La Seves “non è fuori pericolo” e anzi, per i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi, “bisogna alzare il livello di attenzione”. Le prossime settimane “saranno decisive per il futuro della Seves”. Si tratta di verificare l’attendibilità del consiglio di amministrazione sulle le politiche di innovazione, valutare l'investimento per il rilancio delle attività produttive e di quelle occupazionali. Ma non è solo la Seves ha richiedere attenzioni. Perché sulla vicenda della ex Electrolux, oggi Isi, “emerge un quadro per nulla tranquillizzante, che sembra far precipitare la situazione, senza che essa si sblocchi e anzi volgendo sempre al peggio, come il mancato pagamento degli stipendi dei lavoratori sta a dimostrare”.
Così la consigliera Monica Sgherri, capogruppo della Federazione della Sinistra e Verdi, ha commentato ieri in Aula la risposta fornita dall’assessore al lavoro e alle attività produttive Gianfranco Simoncini all’interrogazione presentata dalla stessa Sgherri. “E’ necessario che Fidi e la Regione massimizzino gli sforzi affinché la proprietà attuale compia effettivamente quel passo indietro tante volte annunciato e si apra finalmente una nuova fase per l’azienda e per i suoi dipendenti”.
Nella situazione data, ha osservato la capogruppo, permangono dubbi sulla volontà dell’attuale proprietà “di compiere altri tipi di operazioni, magari finanziarie o immobiliari, comunque che vanno nella direzione opposta a quella di rilancio della produzione e di tutela dell’occupazione. Continueremo a seguire la vicenda da vicino”, ha assicurato, esprimendo in Aula “il massimo della vicinanza e solidarietà ai lavoratori di Isi, impegnati attualmente in un presidio permanente per rivendicare il proprio diritto ad un futuro lavorativo”.
Domani, giovedì 25 novembre, dovrebbe svolgersi un incontro tra Isi e la cordata interessata a subentrare nella proprietà. La Regione “ha sollecitato ogni possibile soluzione volta a rimuovere le condizioni ostative al pagamento degli stipendi” e ha promosso “un intervento di Fidi Toscana sul sistema bancario per il relativo pagamento, che dovrebbe essere in corso”. E a Siena a tenere banco è il futuro della Sapori. “Dobbiamo essere uniti e lavorare affinché il trasferimento della Sapori sia solo una parentesi nella storia decennale di questa azienda, il cui marchio è legato indissolubilmente a Siena e al suo territorio, dove vogliamo che torni a produrre in modo stabile”.
Con queste parole, Fabio Panci, responsabile provinciale politiche del lavoro del Partito democratico e Raffaella Senesi, segretario dell’Unione comunale del Pd di Monteriggioni, intervengono sulla crisi dello stabilimento della Sapori di Fornacelle e sul suo trasferimento a Tavernelle Val di Pesa. “Le scelte - affermano Panci e senesi - di riorganizzazione fatte dalla Sapori ci preoccupano, chiediamo impegni precisi alla proprietà e chiarezza per un piano industriale complessivo che consenta di capire quale sia il futuro dei lavoratori e della produzione dei dolci tipici senesi, patrimonio culturale ed identitario della nostra terra, prima ancora che economico.
Richiamiamo la proprietà a una responsabilità sociale, ed a chiarire quali siano gli investimenti sul nostro territorio, sapendo che le istituzioni, le forze politiche, economiche, sociali e i lavoratori faranno la propria parte per trovare una soluzione positiva a questa vicenda”. “Siamo vicini - affermano Panci e Senesi - ai lavoratori e alle loro famiglie che si stanno battendo, insieme ai sindacati e alle istituzioni locali, per difendere il loro posto di lavoro. Salvaguardare i livello occupazionali, in questo momento difficile, è la priorità, ma non basta.
L’impegno per il futuro deve essere quello di riportare la Sapori a Siena, incentivando la realizzazione di un nuovo investimento nel settore dolciario. Da anni la Provincia di Siena, l’amministrazione comunale di Monteriggioni e quella di Siena si stanno impegnando per dare continuità e prospettive di rilancio al settore dolciario nel nostro territorio e hanno sempre ribadito l’impossibilità di cambiare destinazione d’uso all’impianto di Fornacelle. Un’ipotesi, questa realizzabile solo se gli investimenti rimanessero nel territorio.
Siamo di fronte a un bivio, dunque, che da una parte porta ad un ritorno della Sapori in terra di Siena e, dall’altro, ci indirizza verso la ricerca di altri investitori. Come Pd siamo pronti a far fronte a questa seconda possibilità impegnandosi con tutti gli strumenti a nostra disposizione e confrontandoci con i vari soggetti coinvolti. Nel frattempo continueremo a seguire, giorno per giorno l’evoluzione della vicenda, battendoci al fianco delle istituzioni e delle forze economiche e sociali presenti nel territorio, per non lasciare soli i lavoratori della Sapori”.