Con 837 infrazioni, 997 arresti e 125 sequestri registrati nel 2011, la regione si classifica al settimo posto della black –list italiana per reati commessi ai danni del mare e delle coste ed al sesto posto per le illegalità nel ciclo del cemento con 178 reati urbanistici e 188 persone denunciate Legambiente: “Consegnando la Bandiera nera a Francesco Bellavista Caltagirone per il porto di Carrara diciamo un secco no alle inutili colate di cemento sulla costa: stop ai porti che deturpano il paesaggio, amplificano il rischio idrogeologico e favoriscono solo interessi privati” Positivo l’esito dei campionamenti effettuati dai biologi di Legambiente che rilevano solo tre punti critici su undici monitorati in tutta la costa toscana.
Sul fronte dell’inquinamento microbiologico, le zone più critiche sono state riscontrate in corrispondenza di due foci a Marina di Massa e a Marina di Carrara e nell’Isola d’Elba, zone bellissime, che andrebbero tutelate e fornite di sistemi depurativi più efficienti. E’ indubbio però, che i mesi appena trascorsi abbiano messo a dura prova l’ecosistema marino e costiero regionale. Nel 2011 infatti, secondo il Dossier Mare Monstrum di Legambiente, sono state complessivamente 837 le infrazioni compiute ai danni del mare e delle coste, provocando ben 997 arresti e 125 sequestri, numeri tali da far meritare alla regione Toscana il settimo posto nella classifica nazionale del mare illegale.
Facendo poi un focus tematico sul cemento, si scopre che durante l’anno appena trascorso, sono stati 178 i reati urbanistici registrati nel ciclo del cemento (l’anno precedente erano stati 104), che hanno portato a denunciare 188 persone. È questa la sintesi di quanto riportato a conclusione della tappa toscana da Goletta Verde, la celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, di Corepla, e Novamont. I numeri del mare illegale e l’istantanea regionale sull’inquinamento microbiologico, emersa dai risultati delle analisi dell’equipe di biologi di Legambiente, sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa a Marina di Massa presso il Bagno Oliviero, associato a Legambiente Turismo, da Giorgio Zampetti, responsabile scientifico Legambiente, Giovanni Barca, direttore generale Arpat Maria Paola Antonioli, presidente Legambiente Carrara e da Paolo Panni, presidente Legambiente Massa. “La fotografia scattata dal monitoraggio di Goletta Verde - afferma Giorgio Zampetti, responsabile scientifico Legambiente -, riporta un quadro positivo della qualità delle acque regionali ed evidenzia come le maggiori criticità anche dal punto di vista dell’inquinamento microbiologico si riscontrano proprio dove maggiormente si è verificato il fenomeno dell’urbanizzazione selvaggia lungo la costa.
In particolare i risultati relativi alla Foce del torrente Carione a Carrara e la Foce del canale Magliano di Marina di Ronchi a Massa, risultate entrambe fortemente inquinate, dimostra ancora una volta come i corsi d’acqua, i fossi e i canali siano spesso veicolo di inquinamento dall’entroterra verso il mare. Il nostro monitoraggio individua l’inquinamento proveniente da scarichi fognari non depurati e dimostra che, sebbene sotto il profilo della depurazione la regione Toscana sia la più performante d’Italia, rimangono tuttavia situazioni puntuali ancora irrisolte.
Rilevata anche quest’anno dal monitoraggio di Goletta Verde - conclude Zampetti-, l’annosa questione del Moletto del Pesce a Marciana Marina. Positiva invece la situazione riscontrata presso le spiagge monitorate dai biologi, in seguito alle segnalazioni di Legambiente risultate tutte entro i limiti di legge.” Dall’esito delle analisi dei biologi di Goletta Verde si evince che a destare le principali preoccupazioni sono come sempre le foci dei fiumi e dei torrenti. Nella provincia di Massa Carrara, i due prelievi effettuati dai biologi di Goletta Verde sono entrambi risultati fortemente inquinati.
Il primo, nel comune di Carrara, in località Marina di Carrara, è stato campionato presso la Foce torrente Carione, a sud del porto; il secondo, nel comune di Massa, in località Marina di Ronchi, analizzato presso la Foce del canale Magliano, all’altezza dell’incrocio tra Via Repubblica con il lungomare di Levante, ha dato il medesimo risultato: valori batteriologici oltre la norma, le acque sono fortemente inquinate. Un’altra criticità è stata individuata nell’isola d’Elba, presso il comune di Marciana Marina, dove, in località Moletto del Pesce, i risultati emersi dall’esame dei tecnici di Legambiente evidenziano il persistere del problema della depurazione nell’isola, classificando i campioni prelevati come inquinati.
