Non essere riuscito ad ottenere il permesso di soggiorno qui in l'Italia sarebbe stata la causa del suicidio del giovane somalo che ieri si è gettato dal cortile del palazzo in via Slataper che aveva occupato da qualche mese. Mohamud Mohamed Guled aveva circa 30 anni e da un anno e nove mesi era arrivato in Italia come rifugiato dalla Somalia. In un primo momento si era detto che l'uomo non era riuscito ad ottenere asilo politico ma la Questura di Pisa ha smentito confermando che la richiesta era stata accolta dalla commissione territoriale.
Oggi in commissione Controllo regionale, il punto sull’occupazione dello stabile di via Slataper: l’occupazione dell’immobile di via Slataper, a Firenze, è una vicenda spinosa e dai risvolti delicati. Gli ultimi sviluppi sono stati oggetto di un’audizione in commissione Controllo, presieduta da Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia) e di un approfondito dibattito, anche a seguito della drammatica notizia del suicidio, avvenuto ieri, di un occupante. In Commissione sono stati ascoltati l’assessore regionale al Welfare Salvatore Allocca e i dirigenti regionali che hanno seguito la vicenda in tutti i suoi aspetti amministrativi.
L’immobile, lo ricordiamo, preso in affitto dalla Regione che però aveva raggiunto un accordo per concludere la locazione nel settembre 2011, è stato occupato a fine maggio 2011 da un gruppo di persone, circa 190, che risultano in possesso dello status di profughi. Come ha spiegato l’assessore Allocca, una recente delibera della Giunta ha finanziato per un anno, eventualmente rinnovabile, un progetto che farà capo a una cooperativa sociale, e che ha lo scopo di prendere contatto con gli occupanti, stilare una casistica e avviare processi di soluzione per quello che, secondo le parole di Allocca, appare come “un groviglio di sofferenza sociale, con la presenza di figure fragili, minori, famiglie”.
“Seguire i profughi è competenza dello Stato – ha spiegato l’assessore – ma poiché non si riesce a dare risposte adeguate a tutti, spesso i problemi ricadono sugli enti locali. In questo caso abbiamo agito in pieno accordo con la Prefettura. Come Regione ormai, scarseggiando le risorse, ci troviamo a dover operare scelte difficili”. Il progetto costerà 480 mila euro per un anno, e sarà sottoposto a verifiche. Ma non è tutto. La Regione, che ha riconsegnato le chiavi in questi giorni al proprietario, ha dovuto per decisione del giudice pagare alla proprietà una cifra che supera i 700 mila euro a titolo di indennità di occupazione e altro.
La dirigente, rispondendo alle numerose domande dei consiglieri, ha precisato che il giorno successivo all’occupazione, appena scoperto che nei locali erano penetrati degli estranei, l’amministrazione aveva sporto denuncia alla Procura. “Purtroppo stavolta oltre i 700 mila euro di danni c’è stata anche una vittima - questa la dichiarazione del presidente Marcheschi -, il che riporta l’attenzione sulle condizioni sociali, umane e sanitarie in cui vivono queste persone.
Per evitare che casi come questi risuccedano, dobbiamo lavorare sulla prevenzione. Tollerare l’illegalità di occupazioni abusive, ormai un fenomeno quotidiano che negli ultimi tempi hanno subito un’escalation, andando a colpire anche i privati e aziende, non risolve il problema e genera ingenti danni”. Secondo Marina Staccioli (Gruppo Misto) e Paolo Marcheschi (FdI)“a conti fatti per il caso di via Slataper la Regione spenderà oltre 1 milione di euro.
Risorse che potevano essere investite in progetti di prevenzione e accoglienza”. “Oltre un milione di euro tra risarcimento danni e progetto per l’integrazione delle 190 persone occupanti l’edificio di via Slataper, fino a poco tempo fa destinato a uffici della Regione”. “Proprio ieri – dichiara Marcheschi, Presidente della Commissione di Controllo - si è aggiunto un elemento drammatico alla vicenda di via Slataper: la morte di una persona. Credo onestamente che gli enti locali, e la stessa Regione, debbano rivedere con estrema urgenza la propria concezione di accoglienza.
Non è un caso infatti, a mio avviso, che in Toscana, ed in particolare a Firenze, fenomeni di occupazione abusiva come questa del caso di via Slataper, siano più frequenti che altrove a livello nazionale. Comune, Regione, Prefettura e Questura si rimpalleranno le responsabilità come al solito – dichiarano i consiglieri - ma purtroppo stavolta oltre i 700 mila euro di danni c’è stata anche una vittima che riporta l’attenzione sulle condizioni in sociali, umani e sanitari in cui vivono queste persone”.
L’edificio, occupato a maggio 2011, ospita oggi quasi 200 persone di diverse etnie, “tutti profughi”, secondo quanto riferito oggi dall’assessore al Sociale Allocca, tra cui famiglie con minori. Per uscire dalla situazione di emergenza, già costata alla Regione circa 500mila euro per il pagamento di affitto e parte dei risarcimenti dovuti alla proprietà dell’immobile, l’assessorato ha finanziato un programma da 479mila euro, comprensivo di mediazione culturale, progetto di “autogestione” dei locali e ricerca di soluzioni abitative alternative.
