“Non ci limitiamo a esprimere preoccupazione: questo piano, almeno così come adesso formulato, noi lo rifiutiamo. Soprattutto perché penalizza la Toscana”. Così Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, concludendo questa mattina in palazzo Strozzi Sacrati di Firenze l’incontro con i rappresentanti sindacali a proposito del piano di riorganizzazione nazionale presentato da Finmeccanica che coinvolge diversi stabilimenti toscani, diretti e controllati, di Selex Es (nelle province di Firenze, Pisa, Siena, Arezzo). Rossi ha annunciato che chiederà un immediato incontro a Roma con il ministro Corrado Passera con l’obiettivo di costruire un tavolo nazionale su una vicenda che in tutta Italia riguarda 1.938 esuberi (ancora non è chiaro quanti di questi saranno in toscana): la Selex Es, società di Finmeccanica, è leader internazionale nelle tecnologie elettroniche e informatiche applicate ai sistemi di difesa, all’aerospazio, alla sicurezza e protezione delle informazioni delle infrastrutture e del territorio nonché alla realizzazione di soluzioni “smart” sostenibili. Criticato con forza il “comportamento antisindacale” tenuto ieri a Firenze dall’azienda di Finmeccanica che ha impedito a un migliaio di lavoratori, costringendoli sotto la pioggia, di entrare nello stabilimento di Campi Bisenzio per una assemblea, il presidente Rossi si è anche detto d’accordo con una richiesta formulata dai sindacati: che i presidenti di tutte le Regioni italiane coinvolte nel piano (e sono ben 11: Friuli, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia) si coordino fra loro rispetto a una vicenda non solo italiana ma globale (Selex Es è presente, oltre che in Italia e in Turchia, nel Regno Unito e negli USA, in Ababia Saudita e in India). Rossi ha poi annunciato, sul piano più politico, una sua lettera al presidente del Consiglio in merito alla situazione dirigenziale, dopo le note vicende giudiziario-politiche, di questo che è il primo gruppo industriale italiano nel settore delle alte tecnologie e tra i primi dieci player mondiali nell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza. Alla riunione, insieme all’assessore regionale alle attività produttive Gianfranco Simoncini, hanno partecipato il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, l’assessore di Palazzo Vecchio Sara Biagiotti, il sindaco di Abbadia Lorenzo Avanzati, l’assessore Giuseppe Forte del Comune di Pisa. La riunione è stata aperta dall'Assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini, che ha ribadito l'importanza di tutelare le competenze che fanno parte del gruppo.
Ha poi ceduto la parola a Daniele Calosi, che ha toccato, durante il suo intervento, tre punti qualificanti: "il piano industriale che Selex ES ci ha presentato prevede una drastica riduzione del portafoglio prodotti, che passerà da 550 a 350. Vorremmo capire i criteri che stanno alla base di questa operazione. A Firenze, in particolare, l'azienda vorrebbe accorpare allo stabilimento di Campi, oltre all'ex Elsag, gli stabilimenti di Bologna, Pisa e Cecina. La produzione a Firenze non può concentrarsi soltanto sui pur importanti progetti TETRA e SISTRI, rimanendo così appesa soltanto a commesse statali.
Infine non sono ancora state comunicate le ricadute occupazionali sui singoli siti produttivi. Per questo, in considerazione dell'importanza della delega al lavoro che la Regione Toscana ha ricevuto dalla conferenza delle regioni, assieme alle altre sigle sindacali, chiediamo al Presidente Rossi e all'Assessore Simoncini di aprire un coordinamento permanente con le altre Regioni coinvolte nella ristrutturazione". È poi intervenuto, dopo le altre sigle sindacali, Marcello Corti, responsabile industria della Camera del Lavoro di Firenze: "il trasferirsi di numerose produzioni fuori dallo stabilimento fiorentino di Selex invita alla vigilanza: il nostro territorio rischia di essere più colpito dalle ricadute occupazionali.
La nostra è una tradizione di alte professionalità sgretolate nel corso degli anni. Abbiamo già dato." Il Presidente Rossi ha concluso la riunione: "Il gruppo dirigente di Finmeccanica è colpevole di molte pecche nella gestione industriale, e mi domando perché Monti non abbia scelto di rimuoverlo. L'assemblea di ieri mi ha molto colpito: non si lasciano fuori i lavoratori all'acqua, e sarei per evidenziare questo comportamento antisindacale ed antioperaio. La Regione e i lavoratori rifiutano un piano industriale che penalizza la Regione, in cui non si mette in programma un investimento su questo territorio e non si offrono garanzie occupazionali.
Mi attiverò per chiedere al governo, con il sottosegretario De Vincenti, di aprire un tavolo nazionale sulla ristrutturazione nel più breve tempo possibile, a cui affiancare un coordinamento regionale dei territori interessati dalla ristrutturazione, che la Regione Toscana potrebbe coordinare con l'Assessore Simoncini"