I biologi di Legambiente hanno campionato anche alcune spiagge che sono state segnalate dai cittadini come punti critici ma che hanno registrato livelli di inquinamento batterico entro i limiti di legge: nel comune di Lucca, in località di Lecciona /Viareggio, presso la Spiaggia sita a fine viale Europa, nei pressi della Riserva della Lecciona e nella stessa provincia, nel comune di Viareggio, presso la Spiaggia di fronte Viale Mazzini. A Livorno, in località Marina di Cecina, è stata campionata la Spiaggia alla Foce del Cecina, sita in Via Guado alle Vacche, sempre nel livornese, nel comune di Rosignano Marittimo, in località Rosignano Solvay, il Lungomare Monte alla Rena, 100 mt.
a sud del porto turistico sono parimenti risultati entro i limiti di legge. Batteri sotto la soglia d’allarme anche a Grosseto, in località Marina di Grosseto, presso la Spiaggia di fronte lo sbocco dell’emissario di S.Leopoldo e nella provincia grossetana, nel comune di Orbetello, nella spiaggia sita in località la Feniglia e sulla spiaggia Tagliata d’Ansedonia, tra Orbetello e Capalbio. Entro i valori di norma anche i risultati dei prelievi eseguiti presso alla spiaggia di Marina di Campo all’isola d’Elba, un dato che dimostra che sono stati superati tutti i problemi del post-alluvione che ha duramente colpito la località nel novembre 2011 e che permette di affrontare con tranquillità l’estate. Ma se l’inquinamento microbiologico sembra essere in gran parte delle acque sotto controllo, un altro pericolo minaccia l’ecosistema regionale: le coste toscane sono da sempre ambitissime dalle lobby del cemento, sia autoctone che provenienti da fuori regione.
A farne le spese sono principalmente l’Arcipelago Toscano, l’Argentario e la Versilia. La Toscana nel 2011 si aggiudica il settimo posto nella classifica nazionale per infrazioni complessive commesse ai danni del mare e delle coste ed il sesto posto per le illegalità nel ciclo del cemento come emerge dai dati riportati nell’edizione 2012 del Dossier di Legambiente “Mare monstrum”. Tuttavia, i rischi maggiori per la salvaguardia del litorale toscano, anche quest’anno, arrivano però dalle operazioni legali e in particolare degli interventi adottati sulla base di Piani urbanistici e scelte politico-amministrative dettate da esigenze, magari solo apparenti, di rilanciare il settore turistico, di élite e di massa.
E la minaccia che tratti importanti del litorale toscano posso finire sotto l’onda d’urto di progetti di cementificazione forzata, seppure con le carte a posto, è sempre dietro l’angolo. “Con la Goletta Verde, abbiamo consegnato la Bandiera Nera a Francesco Bellavista Caltagirone, per il progetto di sistemazione urbanistica intorno al porto di Carrara – afferma Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – Questa denuncia è per dire basta alle inutili colate di cemento sulla costa che deturpano il paesaggio e favoriscono solo interessi privati, come a Marina di Massa, dove è in fase di pianificazione il progetto che prevede, attorno al nuovo marina, quaranta appartamenti, un residence a tre piani, uno yacht club, una piazza da seimila metri quadrati e il "mini-grattacielo, una torre di otto piani sul mare.
Le amministrazioni comunali- continua Ferruzza-, guardano con molto interesse all'iniziativa, poiché in ballo ci sono investimenti per 250 milioni di euro. Come Legambiente, al contrario, sosteniamo che l’ampliamento del porto di Carrara esporrebbe il territorio apuo-versiliese ad un elevato rischio idraulico e idrogeologico, accentuerebbe l’erosione costiera nel comune di Massa e probabilmente fin verso la Versilia, interessando i comuni di Forte dei Marmi e Marina di Pietrasanta. Un’ altra opera inutile – conclude Ferruzza - che congestionerebbe con il traffico indotto il sistema viario già oggi insufficiente, non apporterebbe alcun valore aggiunto alla popolazione, ma solo alle tasche di chi con il cemento si arricchisce”. Un ulteriore approfondimento merita infine il risultato relativo al Moletto del Pesce di Marciana Marina all’isola d’Elba, dove ormai da alcuni anni le analisi riportano valori al di fuori della norma.
“Purtroppo l’inquinamento registrato non è una novità – dice Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana – Negli ultimi anni, abbiamo fatto prelievi a giugno, luglio ed agosto, in diverse condizioni climatiche e di presenza turistica ed abbiamo sempre trovato inquinato. Risulta evidente ormai, che c’è un problema che riguarda i troppo-pieni fognari che scaricano nell’area portuale di Marciana Marina, dove, nonostante un divieto di balneazione- continua Mazzantini -, la gente fa tranquillamente il bagno a pochi metri dalle barche ormeggiate, in un mare che anche quest’anno ha mostrato un inquinamento da enterococchi, mentre i troppo pieni fognari sono proprio dove proprio dove c’è il tratto di spiaggia che il Comune ha destinato alla balneazione dei cani, che non ci risulta abbia “deroghe” rispetto a quella umana.
Continueremo ogni estate a fare i prelievi ed a denunciare questa incredibile situazione in un cosiddetto “approdo turistico”- sottolinea Mazzantini- che nonostante i divieti di balneazione non rispettati e gli scarichi dei troppo pieni fognari, ha ricevuto ancora una volta la Bandiera Blu della Fee. Continueremo finché Marciana Marina non si sarà dotata del depuratore di cui ha bisogno e che Legambiente chiede ormai da più di 20 anni”. Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è Main Partner della storica campagna estiva di Legambiente.
“La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega Antonio Mastrostefano, direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del COOU. L’olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto – sottolinea Mastrostefano - questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come un campo di calcio”.
A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Lo scorso anno nella Regione Toscana il Consorzio ha raccolto 14.342 tonnellate di oli lubrificanti usati. Il Monitoraggio scientifico I prelievi alla base delle nostre considerazioni, vengono eseguiti dalla squadra di tecnici di Legambiente, l’altra anima della Goletta Verde, che viaggia via terra a bordo di un laboratorio mobile grazie al quale è possibile effettuare le analisi chimiche direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo.
I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nei laboratori mobili lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità).