La certezza è che si ripartirà ancora da Cesare Prandelli. Quando a metà del prossimo mese di agosto la Nazionale italiana si radunerà presso il centro tecnico di Coverciano, per preparare il test amichevole, ad ‘uso e consumo’ soprattutto delle tv, che versano una quota consistente alle casse della Figc, quello contro l’Inghilterra, in Svizzera, del 15 agosto prossimo, sarà ancora l’uomo di Orzinuovi a guidare il gruppo azzurro che, inevitabilmente, dopo l’avventura di ‘Polonia-Ucraina 2012’, dovrà operare una trasformazione, soprattutto negli uomini. La storia continentale, che ha visto il ritiro di Cracovia come centro gravitazionale nello scorso mese di giugno, non era iniziata sotto i migliori auspici, visto il periodo di stazionamento nel centro tecnico di Coverciano (scattato il 22 maggio scorso), attraversato dall’ inchiesta di Scommessopoli, con tanto di stop imposto a Domenico Criscito, e voci insistenti su Leonardo Bonucci e Gigi Buffon; infortuni - da Chiellini a Barzagli, passando per Montolivo - senza dimenticare il terremoto che ha fatto annullare il penultimo test pre Europei, a Parma, contro il Lussemburgo. Viste queste premesse, la finale conquistata e poi pesantemente persa contro la Spagna, va considerata da Prandelli ed i suoi 23 ragazzi, quasi un risultato eroico. Il quasi è legato soprattutto alla sconfitta cocente patita ad opera dei praticamente imbattibili iberici di Del Bosque, e dagli errori nelle scelte tecniche proprio del c.t. Quest’ultimo aveva messo in dubbio negli ultimi giorni la sua permanenza sulla panchina della Nazionale italiana, soprattutto a causa della scarsa collaborazione della Lega Calcio, nella passata stagione, che ha ostacolato l’organizzazione degli stage a Coverciano e creato un calendario così fitto, e teso a favorire esclusivamente i club, che la ‘maglia azzurra’ era, parole dell’ex tecnico anche di Parma e Fiorentina, da considerarsi come un ‘peso inutile’. Poi Cesare Prandelli ci ha ripensato, forse convinto dalle nuove promesse del presidente della Figc Giancarlo Abete, che ha ‘attaccato’ l’inutilità della governance guidata provvisoriamente da Mario Beretta, e così alla fine dell’Europeo rimangono in mente soprattutto le immagini di Italia – Germania, vittoria simbolo degli azzurri, che hanno ‘distrutto’ una delle favorite, con la nuova mentalità calcistica italica, ovvero niente ‘catenaccio’ o ‘lanci lunghi’, ma schemi sempre propositi e gioco d’attacco. Si sono esaltati alcuni singoli, Pirlo su tutti, che però potrebbe aver chiuso qui con la Nazionale, ma anche e soprattutto il ‘blocco Juve’, da Buffon a Barzagli, senza dimenticare Bonucci e Marchisio. E il futuro? I nomi nuovi sembrano già scritti: Verratti ed Insigne, Immobile e Borini, quest’ultimo già presente a ‘Polonia- Ucraina 2012’.
Tutta gente cui però manca l’esperienza internazionale, quella che sarà fondamentale acquisire sia nel girone di qualificazione ai prossimi mondiali, che soprattutto a ‘Brasile 2014’. L’avventura per la terra paulista è già iniziata. Luca Cellini