Nell’audizione che si è tenuta ieri, giovedì 25 ottobre 2012, la commissione regionale d’inchiesta sull’attività di affidamento dei minori a comunità e centri di accoglienza ha sentito Massimo Floquet, procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Firenze. Al centro dell’incontro, le competenze e i provvedimenti della procura della Repubblica, organo giudiziario specializzato, tenuto non solo alla promozione dell’azione giudiziaria, ma anche organo di controllo dell'operato del giudice, nell'interesse del minore.
Le domande della commissione, presieduta da Stefano Mugnai (Pdl), vicepresidente Paolo Bambagioni (Pd) – erano presenti anche Maria Luisa Chincarini (Idv) e Dario Locci (Gruppo misto) – hanno cercato di aggiungere elementi di comprensione riguardo alla catena delle responsabilità e ai controlli nel sistema degli affidi di minori. “Non conosco nulla, per via diretta, della vicenda relativa alla comunità del Forteto”, ha spiegato il procuratore, a Firenze dal 2009, oltre venti anni di esperienza professionale nel campo.
Nel merito di quella vicenda, stimolato dalle domande dei commissari, il procuratore ha osservato che “in termini generali, non mi convince la ‘famiglia funzionale’, ma è facile parlare adesso e in una posizione come la mia, che è di controllo e non è chiamata a determinare gli affidi. Dal quadro che sembra emergere e da quello che questa commissione mi conferma, pare proprio che in quel caso molte cose non siano andate come avrebbero dovuto”. “Il procuratore ci ha illustrato compiutamente il quadro di ciò che sarebbe un corretto esercizio delle competenze in materia di affido di minori e di loro tutela”, ha detto Stefano Mugnai al termine dell’audizione.
“È chiaro, ce lo dicono le testimonianze, che nella vicenda del Forteto le cose sono andate in maniera completamente diversa rispetto a quel quadro”. “Non è nostro compito individuare responsabilità individuali nella vicenda del Forteto – ha dichiarato Maria Luisa Chincarini –, ma questa commissione è fortemente impegnata nella comprensione e individuazione del vulnus nel sistema degli affidamenti di minori. È assolutamente necessario arrivare alla piena comprensione, altrimenti c’è il rischio che simili tragedie possano ricapitare anche altrove”.