FIRENZE – Ci sarà anche il presidente del Parlamento Europeo Martin Schultz a commemorare, domenica 12 agosto, il sessantottesimo anniversario della strage di Sant’Anna di Stazzema, il paese dell’Alta Versilia dove, la mattina del 12 agosto del 1944, furono trucidati ad opera dei soldati nazi-fascisti oltre 350 civili. Ad accompagnare il presidente Schultz alla cerimonia, sarà il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. I due presidenti arriveranno a Sant’Anna intorno alle 10.
Alle 10.20 parteciperanno entrambi al corteo fino al Monumento Ossario dove, alle 11, sarà deposta una corona di alloro. Alle 11.15, dopo i saluti del sindaco di Stazzema e del presidente del Comitato delle onoranze funebri, sono previsti un saluto dal presidente Rossi e l’intervento conclusivo del presidente del parlamento Europeo Martin Schultz. Rossi e Schultz parteciperanno poi all’inaugurazione del nuovo Centro direzionale di accoglienza. “Sfilare accanto a gonfaloni e bandiere, rappresentare un’istituzione, ricordare con l’inno italiano e con una solenne cerimonia il significato di ‘libertà’.
Sessantotto anni fa come oggi questa semplice parola porta con sé il dolore, le convinzioni, le speranze e la storia di tante persone che hanno lottato e dato la vita per perseguire i propri principi”. È con sincera emozione che l’Assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, Giovanni Di Fede, parteciperà domani alle celebrazioni per il 68° anniversario della Liberazione di Firenze. Si unirà al corteo in rappresentanza della Provincia di Firenze nel ricordo di quell’11 agosto del 1944 che segnò per la città la vittoria dei diritti dell’uomo sulla sopraffazione e l’ingiustizia perpetuata dal fascismo.
“Sarà un onore per me prendere parte anche alla cerimonia in ricordo dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema – continua l’Assessore Di Fede riferendosi alla giornata di domenica 12 agosto – un altro importante appuntamento dal quale non si può prescindere. La memoria delle sofferenze subite dai tanti innocenti che furono ingiustamente uccisi in quel tragico giorno d’estate, deve rivivere nei nostri cuori e nelle nostre menti, perché l’eco di quelle grida non ci abbandoni mai e ci serva come monito per dar forza ai nostri ideali di democrazia, uguaglianza e tolleranza”. ".....Tu sai, cara Giulia, che l'11 agosto 1944, i cittadini di Firenze insorsero contro l'occupante nazista e contro i loro servi fascisti.
Era il giorno che noi partigiani avevamo preparato durante i lunghi, duri mesi della guerra partigiana, sulle montagne che fanno corona alla nostra bella e amatissima città. Molti, troppi ragazzi, com'io ero allora, hanno pagato con la vita perché, un giorno, noi, indegnamente sopravvissuti, potessimo gioire per la riconquistata della libertà.......". Comincia così la lettera scritta con una Olivetti 22 da Enio Sardelli, il partigiano Fuoco, ad una bambina nata proprio l'11 agosto.
Ed è con questa lettura che si è chiuso l'evento, organizzato dall'ANPI Oltrarno, che si è svolto l'8 agosto nell'ex Chiesa dei Barnabiti “E' stato Alessandro Sarti, assessore alla cultura del Comune di Pontassieve, padre di Giulia, amico e compagno di Enio a leggerla.- ha detto Susanna Agostini - E regalarla al futuro.A tutti noi, a Firenze agli adolescenti che hanno bisogno di scoprire perché per noi fiorentini l'11 agosto è una festa! Fuoco lo abbiamo conosciuto bene, ci ha raccontato molto del sacrificio umano, della vera storia vissuta dalle famiglie fiorentine durante la sua infanzia, nel pieno del fascismo.
La presentazione del suo ultimo scritto è stata l'occasione per tornare ad evidenziare un quadro davvero triste di come vivevano nel terrore le famiglie degli antifascisti fiorentini. Del calpestio costante dei diritti delle persone, delle umiliazioni subite da tanti onesti cittadini. Oggi è necessario che ci si occupi di raccogliere gli scritti di tanti testimoni e che restino a disposizione delle generazioni attuali e future. La cronistoria dei protagonisti della liberazione di Firenze e dell'Italia intera sia gelosamente salvaguardata.
