"Come tutti voi sapete la mia permanenza a Firenze si è conclusa" inizia così la lettera che Corvino scrive ai suoi ex tifosi. Che l'avventura fosse finita lo avevamo appreso dopo la sciagurata sconfitta subita dalla Juventus all'Artemio Franchi. Nella lunga notte del 5 a 0 Andrea Della Valle aveva promesso una ricostruzione, una promessa che come prima, e sul momento unica, azione concreta ha portato alla mancata conferma del Direttore Sportivo la cui ultima campagna acquisti "Non ha soddisfatto nessuno, soprattutto la Società". Dal Salento con furore, e con il contratto nel cassetto.
Pantaleo Corvino è arrivato a Firenze dove ha creato un vivaio fino al giorno prima inesistente ed ha contribuito a creare il gruppo affidato a Cesare Prandelli che qualche soddisfazione (a non volersi esaltare troppo) alla piazza l'ha regalata. Posti di prestigio in classifica, partite memorabili, numeri d'alta classe, ma mai tanto o troppo da caratterizzare una storia con un bel trofeo sì da portare il mister, ora Ct della Nazionale, ad essere identificato come il buon tecnico, amato da Firenze con un affetto incredibile anche se 'perdente'.
Che poi "perdente" o "vincente" nella vita non è certo questione di Trofei... ma vallo a spiegare... "Prima di lasciare questa città, dove ho lavorato per sette anni con lealtà e impegno in qualità di Responsabile dell’Area Tecnica, ritengo sia doveroso rivolgervi un sentito saluto prosegue l'autore di clamorose perle (la vendita di Felipe Melo) e riconosciuti bidoni, come sono stati i nomi arrivati in viola e dimenticati nel giro di pochi mesi - E’ vero, dall’aprile del 2010 sono iniziati a mancare i risultati: mi dispiace tanto per non essere riuscito a dare continuità anche in quest’ultimo periodo e per aver involontariamente deluso le aspettative di Proprietà e Tifosi".
"Anzi, ne approfitto rivolgendomi alla vostra sensibilità per dirvi: criticate pure gli ultimi deludenti risultati ottenuti, ne avete tutto il diritto, ma continuate a credere nell’attuale Proprietà, merita tutta la vostra fiducia e vi porterà a riaprire un altro ciclo vincente. Permettetemi però di dire che ho anche dei ricordi bellissimi, che porterò sempre nel mio cuore" prosegue Corvino nel suo saluto che, visto il tono, sembra al tempo stesso l'ultima pietra dell'arco, ma anche la chiave di volta del rilancio. "L’estate 2005 fu quella del mio arrivo in viola, con le prime scelte di allenatori, giocatori e collaboratori. Nei sette anni successivi siamo stati in Italia la quarta squadra che ha conquistato più punti, ottenendo sul campo quattro qualificazioni alla Champions League e abbiamo vissuto al Franchi le meravigliose notti contro il Lione, il Liverpool ed il Bayern e quella sfortunata e “meravigliosa” notte all'Allianz di Monaco. Ricordo ancora lo stadio stracolmo e felice per la semifinale di Coppa Italia e quella di Coppa Uefa e poi i quattro titoli italiani a livello giovanile, un vivaio che, sono certo, farà emergere tante risorse importanti per la Prima Squadra.
Anni ricchi di soddisfazioni anche fuori dal campo, con la Fiorentina citata per anni ad esempio di Società modello sotto il profilo della gestione economica". "Nel salutare la città, alla quale resterò legato affettivamente per tutta la vita, esprimo la mia gratitudine a Proprietà, Società, Giocatori, Tecnici e Collaboratori per il loro impegno e a voi tifosi per il calore sempre dimostrato: tutti insieme abbiamo sofferto, ma contribuito al raggiungimento di momenti straordinari.
Per questo mi rimarrete tutti nel cuore, spero anche io un po’ nel vostro" Una gestione certo non facile quella di Corvino, dettata dall'esigenza di non sforare i parametri e perseguire il fair play finanziario ed organizzare le "nozze con i fichi secchi". Al tempo stesso una gestione che ha portato la Società a dover mettere mano al portafogli per pareggiare i conti, per risollevarsi dal buco di bilancio; una situazione che necessita attente riflessioni in merito alla capacità di acquistare giocatori da reimmettere sul mercato con corrispettivo introito. Do ut des..
insomma, mica poi tanto. Corvino ha preso a poco, a pochissimo soprattutto negli ultimi anni, ed oggi in Fiorentina non si contano i giocatori che vanno via a parametro zero. Si tratta di un campanello d'allarme importante per una Società che vorrebbe mettere insieme un gruppo "motivato di calciatori legati al progetto" e creare un sistema di autofinanziamento. Se vanno via.. forse non ci credono più di tanto. Non ci hanno creduto. Punto. Chi avrà avuto ragione? Firenze guarda con sollievo alla permanenza nella massima serie ed auspica novità sul fronte della riqualificazione societaria con una riorganizzazione dei ruoli: un nuovo allenatore, nuovi dirigenti, nuova squadra..
nuovo Stadio? Per quello c'è tempo. Non tantissimo visti i tempi tecnici e politici di un'Amministrazione comunale che lancia la sfida alla Fiorentina rispondendo alle parole dei Della Valle sul "plastico nel cassetto". Salutiamo Pantaleo Corvino, che tante emozioni ci ha regalato, soprattutto in sala stampa (senza dimenticare la notte della Taranta) ed aspettiamo novità sul fronte della ricostruzione. AntLen