L'ex sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, torna nel capoluogo toscano e lo fa portando una ventata di Europa alla platea della Festa Democratica in corso alle Cascine. Tra il pubblico organizzatori, militanti di partito, ex assessori della Giunta guidata dal due volte primo cittadino e gente curiosa di capire da che parte stia andando il mondo fuori dai confini regionali e nazionali. Domenici risponde a domande di economia legate al ruolo di europarlamentare che si è ritagliato come politico locale e che lo vede attualmente garante, dopo esserlo già stato quale presidente dell'Anci, di una tenuta nazionale all'interno di un complesso sistema di stati diseguali alla ricerca di maggiore chiarezza e consapevolezza nel futuro. Apre gli orizzonti sociali ad una visione collettiva di Europa come un'idea (cita il regista Wim Wenders) che non ha saputo compiere il suo passo ulteriore, ovvero quello di abbracciare la gente.
Come dire che è tutto bello nelle stanze e nei palazzi, ma troppo freddo per accogliervi la gente della strada. Chiede "continuità" al suo partito politico, un termine che stona con le velleità dell'attuale padrone di casa e suo successore in Palazzo Vecchio, Matteo Renzi e che invece offrirebbe la sponda al segretario Pier Luigi Bersani per far valere le parole messe nero su bianco nelle recenti assemblee quali fondamenti del programma elettorale prossimo venturo, ma che stride anche con un concetto di politica che ha compiuto un ciclo e si è trovata davanti ai propri errori, demandati con più o meno malcontento ad un governo tecnico di 'riparazione'. "Non possiamo, in ragione della crisi, perdere il senso democratico della nostra storia" il riferimento è al sistema di governo estraneo al mandato elettorale.
"In Spagna elezioni, in Grecia elezioni... - dice Domenici - perché è così che si fa, la parola passa per le elezioni politiche" applausi. Inevitabile il confronto Renzi - Bersani e la posizione che intende mantenere all'interno del partito: "In un momento che ci vede arrancare senza una consapevolezza del domani, che ci pone davanti ad una crisi che ha trascinato tutti e non solo economicamente, contribuendo alla mancanza di certezza e di speranza nel futuro, il mio partito propone delle Primarie...
noi rispondiamo con le Primarie" segue il silenzio della platea. Allora non le vuole? "No" risponde secco Domenici. "Non ho detto questo - spiega - ho detto che potrebbero non essere la risposta più giusta. Non so cosa avverrà da qui a tre o quattro mesi, il mio orizzonte è molto ristretto in tal senso, guardo all'immediato. Occorre discutere seriamente di cosa vogliamo e dobbiamo fare. Non è più l'ora dei proclami, ma della pratica. Adesso si vogliono vedere i fatti e per farlo occorre tornare ad approfondire le situazioni, e a discuterle insieme.
Abbiamo perso la discussione politica a vantaggio degli spot" Domenici conclude il suo intervento auspicando che l'Europa possa muoversi nel concetto unanime della "trasparenza" affinché le imminenti mosse politiche, economiche, burocratiche non siano frutto di meri accordi tra ministri e portavoce dei paesi coinvolti attraverso telefonate tra addetti ai lavori, ma che le decisioni passino attraverso il parlamento europeo e siano sottoposte alla informata valutazione dei popoli coinvolti. AntLen