Piove, ma non si può dire che sia risolto il problema della risorsa idrica. In Toscana mancano invasi e l'approvigionamento idrico viene gestito come una continua emergenza. «Quello che serve è una corretta e consapevole programmazione della gestione della risorsa idrica superficiale e sotterranea. Lo spazio dato dalle norme tecniche sulla realizzazione di pozzi per attingere acqua e alle problematiche reali connesse brilla per la sua assenza», commenta Maria Teresa Fagioli, presidente dell'Ordine dei Geologi della Toscana.
«A fronte di una poderosa normativa in campo edilizio – continua - quasi nulla esiste riguardo a come si deve (dovrebbe) fare per costruire un pozzo per acqua». In Toscana, poi, «come in molte altre Regioni italiane, gli enti preposti al controllo e alla gestione delle acque sotterranee sono le Provincie. Sul territorio Toscano si è così sviluppata una doppia realtà». Situazioni “virtuose” e attente esistono. «Pisa e Livorno hanno database aggiornati, capacità e volontà di controllo basate su uno staff tecnico e dirigenziale di eccellenti colleghi geologi.
Ma ci sono anche provincie molto meno attente, forse anche per carenza di adeguato staff tecnico se non di, almeno dichiarata, volontà politica». Di risorse idriche, gestione delle acque, siccità e invasi, si parlerà il 14 settembre a Livorno in occasione di “I pozzi per acqua: aspetti documentali e progettazione”, una giornata di studio patrocinata dalla Provincia di Livorno, organizzata dall'Ordine e dalla Fondazione dei Geologi della Toscana in collaborazione con il Dipartimento Ambiente e Territorio della Provincia di Livorno che si terrà presso l'auditorium del Museo di Storia Naturale del Mediterraneo.