Ritorna a gran voce purtroppo l’allarme siccità in Toscana. La situazione complessiva della Toscana per quanto riguarda gli invasi è per ora molto preoccupante. In particolare, l’invaso di Bilancino è a quota 47 mln di metri cubi (su un totale di 69 mln) in calo; Montedoglio è a quota 51 mln di metri cubi (su un totale di 72 mln.) per entrambi la risorsa effettivamente utilizzata è ridotta di 10 mln di mc. in calo; Cerventosa (Cortona) e Astrone ( Chianciano) si sono praticamente esauriti. Sebbene su base regionale la situazione sia restata pressoché invariata rispetto ai dati di maggio, quando il deficit si attestava a circa meno 26%, nelle province di Grosseto, Arezzo, di Livorno, di Pisa e di Siena si registrano deficit pluviometrici che si attestano su meno 40% circa, con la punta massima di Grosseto (-46%).
Unica eccezione la provincia di Massa dove si registrano dati prossimi alla media storica con deficit pluviometrico pari a meno 5%. Per quanto riguarda i fiumi, in generale si registrano livelli nella media degli ultimi 15 anni, anche se nella seconda metà del mese di giugno, si registra un significativo abbassamento in particolare nei bacini centro-meridionali. Situazioni di particolare criticità, peraltro in progressivo aumento, si rilevano sull’Ombrone Grossetano e sull’Elsa dove i livelli raggiungono i nuovi minimi storici del periodo.
Per quanto riguarda le falde, grazie al monitoraggio attivato recentemente, la situazione 2012 rispetto a quella del 2011 registra significativi abbassamenti (dal 25 al 35%) nel Valdarno Inferiore, nella Piana Costiera Pisana, nella Val di Chiana, nella Piana di Grosseto ed infine lungo la costa tra Cecina e San Vincenzo. Negli altri acquiferi, i livelli sono stabili o con abbassamenti compresi tra il 5 ed il 10%. “Da molto tempo UNCEM Toscana – dice il Presidente Oreste Giurlani - sottolinea che i territori della montagna sono tra i maggiori fornitori di risorse idriche, tanto che la montagna fornisce tale bene primario a tutti i territori della regione, comprese le aree urbane ed è per questo che sono indispensabili interventi che abbiano una grande ricaduta sul territorio e inneschino circoli virtuosi per la salvaguardia e la tutela dell’acqua.
Poiché l’acqua è una risorsa messa a disposizione e a beneficio di tutti – continua Giurlani - è giusto e doveroso che in montagna siano fatti degli investimenti per la tutela dell’assetto idrogeologico, degli acquedotti e per la qualità del servizio idrico. È per questo che è giusto che i territori montani abbiano un ritorno di risorse sotto forma di indennità compensative. In questo modo la cura del territorio, la manutenzione dei bacini idrografici, la tutela dei corpi idrici e delle aree di salvaguardia sarebbero azioni che i territori montani potrebbero attuare in modo ordinario per garantire una migliore manutenzione delle reti di distribuzione, combattere ogni forma di spreco e governando l’uso della risorsa.”