Un ‘pensatoio’ in legno dove riflettere, scrivere, trovare ispirazione; rotoballe di fieno colorate come luogo di incontro e socializzazione; disegni geometrici nel verde che fanno vivere una visuale nuova della città. E’ RIVA, ovvero un progetto partecipativo di RIappropriazione e VAlorizzazione delle sponde dell’Arno, nato nell’ambito dell’Estate fiorentina a cura di Valentina Gensini. L’inaugurazione, alla spiaggia sull’Arno di piazza Poggi, è domani alle 19.
Le istallazioni rimarranno fino a settembre e saranno fruibili gratuitamente. La presentazione è avvenuta a Palazzo Vecchio alla presenza dell’assessore alla cultura Sergio Givone, della curatrice Valentina Gensini e del direttore dell’Estate fiorentina Riccardo Ventrella. RIVA comprende uno spazio di circa 10 mila metri quadrati di sponda, da San Niccolò a Ponte alle Grazie e si compone di tre parti. Il ‘Terzo giardino’ (Studio ++) ha ricavato dei percorsi nel folto manto vegetale dell’area, con un richiamo geometrico al Giardino dei semplici, tipico della tradizione italiana.
Oltre alle passeggiate libere, per godere della città da un’angolatura inedita, ogni mercoledì ci saranno workshop gratuiti (ore 18-19.30) aperti a tutti e in particolare ai bambini per osservare fiori, piante e animali del territorio, secondo un progetto didattico di Giacomo Salizzoni. C’è poi il progetto ‘a.RIba’ di Fonderia 51-Claudia Alati, un grande spazio di socializzazione dominato da grandi e colorate balle di fieno che diventano quasi sculture attraverso colore e ritmo degli spazi.
Infine il ‘Pensatoio’ (Me Mo studio), un padiglione di legno dove ritrovare armonia e lasciare pensieri e parole in uno speciale ‘box dei desideri’ che sarà sottoposto all’attenzione dell’amministrazione. A settembre ci saranno poi alcune conferenze a Palazzo Vecchio dedicate al tema del parco fluviale. “Il progetto - ha spiegato la curatrice Valentina Gensini - nasce dal dibattito pluridecennale su paesaggio, beni culturali e ambiente e si pone come una provocazione per valorizzare il fiume e le sue sponde, una risorsa incredibile che abbiamo e di cui spesso non ci rendiamo conto.
E’ un progetto minimale, non impattante, che vuole esaltare la natura del luogo e invitare alla riflessione”. “Forse - ha osservato l’assessore alla cultura Sergio Givone - abbiamo dimenticato cosa sia stato e cosa sia ancora l’Arno per la città, lo guardiamo con timore come se fosse solo una minaccia, oppure con distrazione, semplice corso d’acqua che divide la città. Invece il fiume è una vena vitale, attorno alla quale Firenze è nata e si è sviluppata anche dal punto di vista manifatturiero.
Se è vero che dimenticare cosa è stato questo fiume significa dimenticare Firenze, riappropriarsene con nuovi spazi abitabili, da vivere, significa riprendersi la città”.