"Un colpo al numero di posti letto, un altro ai servizi e via: la riforma della sanità regionale per la giunta parrebbe servita. Beh, ma: e le poltrone? Tutte in piedi?" in sostanza questo ciò che stamani, durante l’audizione dell’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni in Commissione IV, il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl) ha obiettato, tra le altre cose, al piano di riordino sanitario prospettato. «L’assessore – racconta Mugnai – è chiaro quando parla ad esempio di tagli ai posti letto.
Molto meno quando parla della governance su cui i grandi interrogativi restano inevasi. Gli Estav si accorperanno da tre ad uno oppure no? Le Società della Salute si chiuderanno oppure no? E mentre attendiamo risposte sul mantenimento dei pronto soccorso negli ospedali minori, sulle strategie per ridurre le liste d’attesa e sull’abbattimento delle duplicazioni come gli otto punti per la robotica distribuiti in tutta la regione, però ci chiediamo: ma in questa riforma imposta in via d’urgenza dalla contingenza nazionale, c’è anche spazio per il taglio di qualche poltrona oppure no?» Mugnai lo ribadisce: «Serve discontinuità, la invochiamo da anni».
Non è più da solo: «La stessa esigenza è emersa stamani in maniera pressante soprattutto dalla maggioranza. Finalmente». Certo, si poteva fare prima e arrivare così ad oggi con qualche passaggio strategico già assestato. Invece: «Si sono persi due anni e mezzo preziosi – ricorda Mugnai – elaborando un Piano Sociosanitario finito dritto dritto nel cestino. In questo tempo si sarebbe già potuto, e dovuto, metter mano a questo sistema sanitario politicizzato e iperburocratico. Invece, a furia di difendere a oltranza le scelte errate operate in passato, ci si ritrova adesso a provvedere in emergenza finanziaria mettendo mano a una riforma complessiva». Il sistema costruito nello scorso decennio da Rossi-assessore, sostiene il Vicepresidente della Commissione sanità, ha del mitologico: «Non è sostenibile, lo dimostrano i fatti, e non è neppure equo.
E questo lo testimoniano i dati forniti oggi da Marroni in Commissione. Uno su tutti: l’indice delle fughe dei pazienti verso ospedali fuori dalla loro Asl per gli interventi chirurgici è del 50% addirittura. Non solo: il 50% che rimane a farsi curare nei presidi dell’Asl di appartenenza è composto in prevalenza da persone anziane, con un livello culturale scarso o con limitata capacità di spesa. Altro che equità ed omogeneità del servizio». Alcune delle scelte strategiche presentate oggi da Marroni, poi, devono essere declinate con grande attenzione: «Tra i punti cardine della riforma annunciata dall’assessore c’è la riduzione dei posti letto potenziando i servizi sul territorio.
Ebbene, le due cose non possono avvenire di pari passo. Se prima non si organizza la rete di assistenza territoriale, andando a tagliare i posti letto si generano disastri umani e sanitari. Sotto il profilo manageriale, infatti, la scelta operata dal medico che tiene ricoverato anche in fase non acuta l’anziano solo e privo di assistenza, familiare o territoriale, viene bollata col timbro della ‘inappropriatezza sanitaria’. Può essere; ma è di grande appropriatezza umana». Rivedere i modelli di contrattazione è un’altra delle richieste di Mugnai: «A differenza dell’assessore – spiega – riteniamo che il ricorso consistente a incarichi dirigenziali a tempo senza concorso (15 septies) sia da evitare il più possibile.
Non premia infatti il merito, e viene anzi spesso utilizzato per ragioni politiche, proprio nell’ottica di quelle logiche che, se si vuol creare la discontinuità proclamata, vanno scardinate». «Con spirito costruttivo – conclude Mugnai – siamo anche noi disponibili ad affrontare una riflessione non contingentata sull’inevitabile, se pur tardiva, riforma profonda della sanità toscana. Faccio però presente che la commissione ha dedicato ben 35 sedute ad analizzare la bozza di Piano sociosanitario, assolutamente conservativa, senza per altro concludere tale lavoro.
Sarebbe ora incomprensibile e pericoloso pretendere che una riforma, che a detta di tutti dovrebbe essere realmente profonda, venga licenziata senza un reale e responsabile approfondimento».