«Ormai si rinuncia a curarsi per mancanza di soldi. Il caso della Toscana, dove all’introduzione di nuovi ticket è corrisposto un calo del 10% di richiesta di prestazioni, è la dimostrazione di quanto lo stato di povertà di ritorno delle famiglie incida. A farne le spese è soprattutto la prevenzione il che, nel medio-lungo periodo, non produce altro che un aggravio di spesa per il sistema sanitario per via dello svilupparsi di patologie anche croniche o gravi. Per questo la conferma giunta oggi dal ministro per la salute Beatrice Lorenzin sullo stop all’introduzione dei 2 miliardi di nuovi ticket previsti per il 2014 è un’operazione di assoluto buon senso».
A parlare così è il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai, fresco di lettura dell’intervista che il ministro Lorenzin ha rilasciato al Corriere della Sera e in cui conferma ciò che era trapelato nei giorni scorsi, ovvero il blocco di nuovi tagli destinati a produrre ulteriori ticket. «Solo in Toscana – fa osservare Mugnai – quei 2 miliardi di tagli per il 2014 avrebbero portato nuovi ticket per 120-150 milioni, con un inasprimento che, come dimostrato negli anni passati dall’impatto dei provvedimenti di tassazione introdotti dalla Regione, non avrebbe certo portato a un aumento proporzionale delle entrate».
Del resto, secondo l’esponente del Pdl, «sarebbe assurdo pensare che il calo del 10% delle richieste di prestazioni sia dovuto a esami che precedentemente erano richiesti benché inappropriati». Piuttosto, continua, «in realtà molti stanno rinunciando a curarsi per ragioni economiche». Niente nuovi ticket, dunque. Bene. Ora, però, non ci si adagi sugli allori: «La buona notizia giunta da Roma – sottolinea Mugnai – non spinga adesso a indulgere verso il mantenimento delle gigantesche e comprimibilissime spese d’apparato che gravano sul sistema sanitario toscano.
Ancora non si comprende come mai la giunta regionale, a fronte dei tanti tagli imposti ai servizi, non abbia proceduto a tagliare anche qualcuna delle poltrone che arredano i 21 organismi sanitari della Toscana tra ospedali, aziende sanitarie, Estav, Ispo e Fondazione Monasterio. Davvero la burocrazia non può rinunciare a nulla?»