Dopo gli scioperi e i presidi che si sono svolti nelle varie zone della provincia di Firenze ( Piana, Mugello, Valdarno Valdisieve, Empolese Valdelsa e Chianti, adesso è la volta dei metalmeccanici della FIOM CGIL della città di Firenze. Dalle ore 9 nel luogo simbolo della città, Piazza Signoria, con uno striscione di oltre cento metri: "Il Duomo è a passo d'uomo ma la democrazia non è al passo dei lavoratori" Ore 10:30 in una Firenze nebbiosa e distratta, in via dei Gondi sullo sdrucciolo di piazza della Signoria degli ostinati lavoratori, categoria per alcuni protetta ed a ben vedere a rischio d'estinzione, sorregge lo striscione che sarà portato in manifestazione per le vie della città, una sorta di ostensione laica, sentita, necessaria per ribadire la distanza dell'attualità con il mondo del lavoro. Di fronte all’ingresso di Palazzo Vecchio troviamo il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci ed il vicesindaco Dario Nardella, accorsi a dare la propria solidarietà per questa mobilitazione che troverà il suo punto più alto nella manifestazione nazionale di sabato 16 ottobre a Roma. Nardella: "Il Paese sta vivendo una crisi molto seria, sul territorio ce ne rendiamo conto ogni giorno, dalla Seves all'Electrolux.
Dinamiche che creano apprensione nelle famiglie, per questo tutto ciò che richiama l'attenzione degli italiani e del governo a questo problema per noi è cosa buona. Senza risolvere il nodo del lavoro non usciremo mai da questa crisi" Barducci: "Il lavoro è il problema più serio, l'emergenza più grande. La crisi non sia la ragione per cancellare i diritti dei lavoratori, e quindi sì ad un lavoro giusto, protetto, considerato. Ed un sì anche al contratto nazionale di lavoro" Daniele Calosi della FIOM-Cgil "Non facciamo parte delle notizie televisive, fanno notizia altre cose purtroppo, ma noi abbiamo circa 4100 lavoratori colpiti da processi di ristrutturazione e con provvedimenti di Cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga.
Ci sono lavoratori che si vedono allungato il periodo dell'attesa pensionistica, gran parte di questi lavoratori sono usciti con un licenziamento collettivo". "La beffa è che le scelte sono operate senza sentire i lavoratori - prosegue - la disdetta del Contratto nazionale operata da Federmeccanica, che è l'associazione che raccoglie i datori di lavoro e che scadeva nel 2011, in tal modo i lavoratori non hanno più un contratto" Ma quando finiscono gli ammortizzatori sociali non è previsto altro, questa la preoccupazione maggiore espressa anche dai lavoratori presenti qui oggi: "Non sono previsti fondi da parte del Governo, è tutto demandato alle Regioni, ma con i tagli agli Enti locali il rischio è dell'esplosione sociale con lavoratori senza copertura salariale.
Solo in Toscana ci sono più di 100.000 lavoratori che potrebbero non aver riconosciuto nessun sussidio sociale" Gli slogan “per uscire dalla crisi senza svendere i diritti dei lavoratori, Per la democrazia e la legalità nei luoghi di lavoro e nella società, Per rimettere al centro del dibattito politico il lavoro, Per riaffermare il ruolo e il valore del Contratto nazionale” nella loro estrema sintesi esprimono con forza la contrarietà dei lavoratori metalmeccanici alla grave ed inaccettabile scelta di Federmeccanica di disdetta del CCNL del 20 Gennaio 2008, a circa 16 mesi dalla scadenza naturale, fissata per il 31/12/2011. Proprio per questo motivo i rappresentanti dei lavoratori consegnano alle Istituzioni il testo di quel Contratto "Questo è quello buono", dicono, consegnando il libretto arancione nelle mani di Comune e Provincia. di Antonio Lenoci