"O la chiusura o la liquidazione della Fondazione" sono queste le sole alternative possibili enunciate dal commissario straordinario Francesco Bianchi in occasione dell'incontro di ieri a Roma con il Ministro Bray alla presenza del sindaco Matteo Renzi e il Presidente della Toscana Enrico Rossi. Anche il sindaco di Firenze pare sia per la liquidazione coatta per poi ripartire da un Teatro più snello, con un solido bilancio e meno dipendenti. La decisione finale spetterebbe al Ministro dei Beni Culturali Massimo Bray ma in città tutti danno per scontato che ormai è deciso: il Maggio verrà liquidato.
Se così fosse verranno licenziati immediatamente tutti i dipendenti. Poi con la nascita di una nuova fondazione ci saranno delle riassunzioni. Ieri è stato anche il giorno in cui i sindacati hanno fatto le loro contrproposte per provare a rilanciare il Maggio senza i licenziamenti proposti dal commissario Bianchi ma dopo qualche ora è arrivata la notizia dell'esito della riunione a Roma e per i lavoratori che speravano in una soluzione differente è stata una doccia fredda. Per Vito Marchiani Segretario Generale Uil Toscana non ci sono dubbi: "La scelta del Ministro Bray, accettata e condivisa anche dai rappresentanti delle Istituzioni locali, di procedere alla messa in liquidazione coatta della Fondazione del MAGGIO è pura follia. Una decisione assurda, presa dopo che tutti i lavoratori del MAGGIO avevano presentato una proposta che avrebbe raggiunto gli stessi obiettivi di risparmio proposti dal Commissario.
Il che dimostra la resa delle stesse Istituzioni locali di fronte ad una crisi finanziaria che, con le nuove proposte, avrebbe potuto essere affrontata e risolta. Finalmente è emerso con chiarezza che il vero problema non è quello dell’equilibrio dei costi di gestione ma quello del debito pregresso, chiamando i lavoratori e la cultura a pagare un prezzo altissimo per errori altrui. E’ invece totalmente assente, sia da parte del Governo sia da parte delle Istituzioni locali, la volontà di fare chiarezza e di chiamare i veri responsabili di questo disastro ad assumersi le proprie responsabilità di fronte alla città ed alla legge. Ecco perché, se questa follia dovesse essere avviata, sarà obbligatorio promuovere tempestivamente anche una inchiesta che metta in luce tutte le cause, le origini e le responsabilità di questo disastro. Coloro che pensano che possa essere facile liberarsi degli artisti e dei lavoratori del MAGGIO sappiano che la liquidazione non competerà automaticamente l’interruzione dei rapporti di lavoro e che l’occupazione verrà difesa con ogni mezzo sia con l’attuale Fondazione che con quella che si intende costituire. Per questo è necessario, con estrema urgenza, che le Istituzioni locali convochino al più presto le Organizzazioni Sindacali per l’avvio di un confronto di merito". Lunedì probabilmente ci sarà la comunicazione di Renzi in Consiglio Comunale che ufficualizzerà la decisione definitiva. Per Mauro Romanelli: "Il vertice romano alla presenza del Ministro per i Beni e attività culturali Massimo Bray si è concluso nel peggiore dei modi possibili.
Considero la via della liquidazione coatta una scelta sbagliata e inaccettabile. In questo modo gli enti pubblici abdicano al proprio ruolo. Si tratta di un grave schiaffo alla memoria del Maestro Bruno Bartoletti, che nel suo ultimo scritto era stato assai duro verso le responsabilità dell'amministrazione comunale e si era appellato con grande forza alle istituzioni proprio affinchè scongiurassero la liquidazione del Maggio" "E' anche una grave sconfitta per la politica e il trionfo della linea Renzi, che infatti è tutto contento di un epilogo che comunque sancisce il fallimento della sua amministrazione, della sovrintendente da lui nominata, della sua responsabilità di amministratore pubblico.
Ma questo non gli interessa. Questo è l'obiettivo che voleva raggiungere, e purtroppo ieri ha fatto un passo avanti, anche se noi non ci diamo assolutamente per vinti". "Dopo aver scelto e difeso fino all'ultimo la ex sovraintendente Francesca Colombo, che dichiarava il pareggio di bilancio possibile, ora il Sindaco di Firenze e Presidente della Fondazione del Maggio Musicale getta la maschera e si fa promotore, insieme al Commissario straordinario Bianchi, della sua liquidazione. Una scelta che mai aveva avuto il coraggio di proporre a Firenze, di confrontare con la città, o con il Consiglio Comunale, dove peraltro non è mai presente.
