«Riduzione immediata di 2 Assessori regionali (oggi tutti esterni) e dal 2015 azzeramento degli Assessori esterni, riduzione a 8 del numero dei membri della Giunta regionale ed a 40 del numero dei Consiglieri» questo è in pillole il contenuto del progetto di legge depositato quest’oggi al protocollo del Consiglio regionale dal Gruppo consiliare PdL che prevede l’azzeramento di ben 25 poltrone «dorate». «Di fronte ai tanti “vorrei ma non posso” balbettati in questi mesi dalla maggioranza regionale - attacca il Capogruppo PdL Alberto Magnolfi - oggi il Gruppo regionale del Popolo della Libertà ha messo nero su bianco una proposta completa e coerente di riduzione dei cosiddetti “costi della politica”.
La nostra legge, che confidiamo possa essere portata quanto prima all’attenzione del Consiglio regionale, prevede una sforbiciata di ben 25 poltrone a partire dalla prossima legislatura e, nell’immediato, la riduzione da 10 ad 8 del numero degli Assessori regionali.» «Entrando nello specifico del provvedimento – spiega Magnolfi – noi proponiamo l’abrogazione dell’attuale incompatibilità statutaria tra Assessore e Consigliere regionale e l’introduzione all’interno dello Statuto regionale di una norma che imponga al nuovo Presidente della Giunta di individuare gli 8 membri della sua Giunta all’interno dei Consiglieri eletti che, sempre con la nostra proposta, verrebbero ridotti dagli attuali 55 a 40.
Ma se tutto se ciò vale a partire dal 2015, cioè dalla prossima legislatura - ha chiarito Magnolfi – il nostro progetto di legge prevede nell’immediato, ovvero il giorno dopo l’approvazione, che il numero degli attuali Assessori regionali venga ridotto subito di 2 unità con rispettive strutture di supporto alquanto faraoniche” Al Consiglio Provinciale di Firenze intanto il PD fa i conti e dichiara di essere composto da 36 membri più il Presidente della Provincia.
Il gruppo del Partito Democratico è composto da 18 consiglieri più il Presidente della Provincia. I fondi a disposizione di tutti i gruppi consiliari nell’anno 2011 sono stati pari a 37.300 Euro. Attribuiti nel modo seguente: Il 40% in misura uguale a ciascun gruppo consiliare (Euro 2.131 a Gruppo). Il 60% suddiviso per i Consiglieri (Euro 622 a Consigliere). Le percentuali sono decise dall'ufficio di presidenza sentita la conferenza dei capigruppo. Il totale assegnato al Gruppo Partito Democratico (PD) pari a 18 consiglieri eletti, è stato pari a Euro 13.321,42 I fondi sono gestiti da personale della Provincia appositamente incaricato, con qualifica di agente contabile.
Tutte le spese sono giustificate da una ricevuta, sottoposte ad un controllo trimestrale del Collegio dei Revisori dei conti, validate dal Dirigente dell’ufficio del Consiglio e inviate annualmente alla Corte dei Conti in sede di conto consuntivo. "Come gruppo Pd - dichiara il capogruppo Stefano Prosperi - siamo sempre stati disponibili a partecipare al contenimento dei costi che si è reso necessario date le attuali condizioni economiche del paese e del contributo che le amministrazioni locali sono chiamate a dare, ad effetto di disposizioni di legge.
Annunciamo fin da ora che, dato il taglio quasi insostenibile per i conti del nostro ente ad effetto del susseguirsi e sovrapporsi delle manovre finanziarie, il Gruppo Pd della Provincia di Firenze è disponibile anche ad azzerare fin dal prossimo bilancio 2013 le proprie dotazioni finanziarie per contribuire seppur in maniera minima al rispetto delle sempre più stringenti disposizioni di legge in ambito finanziario". Non solo costi interni, a fare peso sulla bilancia sono anche le riscossioni dei tributi che rischiano di non arrivare a destinazione.
"La riscossione dei tributi vada direttamente nelle casse dei comuni" è quanto chiede Oreste Giurlani (Uncem Toscana) che commenta lo scandalo di "Tributi Italia", la società che gestiva la riscossione per conto di 460 comuni e che è finita con l'arresto del suo responsabile, Giuseppe Saggese, che avrebbe fatto sparire ben 105 milioni di euro, mai versati nelle casse delle municipalità. "Questo episodio conferma tutti i dubbi sulla materia, espressi non da oggi – continua Giurlani – Ha ragioni da vendere il presidente nazionale dell'Anci, Domenico Delrio, nel sostenere che queste somme devono andare direttamente ai comuni e che per questo servono 'soggetti pubblici di garanzia' sia per i comuni stessi sia per i cittadini.
Quanto poi alla pubblicizzazione di questi dati – conclude Giurlani – serve la massima trasparenza. Ottima la proposta di Delrio di rendere consultabili a tutti le fatture ed i pagamenti effettuati dalle pubbliche amministrazioni in ogni forma possibile, internet incluso". Riduzione dei costi, abolizione delle poltrone, rendicontazione dei tributi effettivi e direttamente incassati.. fino alla abolizione di interi enti come le Province prima e le Regioni nelle ultime ore. A pesare, almeno sul bilancio regionale della Toscana, sembra però essere sempre la voce: Sanità «Non è una grande attestazione di strategia manageriale o politica, il dire che se avessimo i soldi dell’anno scorso saremmo in pareggio».
La stilettata arriva dal Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl) che da un pezzo alla giunta chiede conto, dello stato attuale dei bilanci delle aziende sanitarie e ospedaliere della Toscana. «E ora – osserva Mugnai – stando a quanto si legge sui giornali circa un deficit complessivo che per il 2012 supererebbe i 150 milioni di euro e molto di più sarebbe per il 2013, si comprende, ma non si giustifica, il perché di tanta reticenza da parte dell’assessorato». Che poi, ricorda il Vicepresidente della Commissione sanità, che la liquidità scarseggi non è una novità: «Giusto un mese fa – afferma – in Consiglio è stata varata la terza variazione di bilancio per coprire i disavanzi delle 21 realtà del Sistema sanitario regionale che in Toscana si compone di 12 Asl, 3 Aziende ospedaliere, il Meyer, 3 Estav, l’Ispo e la Fondazione Monasterio.
In quel frangente la giunta aveva destinato 12 milioni che però erano la coda di un fuoco di fila di stanziamenti dato che già in marzo erano stati spostati verso le Asl 63 milioni, seguiti da altri 50. In tutto sono 125 milioni di euro, ai quali vanno sommati altri 347 milioni di pregresso derivante dal crac di Massa. Era evidente, e lo dicemmo allora dopo averlo ripetuto già più volte in precedenza, che la situazione fosse preoccupante e che non si trattasse più di un fatto episodico ma sistemico in una Toscana in cui per anni le risorse sono state utilizzate anche per finalità politiche.
Lo affermiamo da tempo. Intanto si sono perse le tracce del piano socio sanitario integrato, la cui bozza è ormai destinata al cestino nonostante fosse il frutto di due anni dl lavoro dell’assessorato».