Seves e Richard Ginori, due partite difficili con tante incognite ancora da sciogliere. In ballo due tra le eccellenze storiche fiorentine e il destino di centinaia di famiglie toscane. Davvero per il vetro e la porcellana nostrane non c'è più mercato? In Seves al momento sono 109 i lavoratori in cassa integrazione, non si sa ancora nulla della trattativa in corso tra la proprietà ed eventuali possibili acquirenti. Intanto il forno resta spento. In attesa di un tavolo tra Regione Toscana Comune e Provincia di Firenze la Rsu ha deciso di farsi portavoce di una mobilitazione; un corteo che giovedì 28 marzo si riversi per le strade del Quartiere 5 per sostenere i lavoratori della Seves.
Rifondazione Comunista nell’ esprimere solidarietà ai lavoratori e la partecipazione alla fiaccolata del 28 Marzo, chiede alla Provincia di Firenze l’adesione alla manifestazione e di "conoscere il punto sulla vertenza e sugli strumenti di tutela e sostegno in essere". La RSU dal canto suo ha ribadito che "solo il made in Florence può dare un futuro al mattone in vetro di qualità e solo lo stabilimento di Firenze può garantire di continuare a presidiare le fasce altre di mercato" e ha richiesto a chiunque sia interessato all’acquisto, di discutere con i lavoratori e le organizzazioni sindacali il proprio progetto industriale, i sindacati annunciano che continueranno a battersi "per garantire il livello occupazionale dello stabilimento".
Per i 109 lavoratori di Castello, la cassa integrazione si concluderà a giugno. L’azienda ha infatti chiesto una proroga di ulteriori 13 settimane mentre il forno è spento. La RSU intanto attende una convocazione al tavolo regionale (presenti anche Comune e Provincia di Firenze) per saperne di più, intanto si prepara la fiaccolata per tenere alta l’attenzione su Seves. Lunedì 25 marzo 2013 invece sarà convocato il tavolo interistituzionale sulla Richard Ginori, dopo che l’asta per l’assegnazione dell’azienda è andata deserta.
Parteciperanno oltre alla Regione Toscana anche la Provincia di Firenze, il Comune di Sesto Fiorentino, le organizzazioni sindacali, il curatore fallimentare. Il gruppo provinciale di Rifondazione comunista nell’esprimere "solidarietà e vicinanza" ai lavoratori della Richard Ginori chiede alla Provincia di Firenze di "riferire sul’esito dell’incontro in merito alla situazione attuale dello stabilimento, ai tempi relativi alla stesura del nuovo bando di vendita, ai contenuti sociali che saranno inseriti – piena occupazione - alla gestione dell’esercizio provvisorio, alla riapertura dei forni, allo stato degli ammortizzatori sociali, al pacchetto formativo stabilito in materia di politiche attive del lavoro".
Il tavolo regionale dovrà tenere in considerazione gli ultimi sviluppi, in primis il fatto che l’asta per l’assegnazione dell’azienda è andata deserta. Nessuna offerta è stata depositata presso il Tribunale di Firenze. Dunque sarà necessario riscriverne un altro con tutto quello che ne consegue: allungamento dei tempi della Cassa Integrazione e per la Ginori la perdita di ulteriori quote di mercato. Nel primo bando non era stata inserita la calusola sociale ma la condizione di vendita prevedeva una preferenza all'acquirente che avrebbe garantito un numero maggiore di riassunzioni; ora però i sindacati chiedono l'inserimento della clausola sociale come una conditio sine qua non.