Una scelta sbagliata che mortifica gli sforzi dei lavoratori per addivenire ad una soluzone condivisa e che genererà certamente ulteriore conflittualità. Renzi invece di chiedere nuove risorse per la salvezza del Maggio si rende protagonista di una soluzione nella quale la politica e tutti gli enti pubblici coinvolti dichiarano di fatto il proprio fallimento". "La procedura di liquidazione coatta affida pieni poteri al Commissario straordinario, trasformandolo in un plenipotenziario che non deve più confrontarsi con nessuno, dalle istituzioni ai sindacati.
Io ho già espresso i miei dubbi sulla figura di Francesco Bianchi a ricoprire tale incarico, attraverso una interrogazione alla Giunta regionale, in quanto ricopre ruoli all'interno di Enti che hanno rapporti creditizi con la Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino, e in quanto fratello dell' avvocato di fiducia di Renzi: questi due elementi non danno quelle necessarie garanzie di terzietà e indipendenza rispetto alla vicenda del Maggio Musicale Fiorentino che un Commissario straordinario dovrebbe necessariamente avere". "Voglio dare atto al Presidente della Regione Enrico Rossi, coerente con il mandato ricevuto dal Consiglio regionale, di aver tentato fino all'ultimo di farsi promotore di altre soluzioni per impedire la liquidazione e di aver chiesto nuove risorse per rilanciare l'attività del Maggio attraverso un intervento della Cassa Depositi e Prestiti, nonché garanzie per il riassorbimento degli eventuali esuberi.
Gli chiedo di non tirarsi indietro e di non lavarsi le mani di questa Istituzione: di fronte alla completa irresponsabilità del Sindaco Renzi, la Regione deve con coraggio difendere l'interesse di tutti i fiorentini, dei toscani e degli italiani" conlclude Romanelli. “Altro che il rilancio promesso: il sindaco Renzi a braccetto con l’ex soprintendente Colombo ha dato il colpo di grazia al Maggio musicale fiorentino dopo anni di gestioni scellerate da parte delle amministrazioni di centrosinistra”.
Questo il commento del capogruppo PdL Marco Stella insieme al consigliere Mario Tenerani. “Nel 2009, diventato sindaco, Renzi lanciò il suo innovativo piano per rilanciare il nostro ente lirico-sinfonico: una ‘super soprintendente manager’ che non solo avrebbe gestito al meglio il Teatro, ma avrebbe anche trovato gli sponsor privati per abbattere col fund raising lo storico deficit, lasciatogli in eredità dal predecessore Domenici – hanno aggiunto –.
Alla prova dei fatti, ecco il risultato: prima l’escalation dei bilanci in rosso: nel 2009 una perdita di 2,3 milioni; nel 2010 di 8,3 milioni. Nel 2011 un -3,3 milioni, per arrivare all’ultimo esercizio chiuso nel 2012 dove la perdita è stimata in 3 milioni di euro. Nel frattempo, l’arrivo del commissario Bianchi, fino ad arrivare all’ultimo capitolo: la prospettiva della liquidazione del Teatro”. “E’ possibile che giunti a questo punto la liquidazione sia davvero l’ultima carta da giocare per provare ad evitare il disastro completo e far rinascere il Maggio, ma questo ovviamente non toglie una virgola alle responsabilità politiche pesantissime del sindaco Renzi, che di fatto ha fallito completamente, gettando sulle spalle dei lavoratori il peso della propria incapacità in questi quattro anni” hanno sottolineato i due esponenti del PdL. “Siamo curiosi di ascoltare le parole di Renzi in consiglio comunale.
Per anni si è nascosto dietro i tagli ai finanziamenti e la crisi economica. Vogliamo proprio vedere se anche annunciando la liquidazione del Teatro avrà il coraggio di non ammettere gli errori che hanno prodotto questo risultato, e che ricadono sotto la sua diretta responsabilità come presidente della Fondazione. Una sola cosa, per quanto ci riguarda, è certa riguardo al futuro del Maggio: deve risorgere e rilanciarsi come una delle eccellenze della nostra città, vanto di tutti i fiorentini, e tutelando al massimo le altissime professionalità che ha al suo interno” hanno concluso Stella e Tenerani.