienti che per fini diagnostici o di follow up necessitano di ricorrere con frequenza alle prestazioni di diagnostica per immagini (radiografie, ecografie, Tc, ecc.) ne pagano fino a 3 nell’arco dell’anno solare, dalla quarta in poi il contributo non è più dovuto.