La crisi c’è ancora, ma qualcosa si muove. E il sistema produttivo toscano si mostra più dinamico e capace di riposizionarsi sui mercati internazionali rispetto alla media del paese. A dirlo sono i numeri dell’indagine “Industria toscana. La crisi dei mercati e le reazioni” fatta dal Met (Monitoraggio, economia, territorio) e presentata oggi in Regione nell’ambito delle attività del Por Creo Fesr 2007-2013. Nell’esposizione dei risultati fatta dall’economista Raffaele Brancati, emerge una regione dove, con l’eccezione del primo anno di crisi, sono sempre di più le aziende che operano sui mercati internazionali: nel 2011 erano il 23% ,a fronte di una quota nazionale ferma al 17,8%.
Dopo il calo del 2009, tornano ad aumentare le imprese impegnate in attività di Ricerca &Sviluppo (6,3% del totale delle imprese industriali nel 2011). In tema di agevolazioni pubbliche, nell’ultimo biennio di rilevazione (2010-11), il 51,6% delle risorse elargite è andato a finanziare progetti di ricerca e sviluppo, una quota ben superiore a quella nazionale (38,9%). E’ da questo contesto che ha preso le mosse la tavola rotonda, introdotta e conclusa dall’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini, che ha visto la partecipazione, ai massimi livelli, di tutte le componenti del mondo produttivo e creditizio: un intenso dibattito cui hanno partecipato Alessandro Profumo (MPS), Alessio Gramolati (CGIL), Vincenzo Poerio (Azimut Benetti), Angelo Riccaboni (Università di Siena), Valter Tamburini (Cna Toscana). Un dibattito che, una volta tanto, come sottolineato dagli oratori, non ha avuto il senso di un incontro simbolico ma di una reale volontà di unire le forze per uscire insieme dalla crisi e innescare in Toscana un solido e duraturo sviluppo. Una novità sottolineata dall’assessore Simoncini che ha tirato le fila di una discussione che, pur prendendo le mosse dall’indagine che indica, nella nostra regione, un maggior dinamismo delle piccole e medie imprese e una maggiore difficoltà della grande industria, “ha superato una sterile contrapposizione fra piccola e grande per concentrarsi, costruttivamente, sui possibili correttivi, che dovranno puntare su tre fattori chiave: internazionalizzazione, innovazione e ricerca, reti”. “Se il dinamismo delle piccole imprese trova un freno nella dimensione ridotta, è necessario puntare – ha detto Simoncini – su reti, filiere, strumenti che aiutino ad aumentare la capacità di fare sistema, in altre parole di fare massa critica per reggere sui mercati internazionali.
E’ in questo quadro che grande industria e piccola e media possono crescere insieme”. Lo dimostrano, ricorda ancora Simoncini, esempi virtuosi e tutti toscani, come la filiera che fa capo ad Azimut Benetti di cui ha parlato l’amministratore delegato dei cantieri Vincenzo Poerio, ma anche come la filiera della pelle e dell’abbigliamento, cresciuta in questi anni nonostante la crisi. ”E la Regione – ricorda l’assessore – è al contempo impegnata ad attrarre nuove presenze industriali, anche con le nuove strutture operative presso la Presidenza e con gli strumenti previsti dalla recente legge sulla competitività”. “Un altro tema importante – ha sottolineato l’assessore – direttamente collegato alla necessità perentoria di innovare, è quello dello scambio di competenze, dell’incrocio sempre più stretto fra mondo della ricerca e mondo produttivo.
Su questo, così come sulla formazione che si sta proprio in questi mesi ridisegnando, la Regione ha in questi anni molto investito, con la costruzione dei poli e dei distretti tecnologici e siamo pronti su questo a coinvolgere, oltre alle imprese, alle Università e al mondo della ricerca, anche il sistema bancario”. Sistema bancario autorevolmente rappresentato oggi dal presidente di MPS Alessandro Profumo che ha voluto sottolineare quanto anche la ricerca Met ha messo in luce, ovvero un comportamento mediamente “più generoso” delle banche toscane rispetto a quello del resto del paese nei confronti di imprese che presentano, tuttora, una “struttura finanziaria non ottimale”.
Risultati significativi, ha puntualizzato a questo proposito Brancati, sono stati raggiunti sul fronte finanziario. “La Toscana, anche grazie alla concessione di garanzie e altre forme di sostegno al credito anche da parte della Regione, si distingue per una stretta creditizia più contenuta rispetto a quanto osservato in altre regioni”. Quanto agli strumenti in campo e alle ricette future, Simoncini ha ribadito nelle sue conclusioni che la Toscana fa sì la sua parte (“lavoro e sviluppo sono priorità assolute anche nella preparazione del bilancio 2013”), ma con le difficoltà crescenti legate ad un bilancio sempre più penalizzato dai tagli (su 1 miliardo e 200 milioni di risorse libere, si prevede un ulteriore taglio di circa 350 milioni).
Ma non è tutto. Accanto agli incentivi e alle misure per tenuta sociale (sostegno al reddito e garanzie al credito) e crescita competitiva dell’economia, si sta lavorando per garantire un adeguato flusso finanziario anche per il prossimo periodo dei fondi europei, che continueranno ad essere essenziali per il finanziamento delle politiche per lo sviluppo. “Ma tutto questo non basterà se non verrà accompagnato da una politica industriale da parte del governo, che non può puntare solo sul rigore ma dovrà, nei tempi più brevi possibili, agire con iniziative e strumenti per favorire la ripresa”.