Anche per Enio, Giorgio, Angela e gli altri che ieri erano presenti che lo hanno chiesto da tempo, è urgente l'apertura di un museo della resistenza. Un luogo di raccolta, dove tutto il materiale che è in possesso di organizzazioni, persone e famiglie possa essere salvaguardato e reso interattivo, che parli al futuro con le parole semplici e di grande contenuto proprie dei protagonisti primi delle vicende. Enio ha scritto tanto e bene, ha sottolineato la partigiana Angela, perché ha saputo dipingere un costume, una morale delle differenze intrinseche tra i soggetti che si trovavano ad un confronto/scontro epocale, leggendo la parte del libriccino che ricorda l'obbligo della camicia nera a scuola il giorno del sabato fascista.
Un obbligo che costò un doloroso e brutto "Sant'Antonio" al piccolo Enio. Si chiamava così l'agguato di giovanotti che picchiavano a sangue i predestinati, che a loro parere, dovevano ricevere una lezione. Lucidissimi i racconti brevi ed un'analisi delle vicende che hanno portato una intera città come Firenze a ribellarsi ai soprusi e ad insorgere, a conquistare l'onore di essere Città Medaglia d'Oro alla Resistenza. Questa scrittura privata, venne in mente a Fuoco nel 2005, quando pullulavano iniziative tra amministrazioni comunali e ANPI per una raccolta firme contro il riconoscimento della qualifica di militari belligeranti ai combattenti della RSA, i gruppi consiliari della maggioranza di Palazzo Vecchio ne raccolsero 4000.
Erano momenti particolari della politica si sentivano scricchiolare i fondamentali della democrazia e il riconoscimento della conquistata libertà. Alessandro Sarti accompagnò da Firenze a Pontassieve Enio per partecipare ad un incontro politico, in quell'occasione chiacchierando in macchina, disse che sua figlia Giulia, allora ragazzina, era nata proprio l'11 agosto, una data che in famiglia Alessandro aveva sentito raccontare spesso, dal nonno partigiano, anche lui di San Fradiano. Fuoco, dopo pochi giorni le scrisse la bella lettera che segue in calce, per spiegare il senso dell'11 agosto, dopo aver saputo che lei era nata proprio in un giorno che per i fiorentini, per i partigiani tutti a Firenze, sarà per sempre: Un bel giorno di festa! La giornata si è chiusa con la celebrazione ufficiale dell'8 agosto in piazza Santo Spirito, quando si ricorda il comandate Potente e si aprono le celebrazioni della liberazione di Firenze.
Sessantotto anni fa, infatti, con l'ingresso dell'armata partigiana in Porta Romana, si concretizzarsi l'insurrezione del popolo fiorentino. Gracco apre la giovane truppa formata da donne e uomini entusiasti, come si vede nelle foto d'epoca, porta alto un drappo insanguinato; è la camicia che Aligi Barducci indossava quando fu ferito la notte prima a causa di una scheggia vagante. Una scheggia frammento di un'ultima granata tirata con cattiveria per uccidere persone inermi. Furono molti infatti i feriti e due i morti.
Proprio il comandante Potente- ha concluso Agostini- aveva espresso come desiderio che la sua ultima camicia, indossata quando è stato ferito, svettasse al nuovo vento di libertà per Firenze. Aligi Barducci aveva 31 anni nel 1944 e nella brigata che portava il suo nome di battaglia, militava anche Enio Sardelli, il Partigiano Fuoco, che allora era solo diciottenne". “Ho avuto il privilegio di conoscere direttamente Ferruccio Parri, il presidente del Consiglio che l’11 agosto 1945 conferì al Gonfalone del Comune di Firenze la medaglia d’oro al valor militare così come ho potuto conoscere direttamente Tristano Codignola , Enzo Enriques Agnoletti, Carlo Ludovico Ragghianti, Mario Fabiani e Giorgio La Pira, tra le personalità che dettero alla vicenda fiorentina un peculiare valore politico-militare .