Il progetto dovrebbe concludersi a giugno 2014 con il rilascio dell’immobile da parte degli occupanti. Non è accettabile che la Regione intervenga solo nel momento in cui la situazione diventa esplosiva – dichiara Staccioli – con la conseguente esplosione di costi sia sul piano sociale che economico. E’ necessario agire attraverso la prevenzione”. “Tollerare l’illegalità di occupazioni abusive, fenomeno ormai quotidiano che negli ultimi tempi ha subito un’escalation, andando a colpire anche privati e aziende – aggiunge Marcheschi – non risolve il problema e genera ingenti danni.
Difficilmente risolvibili con un progetto come quello varato dalla Giunta per via Slataper”. Simone Naldoni (Pd) ha invitato a “non mettere tutto nello stesso calderone” e ricordato che spesso, “quando gli enti locali davanti a casi come questo si sono trovati a dover trovare risorse, magari per poter trasportare i bambini a scuola, sono stati lasciati soli da un certo mondo politico”. Sarebbe inoltre utile, ha concluso Naldoni, ascoltare anche chi si occupa di ordine pubblico.
Marco Manneschi (Idv) ha chiesto se non sia il caso di fare una segnalazione alla Corte dei Conti sull’andamento della vicenda. L' organizzazione umanitaria e di solidarietà internazionale Medici per i diritti umani in una nota intende manifestare la massima solidarietà agli uomini e alle donne titolari di protezione internazionale presenti all'interno dell'edificio occupato di via Slataper a Firenze, a seguito dell'evento drammatico avvenuto nella giornata di ieri.
"MEDU, presente in quel contesto con i propri volontari da circa due anni, ha più volte denunciato le critiche condizioni strutturali e igienico sanitarie in cui versa la struttura e lo stato di grave sofferenza psicologica a cui sono sottoposti i giovani rifugiati, in considerazione della difficoltà di inserimento sociale e lavorativo con cui viene a scontrarsi il loro progetto migratorio. Il problema della tutela della salute mentale in un contesto come quello di Slataper rappresenta senza dubbio una importante criticità, emersa con particolare gravità negli ultimi mesi, che necessita della massima attenzione anche al fine di scongiurare possibili atti di emulazione.
Nel recente rapporto "Rifugiati a Firenze", diffuso all'opinione pubblica e alle Istituzioni, MEDU ha inoltre denunciato il persistente rifiuto del Comune di Firenze a rilasciare la residenza a tutti coloro che vivono in contesti di precarietà abitativa, situazione che impedisce la piena presa in carico socio-sanitaria dei rifugiati così come previsto dalla normativa italiana e internazionale". Sul caso è intervenuto anche il ministro dell'integrazione Cecile Kyenge. ''Dobbiamo chiedere scusa a tutte le persone a cui non siamo riusciti a dare risposte, e' una responsabilita' di tutti noi'', ha detto il ministro commentando il suicidio dell'uomo.
Nei confronti del ministro ieri un episodio davvero poco onorevole da parte di un esponente leghista Dolores Valandroche commentando una notizia di cronaca ha postato sul Facebook la foto del Ministro Kyenge con la scritta: "Ma mai nessuno che la stupri, così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato?". Solidarietà da parte del neo consigliere senese Simone Vigni (PD). "Esprimo solidarietà al ministro per l'integrazione Cècile Kyenge, vittima di un insulto grave, razzista e inqualificabile, lesivo della dignità di ogni donna e di ogni cittadino, che per di più proviene da un'altra donna nonché esponente delle istituzioni e che, proprio per questo, deve farci riflettere su come l'intolleranza rappresenti ancora una minaccia nel nostro Paese".
"Di fronte a un insulto di una simile meschinità - prosegue Vigni - vorremmo almeno poter dire che si tratta di un episodio isolato, da riferire al pensiero, se così si può definire, di una sola persona, che non rappresenta la parte politica di cui è esponente. Ma purtroppo non è così. Fin dalla sua nomina a ministro, Cècile Kyenge è stata vittima di attacchi ignobili da parte di esponenti del Carroccio e non si contano gli esponenti della Lega Nord - da Maroni a Salvini all'immancabile Borghezio - che hanno sentito il bisogno di scagliarsi pubblicamente contro il ministro dell'integrazione.
Sui social network si sprecano i gruppi e le iniziative contro la ministra, molte delle quali operano con il placet leghista e ospitano commenti di esponenti delle istituzioni nazionali e locali. Tutto questo dimostra soltanto la necessità di un dicastero dedicato all'integrazione e perciò bene ha fatto il premier Letta ad assegnare questo compito alla ministra Kyenge. C'è purtroppo ancora molto da fare e Cècile Kyenge, come dimostra il suo curriculum, ha tutte le carte in regola per riuscire in un compito così cruciale per la nostra democrazia.
Quegli analfabeti della Lega Nord che, in mancanza di qualunque altro argomento politico, si scagliano contro la ministra solo per il colore della sua pelle rappresentano il peggio della politica intollerante e xenofoba che, fortunatamente, qui a Siena non trova albergo, come dimostra il tonfo registrato dalla Lega Nord. Le prese di distanza cui assistiamo oggi da parte dei leghisti nei confronti di questo insulto becero e greve - conclude Vigni - suonano false e ipocrite".