Vertenza Seves. Dopo tre scioperi per "contrastare la chiusura dell’azienda, lo spegnimento del forno e il conseguente massacro sociale sul piano occupazionale annunciato dalla proprietà, lunedì 10 dicembre la Rsu incontra il Sindaco di Firenze e partecipa al tavolo istituzionale promosso dalla Regione Toscana, Provincia di Firenze alla presenza dell’azienda". Appello della Rsu Seves: recuperare "una seria gestione manageriale ed evitare in tutti i modi la chiusra del forno prevista per il 15 dicembre".
Rifondazione comunista, con i consiglieri provinciali Andrea Calò e Lorenzo Verdi, "esprime solidarietà ai lavoratori e chiede alla Provincia di Firenze unitamente al Comune e alla Regione Toscana di contrastare senza mezzi termini il piano antisociale, la chiusura del forno e lo smantellamento dello stabilimento "sostenendo le ragioni della Rsu e sindacati che chiedono una nuova gestione più responsabile socialmente e più capace". Tenere "costantemente informato il Consiglio provinciale". Presentata una domanda d'attualità in Provincia di Firenze.
"Venerdì 7 dicembre si è tenuto il terzo giorno di sciopero dei lavoratori della Seves , la storica vetreria fiorentina, a rischio dismissione. Lo sciopero si è tenuto per contrastare la chiusura dell’azienda, lo spegnimento del forno e il conseguente massacro sociale sul piano occupazionale. Contestualmente allo sciopero si è svolto anche un presidio davanti agli Uffizi mentre uno striscione è stato attaccato sul Ponte Vecchio. Gli altri sit-in si erano tenuti in Piazza Dalmazia e il 29 novembre di fronte alla sede della Provincia in via Cavour in occasione del tavolo di crisi. Come è noto la proprietà nell’incontro del 15 novembre con i sindacati, annunciò 13 settimane di cassa integrazione ordinaria per 97 dei 107 lavoratori e, cosa ancora più grave, lo spegnimento del forno previsto per il 10 dicembre 2012.
Una vera e propria doccia fredda per tutti i lavoratori che speravano di essersi lasciati la crisi alle spalle. La proposta della proprietà (in forte crisi di liquidità e vicina al fallimento) fu integralmente rifiutata dalla RSU e dai sindacati poiché priva di qualsiasi prospettiva industriale. Le mobilitazioni, i presidi e gli scioperi di queste settimane hanno così ottenuto per ora la riapertura di un confronto e soprattutto una maggiore attenzione da parte delle istituzioni coinvolte nella complessa vertenza. Lo sciopero del 7 dicembre inoltre precede gli incontri previsti per lunedì 10 dicembre 2012 , al mattino la RSU incontrerà il Sindaco del Comune di Firenze e il pomeriggio la Regione Toscana, la Provincia di Firenze e i rappresentanti dell’azienda. In una lettera aperta della RSU si chiarisce qual è la posizione del Sindacato e dei lavoratori i quali senza mezzi termini condannano “…la strategia dell'attuale management…il principale problema del gruppo non è l'attuale congiuntura di mercato, né la mancanza di expertise dei nostri vetrai, bensì la deludente qualità dell'attuale management che negli ultimi 2 anni ci ha portato ad un significativo deterioramento del business.
Perché la dirigenza non se ne va?...” A riprova di quanto affermato la RSU cita i numeri “...negli ultimi due anni il business ha perso il 10% del fatturato, e per la prima volta nella storia ventennale della Seves andremo in perdita….” La Rsu chiude con un appello al gruppo di banche investitrici - Intesa e Unicredit – “…la disastrosa gestione di questi ultimi due anni non solo manda noi a casa ma non permetterà neppure a loro di recuperare i finanziamenti. Chiediamo un intervento da parte delle banche che "nei fatti" sono proprietarie del gruppo: serve un management e non la chiusura del forno…”. Manca una progettualità lineare e una visione gestionale autorevolecapace di misurarsi con il mercato e non con operazioni tampone e disperate come quelle “..dello spegnimento del forno che mette in pericolo anche la realizzazione dei progetti in corso…”.
L’appello della Rsu si conclude con un invito rivolto a chiunque sia interessato a rilevare il business del mattone in vetro che sicuramente è molto più competente della leadership che c’è ora. Gli scriventi Consiglieri provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere solidarietà ai lavoratori della Seves e il pieno sostegno politico e istituzionale alla vertenza chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sulla vicenda dello stabilimento e sull’esito dell’incontro previsto Lunedì 10 dicembre tra la RSU e l’Amministrazione Comunale di Firenze e tra la RSU, sindacati e Regione Toscana, Provincia di Firenze e azienda. Altresì chiediamo di essere informati sugli sviluppi del tavolo procedurale e le decisioni che verranno adottate dopo il rifiuto di da parte dei sindacati e lavoratori di chiudere il forno e di richiedere precise prospettive industriali in quanto non è possibile che un’azienda come la Seves, che su alcune tipologie di prodotti non ha concorrenti al mondo, si trovi sull’orlo del fallimento e tenti di dismettere, sulla pelle dei lavoratori, lo storico stabilimento fiorentino. Infine chiediamo di sapere quali saranno gli strumenti di sostegno e tutela che le istituzioni intenderanno adottare nei confronti dei lavoratori della Seves".
“Abbiamo preso atto – ha detto l'assessore al lavoro Simoncini al termine dell'incontro – delle difficoltà di cui ci ha parlato l'azienda che ha anche prospettato, per farvi fronte, il fermo delle attività con lo spegnimento del forno per quattro mesi e la cassa integrazione ordinaria per i lavoratori. L'azienda ha confermato che considera strategico lo stabilimento fiorentino e la volontà di riprendere comunque la produzione dopo il fermo”. I sindacati da parte loro hanno manifestato la forte preoccupazione dei lavoratori. Regione e istituzioni hanno ribadito che la Seves è una componente essenziale del settore manifatturiero della nostra regione e la volontà di salvaguardarne la presenza sul territorio.
“Ho chiesto all'azienda – ha proseguito Simoncini - una ulteriore riflessione sull'opportunità di trovare una soluzione che non comporti lo spegnimento del forno. L'azieda si è presa due giorni di tempo per riflettere e dare una risposta”. La Regione metterà il tavolo di confronto a disposizione delle parti ogni volta che sarà necessario e, insieme alla Provincia, renderà disponibile ogni strumenti utile a una positiva soluzione della vicenda.