Un testamento spirituale del Maestro Bruno Bartoletti scritto poco prima dellla sua morte, raccolto e pubblicato dal quotidiano La Repubblica in cui il direttore d'orchestra fiorentino che per molti anni ha diretto il Maggio Musicale Fiorentino, si oppone alla liquidazione del Teatro. Un appello che Bartoletti rivolge ai soci fondatori della Fondazione: Comune, Provincia e Regione perché intervengano a salvare "una delle maggiori istituzioni di alta cultura del nostro paese" e non si sottraggano alle loro corresponsabilità di questi anni, ma anche ai dipendenti che "debbono assumersi, in prima persona, la responsabilità di un riequilibrio degli organic e delle modalità di presentazione del lavoro". Il presidente Enrico Rossi oggi in Consiglio regionale ha letto stralci dell'appello del maestro fiorentino "le cui indicazioni- ha detto il Governatore toscano- possono essere fatte nostre".
Il Consiglio regionale ha approvato, una mozione promossa dal governatore della Toscana e sostenuta dai capigruppo e dal presidente della commissione Cultura Nicola Danti. L'unico ad essersi astenuto è il consigliere Mauro Romanelli (Gruppo Misto) con la motivazione che “pur condividendo le intenzioni e lo spirito della mozione, il testo pare bacchettare solo i lavoratori, che pure hanno già dato tanto, tralasciando le responsabilità della passata amministrazione”.
“Con questo testo – ha spiegato il presidente Rossi – mandiamo un messaggio forte di interessamento anche se la Regione non è direttamente coinvolta nel Maggio. Fa parte del consiglio di amministrazione e mette a disposizione le stesse risorse del Comune”. La Regione Toscana raccoglie dunque l’appello di Bruno Bartoletti, “attraverso la richiesta di convocazione che presenteremo al ministro per i Beni culturali Massimo Bray, insieme agli altri soci fondatori, per discutere le modalità e gli interventi necessari per un piano di rilancio e risanamento”.
“Non tocca a noi fare la prima mossa”, ha chiosato Rossi spiegando che “rimanere nell’ombra fino ad oggi è stata la misura di un rispetto nei rapporti con il Comune di Firenze e con il Governo”. Il Consiglio ha impegnato l’esecutivo regionale a sostenere un incontro dei soci fondatori su indicazione del ministro. L’atto sottolinea inoltre “l’opportunità – spiegata in Aula dal governatore – di un maggiore coinvolgimento del Maggio musicale sull’intero territorio della Toscana”. Il capogruppo del Pd Marco Ruggeri che ha sottolineato “l’impossibilità di ignorare l’appello del maestro Bartoletti”.
Un “plauso”, quindi, al presidente Rossi per aver “prontamente investito della questione i capigruppo e il presidente della commissione Cultura Danti e predisposto un testo che ci impegna sulla vicenda Maggio con razionalità e senso di responsabilità”. “Con questo atto – ha detto – dimostriamo che ci siamo e che ci interessiamo. Ci facciamo sentire, consapevoli che attorno a questa importante istituzione culturale il lavoro deve essere riorganizzato”. “Per il futuro del Maggio sono necessarie sinergie pubblico-privato.
Il testamento di Bartoletti rappresenta il punto fermo da cui ripartire”. Così il capogruppo del PdL Alberto Magnolfi, che ha sottolineato la necessità di dare al teatro fiorentino un “futuro serio, all’altezza della sua storia”. “La strategia di rilancio che occorre attivare non può passare solo da soggetti pubblici. Un’istituzione di tale portata – ha concluso Magnolfi – può muoversi e crescere solo giocando la carta di una sinergia non più frenata da remore ideologiche”.