Una grande generazione politica cui dobbiamo particolare rispetto e considerazione". Lo afferma l'onorevole Valdo Spini, presidente della commissione Affari istituzionali. "Allora- aggiunge Spini- , l’atteggiamento degli alleati, rispetto alla Resistenza italiana cambiò e cambiò proprio da Firenze, la prima città ad insorgere per la propria liberazione. Oggi, 68 anni dopo, la democrazia italiana conosce un altro momento di emergenza, questa volta dal punto di vista finanziario ed economico.
Oggi si tratta di conquistarsi la fiducia dei nostri patners europei come sistema Paese nel suo complesso. Ai fiorentini del 1944 , in una città in cui i tedeschi avevano fatto saltare i ponti, mancava l’acqua e la luce non mancò certo il coraggio e la fierezza morale. Agli italiani di oggi, spetta trovare un’ analoga stella polare politica ed il coraggio di scelte giuste e avvedute per risanare la finanza e ritornare sul sentiero della crescita e dello sviluppo” . Proprio domani, in occasione del 68° anniversario della liberazione fiorentina una delegazione della Giovane Italia Firenze, movimento giovanile del Popolo della Libertà, si recherà assieme al coordinatore cittadino del PdL on.
Gabriele Toccafondi, alle 10:30 al cimitero americano di Falciani dove depositerà una corona di fiori in ricordo di chi ha sacrificato la propria vita per difendere la nostra libertà. Successivamente, alle 10:30, la Giovane Italia prenderà parte alla cerimonia ufficiale del Comune di Firenze in piazza dell'Unità Italiana. “Se oggi siamo in un paese democratico – dichiarano Niccolò Macallè e Andrea Badò, rispettivamente coordinatore e vice coordinatore della Giovane Italia - lo dobbiamo al sacrificio dei soldati delle forze alleate.
Saremo sempre grati agli Stati Uniti per aver salvato il nostro paese a costo di tante giovani vite, noi non dimenticheremo mai il loro estremo sacrificio, come non possiamo dimenticare l’impegno dei nostri connazionali che si impegnarono durante la Resistenza” “La libertà e la democrazia sono valori non negoziabili, valori che abbiamo ricevuto e che abbiamo il dovere di preservare. Il nostro obiettivo è quello di riuscire a creare una memoria condivisa, tra tutte le parti, abbattendo i muri delle ideologie.
Per questo motivo- concludono Macallè e Badò – auspichiamo che in un futuro non troppo lontano anche il Comune di Firenze e l’Anpi organizzino una commemorazione presso il cimitero americano dei Falciani. Un piccolo passo che magari un domani ci porterà a condividere anche le stragi delle Foibe e di tutte le pagine buie della nostra storia”. Eppure la stessa Giovane Italia sarà presente anche ad una manifestazione repubblichina, organizzata anche quest’anno dai militanti di Casaggì Firenze, alle 11 del mattino, al sacrario dei caduti della Repubblica Sociale Italia di Trespiano, una vera e propria provocazione di fazione.
“La nostra –spiega infatti con il solito tono provocatorio e revisionista il direttivo di Casaggì – è un’azione che cerca di rendere omaggio a quanti hanno combattuto, nel nome dell’Italia e del tricolore, per difendere Firenze e il paese dall’invasione anglo-americana e dalla guerriglia partigiana. Un esempio di coerenza e di coraggio, che oggi dovrebbe essere preso ad esempio anche da chi, faziosamente, cerca di strumentalizzare la resistenza per fini personali, politici o istituzionali”. Ma allora, viene da domandarsi, come fanno quelli di Giovane Italia ad essere presenti sia alla manifestazione in ricordo dell'eroismo dei partigiani, sia alla manifestazione per il sacrificio delle truppe alleate e pure davanti alla tomba dei cecchini repubblichini a Trespiano? Non sara`che l'on.
Gabriele Toccafondi, Niccolò Macallè e Andrea Badò stanno prendendo in giro un po' tutti, istituzioni pubbliche e pure "camerati" di schieramento? di N. Nov.