Ci siamo, il 6 ottobre è arrivato: domani a Roma durante l'Assemble nazionale del Pd approverà la deroga alle norme dello Statuto che prevedono come unico candidato il Segretario del partito e fisserà le regole per la candidatura degli iscritti del Pd . A quel punto, dal momento che le Primarie si è deciso saranno di coalizione, saranno gli altri soggetti politici della coalizione appunto a decidere le regole per i loro candidati. Se per la deroga allo Statuto, quella che consente ad altri oltre al segretario del partito Bersani, di candidarsi alla guida del centrosinistra, la Commissione statuto del Pd si è espressa favorevolmente e in modo unanime; per quanto riguarda le regole della competizione è ancora tutto da decidere.
Albo degli elettori, pre-registrazione, doppio turno: saranno queste le proposte al vaglio domani. Posizioni diverse si registrano all'interno del Pd, tra chi vorrebbe arginare il più possibile infiltrazioni di elettori di centrodestra e con esse anche il ciclone Renzi che rischia di spazzarli via tutti e chi invece auspica una competizione aperta anche a quanti finora non hanno votato a sinistra. Istituire nuove regole per evitare brogli da un lato; la giustificazione dei primi, cambiarle ora significa volere delle Primarie contra personam (leggi Renzi) la protesta degli altri.
Matteo Renzi che alla notizia di nuove regole d'accesso ha parlato di un "errore" e di una "mossa dettata dalla paura", ieri da Prato ha aperto a una mediazione. Si al doppio turno e all'albo degli elettori; no invece alla pre-registrazione dei votanti, "un sistema - ha detto - per portare a votare le truppe cammellate, chi ha interessi, sempre gli stessi. E' il sintomo della paura del gruppo dirigente". "Fermatevi prima che una risata vi venga incontro. Stiamo sfiorando il ridicolo. Non è possibile cambiare le regole in corsa", ha affermato il sindaco di Firenze che ha aggiunto che in caso di sconfitta non accetterà "premi di consolazione".
La decisione finale sarà quella che emergerà dal tavolo degli alleati la settimana prossima, ma il vero nodo verrà sciolto domani all'assemblea del Pd. E' qui che si decideranno le vere regole del gioco. Maurizio Migliavacca che stamani ha presieduto la Riunione della commissione statuto del Pd in vista di domani ha anticipato una possibile soluzione in base alla quale potrà essere cambiata la norma che prevede uffici diversi, uno per registrarsi e uno per il voto stesso. Resta ancora aperta invece la questione sulla pre-registrazione: l'ipotesi su cui si lavora è che sia consentita come facoltà o come contestuale al momento del voto.
Non è escluso che verrà rivista lanche l'ipotesi del ticket per il doppio turno: quello che identificava gli elettori del secondo turno come gli stessi che che hanno votato al primo: si potrà votare anche solo al secondo turno, registrandosi in quel momento. Smaghi e Gherardesca finanziano il rottamatore. Intanto sul sito di Matteo Renzi compaiono Lorenzo Bini Smaghi e Gaddo della Gherardesca tra i finanziatori del sindaco di Firenze.
Bini Smaghi, ex membro italiano del board della Bce, ha donato 50 euro, mentre il conte della Gherardesca di euro ne ha donati 100. Insorge il Presidente della Provincia Andrea Barducci che dichiara: "La campagna di Renzi per le primarie del centrosinistra mi sembra zeppa di contraddizioni, come il sostegno che il sindaco di Firenze sta ricevendo dagli ambienti legati all’alta finanza e alla nobiltà toscana. Due personaggi illustri e importanti ma non propriamente ascrivibili al centrosinistra.
E tutto ciò mi conferma nella convinzione che i nostri veri elettori debbano essere tutelati, con regole precise, nel loro diritto di esprimere la loro preferenza senza condizionamenti esterni. Nella campagna elettorale di Renzi - continua Barducci - è tutto poco credibile, sia in questa come in altre vicende non solo per le cifre in ballo - detto scherzando, da un banchiere e da un conte ci saremmo aspettati ben altre generosità! - ma quello che appare davvero poco credibile è il sostegno che Renzi sta ricevendo da ambienti estranei alla tradizione del centrosinistra.
Tutto ciò è legittimo, ma politicamente molto inquietante: Bini Smaghi e Della Gherardesca voteranno PD anche se il candidato alle elezioni sarà Bersani?”.