FIRENZE – La Regione corre in aiuto del cardato: la Giunta ha approvato stamani un progetto presentato dall’assessore alle attività produttive e al lavoro Gianfranco Simoncini. Si tratta di due milioni di euro di un bando del Ministero dello sviluppo economico che potranno essere messi a disposizione delle aziende. Si stima che i destinatari potenziali siano in tutta la Toscana tra le 10.900 e le 12.900 imprese, tra industrie tessili e di confezione, di cui chiaramente la maggior parte si trova nel distretto laniero di Prato, da dove proviene l’88,2% delle esportazioni italiane di prodotti tessili cardati.
Una tipicità tutta pratese, almeno un tempo. A Prato si concentrano tra le sei e le settemila di queste imprese (per due terzi ditte individuali), un altro migliaio sorgono nel contiguo territorio pistoiese e più di duemila nelle vicina provincia di Firenze: sparso altrove quel che rimane. Se si considera che in tutta Italia sono tra 60 e 70 mila, è evidente il peso delle aziende toscane. L’obiettivo, comune ad altre linee messe in campo dalla Regione, è quello di sostenere l’innovazione delle imprese più piccole ed aiutare il trasferimento tecnologico, valorizzare i prodotti cardati sui mercati attraverso marchi o certificazioni di qualità, innovare i processi produttivi anche per una maggior sostenibilità ambientale del ciclo di produzione.
Interventi che si intrecciano con le azioni del progetto speciale per Prato, di cui la giunta definirà nelle prossime settimane le priorità per i prossimi due anni. Se il Ministero approverà il progetto, il bando per le imprese uscirà nei prossimi mesi e ci sarà tempo fino alla fine dell’anno per presentare domanda. Lo potranno fare le aziende che preparano e filano fibre tessili, tessono, fanno finissaggio o confezionano e fabbricano articoli di abbigliamento e maglieria: di fatto tutte quelle contraddistinte dai codici Ateco 13.1, 13.2.
13.3 13.9 (esclusi 13.94, 13.99.1 e 13.99.2), 14.1 e 14.3, che hanno sede legale o operativa in Toscana e che dichiareranno di aver utilizzato per le loro produzioni almeno il 60% di prodotto cardato. Obbligatorio sarà aderire a certificazioni e marchi. I contributi – dal 40 al 60%, a fronte di spese minime da 5.000 a 20.000 euro a seconda della tipologia dell’impresa – riguarderanno tutti gli investimenti volti all’acquisizione di servizi qualificati. In proporzione maggiori saranno gli aiuti per le imprese piccole o che si aggregano.
Con due milioni di euro probabilmente potranno essere finanziati una settantina di progetti da 30 mila euro l’uno. Premialità saranno assegnate ai progetti che integreranno le varie fasi della filiera.