Un tasso medio di disoccupazione del 7,9 per cento, con picchi del 25 per cento tra i più giovani, e oltre 4mila ragazzi e ragazze che si sono rivolte al servizio di orientamento della Provincia di Siena, con una percentuale di trasformazione in rapporti di lavoro dei tirocini attivati pari a circa il 60 per cento. Sono questi alcuni numeri che fotografano la situazione dell’occupazione in provincia di Siena e che sono stati analizzati e commentati durante il convegno “Giovani, Carini e disoccupati: quali prospettive per il lavoro?” che si è svolto oggi, martedì 25 giugno, presso la Facoltà di economia dell’Università di Siena.
L’iniziativa, che ha visto la partecipazione di docenti, rappresentanti delle istituzioni ed esperti del settore, è stata l’anteprima del Festival “Luci sul Lavoro”, in programma a Montepulciano dal 4 al 6 luglio, dove si parlerà del tema del lavoro attraverso i linguaggi della letteratura, del cinema e dell’arte in generale. L’appuntamento di stamani e il Festival “Luci sul lavoro” sono organizzati e promossi da Italia Lavoro, Eidos, Istituto europeo di documentazione e studi sociali e Comune poliziano, in collaborazione con la Provincia di Siena e altri partner. Disoccupazione in provincia di Siena, con uno sguardo ai giovani.
“I dati sulla disoccupazione in provincia di Siena, e in particolare su quella giovanile - ha sottolineato l’assessore provinciale Simonetta Pellegrini - presentano un quadro in linea con quello regionale e nazionale, anche se la realtà senese tiene meglio rispetto alla Toscana e all’Italia. Siamo in un momento decisivo nel percorso di riforma dei servizi dei Centri per l’Impiego, fondamentali per affrontare il problema del lavoro. Mi auguro che si trovino soluzioni che tengano conto dei risultati positivi che siamo riusciti a cogliere, della necessità del forte radicamento territoriale e di una centralità del sistema pubblico, che si realizza in un rapporto fecondo con le agenzie private che si occupano di lavoro e formazione.
Anche grazie attraverso questa integrazione, riusciamo a svolgere al meglio la nostra attività”. I dati Istat riferiti al 2012 parlano di un tasso medio di disoccupazione pari al 7,9 per cento in provincia di Siena, aumentato dell’1,3 per cento rispetto al 2011. Sul fronte della disoccupazione giovanile, nel 2012 in provincia di Siena è stata pari al 25,2 per cento, con un più 3 rispetto al 2011 e una quota maschile maggiore di quella femminile. Il dato senese è, però, migliore rispetto alla Toscana, dove la disoccupazione giovanile si attesta sul 28,9 per cento, con un più 4 rispetto al 2011, e all’Italia, dove si è passati dal 29,1 per cento del 2011 al 35,3 del 2012.
Per quanto riguarda gli avviamenti al lavoro, dal 2011 al 2012 si sono mantenuti pressoché uguali, con una lieve diminuzione dello 0,47 per cento. Cambia, invece, la tipologia di contratto, con un aumento del lavoro intermittente, somministrato e occasionale, mentre tutti gli altri, e quindi anche le forme di lavoro più stabile, presentano il segno meno. “Il lavoro - ha detto l’assessore regionale al lavoro e alle attività produttive, Gianfranco Simoncini portando un contributo all’iniziativa - rappresenta, per la disoccupazione e la precarietà che caratterizza questa fase, un problema non solo sociale ed economico, ma anche di tenuta democratica del sistema.
I giovani sono i più colpiti dalla mancanza di lavoro e questo, in una situazione di competizione globale, rappresenta un limite enorme per l’Italia e per tutta l’Europa. Per questo motivo, il governo deve intervenire non tanto per ridistribuire quel poco lavoro che è rimasto, quanto per creare le condizioni tese a offrire nuove opportunità di lavoro con politiche di sviluppo, interventi di formazione, incentivi alle assunzioni e sostegno a chi vuole avviare un’impresa, superando i gap attuali, tra cui l’eccessiva burocrazia.
Per quanto riguarda il futuro della gestione dei Centri per l’Impiego e delle politiche per il lavoro, con l’ingiusta, ma ormai probabile cancellazione delle Province, una soluzione potrebbe essere quella di dare vita ad agenzie regionali, di diretta emanazione delle Regioni, federate in un’agenzia nazionale e impegnate nella gestione dei servizi e delle politiche sia attive che passive, tramite legami diretti con il territorio”. Tornare a poche ed essenziali forme di contrattazione.
“Le due domande da cui partire - ha sottolineato Gianni Arrigo, presidente di Eidos - sono se è possibile restituire un futuro ai giovani e come fare a dare prospettive di lavoro. Il Festival ‘Luci sul Lavoro’ vuole essere proprio un modo per restituire cultura e luce al lavoro, cercando di offrire spunti di riflessioni per possibili risposte. Non possiamo risolvere i problemi che abbiamo oggi con continue riforme del mercato del lavoro. Devono essere le parti sociali a tornare a chiedere poche ed essenziali forme di contrattazione e a trovare regole che servano per tutti e non rappresentino ulteriori vincoli”. Un rapporto sempre più stretto tra formazione e sistema produttivo.
“Oggi - ha affermato Paolo Reboani, presidente di Italia Lavoro - è urgente integrare la dimensione lavoro e quella produttiva con l’attenzione per il territorio. E’ finito il tempo degli interventi intesi solo come ‘ammortizzatori’. Servono riconversioni industriali e professionali e dobbiamo pensare a un nuovo modello di sviluppo, rivolto soprattutto ai giovani, che sappia affrontare le difficoltà. Abbiamo bisogno di un investimento pubblico, facendo cooperare tutti quegli attori che nel territorio possono sostenere la ricerca di lavoro dei giovani e cercando un rapporto sempre più stretto tra la formazione e le esigenze del sistema produttivo.
Se il nostro Paese vuole crescere, deve farlo ripartendo dai territori. Per questo motivo, abbiamo organizzato il Festival ‘Luci sul lavoro’ nel territorio piuttosto che in una grande città”.